Quando, per il suo corto di diploma alla Scuola Nazionale di Cinema, Michele Vannucci ha esplorato il mondo dei bikers, durante la ricerca dei suoi protagonisti ha fatto la conoscenza di Mirko Frezza, ex detenuto che sembra uscito da un episodio di Sons of Anarchy. Sul set tra i due si è creata un'amicizia, con Frezza che ha raccontato al regista dettagli intimi della sua vita, di padre negligente che però a un certo punto ha deciso di prendere in mando la sua vita e reinventarsi, soprattutto per riavvicinarsi alla sua famiglia. Per il suo primo film, Vannucci ha deciso di raccontare proprio la storia di Mirko, chiamandolo per interpretare se stesso: Il più grande sogno è quindi un racconto non solo di vita vera, ma che ha il privilegio di poter contare proprio sull'interpretazione del vero protagonista. Presentato nella sezione Orizzonti della 73esima Mostra del Cinema di Venezia, il film è nelle sale italiane dal 1 dicembre.
Michele Vannucci per il suo esordio porta al cinema una storia di vita vissuta
"Il primo corto che abbiamo fatto quando ho conosciuto Mirko, quattro anni fa, era un corto di bikers, era ambientato nel mondo delle motociclette" ci ha detto Vannucci a Venezia, continuando: "Non credo molto nella direzione degli attori: credo che il compito del regista, dello sceneggiatore e di tutte le persone che collaborano a un film sia quello di creare le premesse perché accada qualcosa di bello sul set. Il mio lavoro in questi quattro anni si è orientato in questo senso: ho conosciuto Mirko, il suo quartiere, la sua famiglia, ho cercato di capirlo e di emozionarmi, guardando quei volti e quelle persone. Ho cercato semplicemente di metterlo in condizioni di vivere, mettendo in scena la sua biografia, inserendola in una drammaturgia, dandole un senso che cercavo io. Molte cose del film sono dei miei dubbi, delle mie domande. Non ho diretto Mirko sul set: gli davo un inizio, un centro e una fine della scena, spiegavo che cosa doveva accadere e poi gli dicevo in bocca al lupo. Poi gli dicevo cosa mi era piaciuto, cosa no: abbiamo fatto un film molto vecchio, di sessant'anni fa. Siamo tornati per strada, senza monitor, senza camion, non c'era nulla: solo io, l'operatore, il fonico e la sceneggiatrice. Abbiamo cercato di creare della vita davanti alla macchina da presa e riprenderla nel modo meno invadente possibile per il quartiere e per la vita di Mirko".
Ivana Lotito è Paola
Ivana Lotito, che il pubblico ha imparato a conoscere grazie alla seconda stagione di Gomorra - La Serie, in cui è Azzurra, la donna di Genny Savastano (Salvatore Esposito), in Il più grande sogno interpreta Paola, amica di Mirko e del suo braccio destro, Boccione (Alessandro Borghi), politicamente attiva e intenzionata a far eleggere l'ex carcerato come Presidente del comitato di quartiere. "Questo set è stata un'esperienza totalmente atipica" ci ha detto l'attrice a Venezia, continuando: "È stata un'esperienza umana. A noi attori è stato chiesto di non fare gli attori, ma di cercare di entrare in empatia il più possibile, con Mirko in primis, e poi con tutto il quartiere. È stata una sfida dal punto di vista attoriale: non avevamo un copione, non c'era una vera e propria sceneggiatura, ma delle linee guida, il resto è stato tutto improvvisazione. Mirko è un personaggio straordinario: umanamente ti offre grande disponibilità e generosità, è uno che si racconta tantissimo e cerca di accoglierti nella sua vita".
Milena Mancini interpreta la moglie di Mirko
Milena Mancini in Il più grande sogno è la moglie del protagonista e scherzando ci ha detto che per una volta ha potuto far valere le sue origini veraci: "In passato mi hanno sempre proposto ruoli signorili, alto borghesi, invece io sono di Casalotti: finalmente ho potuto sfoggiare il mio accento romano". L'attrice nel film è la persona più vicina a Mirko, un rapporto costruito a poco a poco sul set: "È stato un percorso molto interessante, che abbiamo fatto dal primo incontro fino all'ultimo ciak. È stato un costruirsi giorno per giorno, ciak dopo ciak. Lui interpreta se stesso, quindi non nasce come attore: all'inizio pensavo fosse un problema, invece è stato tutto molto naturale. Ci siamo trovati molto".