Il ragazzo dai pantaloni rosa, recensione: la delicatezza di un film come risposta al dramma

Il film di Margherita Ferri racconta la storia vera di Andrea Spezzacatena. In anteprima ad Alice nella Città per poi arrivare in sala il 7 novembre. Protagonisti Claudia Pandolfi e Samuele Carrino.

Claudia Pandolfi e Samuele Carrino in un'immagine de Il ragazzo dai pantaloni rosa.

Molto complicato parlare di bullismo e suicidio giovanile al cinema e in tv. Complicato perché si tratta di un argomento estremamente delicato che spesso - come in questo caso - proviene da una vicenda realmente accaduta. Diventa doppiamente difficile non cadere nel pietismo e nella retorica, ma riuscire a denunciare un tipo di comportamento che sarebbe bene non ricapitasse più.

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I pantaloni simbolo e punto di partenza del racconto

Il ragazzo dai pantaloni rosa di Margherita Ferri, ispirato infatti alla storia vera del quindicenne Andrea Spezzacatena, che si è tolto la vita dopo aver subito continuamente cyberbullismo, non poteva che trovare la sua cornice di presentazione perfetta nel programma di Alice nella Città, prima di approdare al cinema dal 7 novembre distribuito da Eagle Pictures.

Il ragazzo dei pantaloni rosa: un titolo che è una dichiarazione d'intenti

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I genitori del protagonista si confrontano

"Oggi avrei avuto 27 anni... se non avessi deciso di fare... beh lo sapete". Il film inizia con queste parole e con la voce narrante di Samuele-Andrea, che accompagnerà il pubblico per tutta la visione. Lo prende per mano, lo guida, senza dubbio in modo accogliente e dolce. Dolce, proprio come (nella realtà) il protagonista di questa tragica vicenda. La sequenza iniziale del film funziona molto bene perché gioca con le aspettative dello spettatore tra ciò che sente e ciò che poi andrà a vedere in scena. Magari, avremmo voluto che questo si ripetesse e continuasse lungo tutta la pellicola, invece che adagiarsi nel tono. Tra l'altro, prendere il nome della pagina Facebook che segretamente scherniva Andrea Spezzacatena, e farne appunto il titolo, è un chiara dichiarazione di intenti: quasi una rivendicazione della propria identità filmica, nonché una grande presa di posizione (naturalmente).

La forza trainante di un evento realmente accaduto

Insomma, nella sua tenerezza non può non colpire il film di Margherita Ferri, sapendo quanto dolore (tutt'altro che cinematografico, purtroppo) ci sia (e ci sarà), rendendo il tutto ancora più toccante e drammatico. La regista approccia questo racconto con tatto e grazia, nonostante un'enfasi a volte sovraesposta. Da un lato l'enfasi della macchina da presa, che indugia sui primi piani degli interpreti, soprattutto sulla mamma (meravigliosa Claudia Pandolfi) e figlio protagonisti (un ottimo Samuele Carrino, non era facile), dall'altro l'enfasi della colonna sonora che accentua i momenti particolarmente intensi e fondamentali per lo sviluppo della storia.

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Samuele Carrino e Sara Ciocca in una scena

Certo è, il film si avvale di una buona scrittura e di un cast in parte e coinvolto, che riesce a fare propri i personaggi che, ovviamente, diventano persone vere. Come Sara Ciocca, che si conferma un'ottima migliore amica del protagonista, e poi un plauso va ad Andrea Arru, che non rende il proprio Christian un bullo monocorde, ma per quanto possibile sfaccettato.

Le conseguenze delle parole

Abbiamo iniziato la recensione de Il ragazzo dai pantaloni rosa parlando della riuscita sequenza d'apertura. E allora concludiamo ora citando quella finale che utilizza il compleanno del ragazzo come simbolo (potente) per chiude il cerchio della storia di Andrea e Teresa. Una pellicola che ci ricorda quanto le parole - e quindi il cyber bullismo - possano fare male e avere conseguenze tragiche. Ecco, dovremmo farne tesoro tutti.

Conclusioni

Non si può non essere colpiti e toccati alla fine della visione de Il ragazzo dai pantaloni rosa, complice il fatto che si tratta di una storia vera. Un buon film che affronta un argomento importante provando a sensibilizzare, finendo per enfatizzare troppo a livello di regia e di utilizzo delle musiche. Probabilmente per essere sicuro di far arrivare al meglio il messaggio dietro la storia di Andrea e Teresa.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Claudia Pandolfi e Samuele Carrino: madre e figlio sullo schermo ci hanno convinto.
  • Buona la prova degli altri interpreti, inclusi Sara Ciocca e Andrea Arru, un bullo non monodimensionale.
  • La regia di Margherita Ferri, delicata…

Cosa non va

  • …ma che forse enfatizza un po' troppo alcuni passaggi, così come la colonna sonora.