Una saga famigliare, la ricerca del potere e un incrocio di temi universali: perdono e vendetta, ma anche fragilità e coraggio. Claudio Amendola torna a Mediaset dopo diversi anni, dirigendo e interpretando Il Patriarca, fiction in onda su Canale 5 dal 14 aprile in prima serata. Un ritorno atteso per Amendola, che nella nostra video intervista ci racconta la genesi del progetto. "È un soggetto spagnolo, che abbiamo riadattato, legandola alla nostra tradizione. Mi è stata offerta la regia, oltre che il ruolo del protagonista. Una cosa che mi rende orgoglioso".
La serie è divisa in sei puntate e racconta di Nemo Bandera (interpretato dallo stesso Amendola), imprenditore di successo grazie alla sua abilità negli affari e, anche, grazie ai traffici illeciti che passano per il porto di Levante, in Puglia. La sua vita viene stravolta quando scopre di essere malato: non può più portare avanti le sue attività, e prova a tenere nascosta la malattia alla moglie Serena (Antonia Liskova) e ai suoi due figli, Nina (Giulia Schiavo) e Carlo (Carmine Buschini). Dovrà scegliere un successore, e questo farà scoppiare una vera e propria faida. Come se non bastasse, l'ispettore Monterosso (Primo Reggiani) e un boss locale, il Tigre (Antonio De Matteo), sono sulle sue tracce.
Il Patriarca: video intervista a Claudio Amendola
Una prima serata Canale 5, si sa, potrebbe portare una certa attesa, e allora chiediamo ad Amendola come vive la messa in onda dei suoi film o delle sue serie. "Vivo la vigilia con una simpatica ansia...", ci racconta: "Ma poi più o meno l'idea te la sei fatta, immagini come potrebbe essere accolta. E la mattina dopo ci si distrae, finché non arrivano i risultati...". Un'ansia che, però, svanisce quando si torna sul set: "La preparazione di una serie è un momento in cui sei già dentro al progetto, e la sera prima delle riprese dormo sempre molto bene!". Tra i credits tecnici de Il Patriarca, scritto da Camilla Nesbitt con sceneggiatura firmata da Mizio Curcio, Sandrone Dazieri e Paolo Marchesini, troviamo alle musiche Andrea Farri, uno dei migliori compositori italiani. Chiediamo al regista com'è stato lavorare con lui: "Nei campi dove ci capisco poco non metto bocca. Mi sono fidato. Ho solo dato un paio di input, e avendo un compositore come Andrea Farri non c'è stato alcun problema. Ha interpretato tutto perfettamente".
"Adatto la mia regia in base al pubblico"
Come detto, il protagonista è interpretato dallo stesso Claudio Amendola, ma il cast de Il Patriarca comprende un cast di sicuro appeal, mischiando interpreti giovani ad altri più esperti: da Antonia Liskova a Neva Leoni, da Geno Diana a Cecilia Napoli, da Michele De Virgilio fino a Carmine Buschini, Primo Reggiani e Raniero Monaco Di Lapio. Ma come sono stati scelti? "Abbiamo fatto tanti provini. Giulia Bevilacqua l'ho chiamata per il ruolo, con gli attori che conosci hai un contatto diretto. C'è molto lavoro, e magari se qualcuno è impegnato ne conosci di nuovi. E poi sì, i provini: scelgo di empatia gli attori, si sta tanti mesi insieme e bisogna saperci stare", racconta Claudio Amendola, che poi ripercorre la sua carriera da regista, iniziata nel 2014 con La mossa del pinguino: "Spero di essere cambiato in base all'esperienza che ho accumulato. Ma ho imparato a rapportarmi con il pubblico, adattando le opere".
Il Patriarca e il genere crime
Tra i molti temi de Il Patriarca c'è sicuramente quello famigliare. "Il Patriarca è una fiction con tante angolature, dal crime al privato. E poi c'è una linea famigliare, che comprende molti rapporti, magari comuni a tanti. Ecco, dentro c'è molta roba". A proposito di crime, chiediamo a Claudio Amendola perché oggi il pubblico è così ossessionato dalle serie crime o dalle docu-crime: "Il crime è una tradizione, sono storie che appassionano grazie alle immagini. Tuttavia i generi per fortuna funzionano ancora. Dopo i medical o le comedy, ora c'è il crime. Tranne il legal... con i tempi che abbiamo in Italia, una fiction procedurale durerebbe sedici anni...".