Le Giornate Professionali di Cinema di Sorrento sono sempre il momento per tirare le somme dell'anno, oltre che guardare avanti al prosieguo della stagione con i listini di tutte le distribuzioni. L'assegnazione dei Biglietti d'oro e dei premi relativi all'annata che volge al termine è infatti il momento per capire cosa ha colpito maggiormente il pubblico, cosa ha segnato i mesi appena trascorsi, cosa resterà dei film che abbiamo visto passare nelle nostre sale. E di sicuro resterà Il ragazzo dai pantaloni rosa, distribuito con successo da Eagle dopo il passaggio ad Alice nella Città.
Il film di Margherita Ferri che racconta la storia, vera e dolorosa, di Andrea Spezzacatena è il vero fenomeno di questo autunno, ancora oggi tra i più visti in sala (scriviamo all'indomani di una giornata in cui ha superato Oceania 2 piazzandosi al primo posto del boxoffice quotidiano). Un film discusso e partecipato, come è giusto che sia.
Il cammino de Il ragazzo dai pantaloni rosa
Il cammino del film è stato di quelli più belli, travolgenti, sentiti. Perché non è partito subito in quarta, ma ha guadagnato spettatori giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, indice di un passaparola positivo, della voglia di prender parte a questo evento che cresceva in modo graduale. Ce lo conferma Margherita Ferri, la regista de Il ragazzo dai pantaloni rosa: "Sono molto contenta del percorso che sta avendo il film, proprio perché il secondo weekend ha incassato più del primo weekend, il terzo ancora di più e quindi significa che le prime persone che sono andate a vederlo poi hanno sparso la voce e c'è stato un crescendo di coinvolgimento del pubblico e tante persone si sono sentite rappresentate da questa storia, ovviamente con un finale diverso e meno tragico."
E quando succede qualcosa del genere è perché una storia, un film, raggiunge il bersaglio e colpisce i cuori degli spettatori: "Credo che il film abbia dimostrato di toccare delle corde profonde della vita di tutti noi e di raccontare qualcosa di universale e di invitare a dialogare sul tema del bullismo, del bullismo omofobico, della violenza in maniera positiva e trasformativa."
Un film necessario
Non può che essere d'accordo il protagonista Samuele Carrino, che interpreta Andrea Spezzacatena. "Anche io sono molto contento dei risultati che stiamo avendo con il film, perché questo qui è un film necessario che comunica davvero a tutti e che può salvare tante altre persone da queste brutte situazioni che non devono accadere più." Situazioni che fanno parte del vissuto di tanti, che sentono il bisogno di condividere qualcosa con i protagonisti del film. "Dopo le visioni dei film, dopo le varie visioni che ci sono state, la gente scrive subito a noi. Cerco di rispondere a tutti, ma è davvero difficile perché ogni persona che mi scrive ha un'urgenza di raccontare la propria storia."
Una sensazione condivisa anche da Andrea Arru, che porta su schermo Christian Todi. "Vedere un sacco di ragazzi che vanno al cinema per vedere un film che tratta di questo argomento è veramente bello, anche perché credo che questo era un argomento da trattare, da far vedere anche ai più giovani. Una cosa che mi stanno scrivendo spesso e che mi sento anche di ribadire qua, oltre che a dirlo nel privato a chi me lo chiede, è una classica domanda che mi fanno: ma è un film adatto a mio figlio di dieci anni, di dodici anni, di tredici? Assolutamente sì, era questo l'obiettivo, quello di arrivare ai più giovani."
Un film con tante anime, e un film universale
Il ragazzo dai pantaloni rosa vive delle anime dei suoi protagonisti, che hanno sentito il progetto, l'hanno accolto e sposato, lo stanno accompagnando in quel cammino da cui abbiamo iniziato il nostro discorso. "Mi sento come una piccola parte del corpo di una farfalla" ci ha detto Sara Ciocca che interpreta Sara, "dico la farfalla perché è un animale che porta fortuna e penso che ci sia tanto portando fortuna. Ognuno di noi è una parte di questa farfalla che sta volando su questa fortuna e su questo sudato lavoro, siamo stati tutti quanti parte di un piccolo bruchino che ha fatto una grande metamorfosi e quindi adesso dobbiamo volare sempre più in alto e grazie al pubblico, grazie all'amore e alla sensibilità del pubblico, ci stiamo riuscendo."
Ma quanto può volare ancora lontano questa farfalla? Può superare i confini del nostro paese, raccontando una storia che è universale? "Quello che io spero, che speriamo tutti, è che possa essere apprezzata a prescindere dalle barriere di lingua e geografiche" ha confermato Margherita Ferri, "perché una cosa che mi soddisfa come regista è poter raccontare una storia che riguarda gli esseri umani, che racconta una verità nel bene e nel male che condividiamo tutti:il bisogno di amore, il bisogno di essere accettati, il bisogno di confrontarsi e il desiderio di restare qua, di essere consapevoli, di condividere questa vita tutti alla pari, ognuno nella sua diversità perché ognuno è unico."