The Dark Side Of Movies, recita il claim ormai storico del Ravenna Nightmare Film Fest, che si è appena concluso nella città romagnola. Dove può capitare di vedere un film particolarissimo come Il mostro della cripta, di Daniele Misischia, scritto e prodotto dai Manetti Bros (disponibile in dvd e in streaming su Prime Video). È un film dove il lato oscuro del cinema, quello di un horror classico, ha a sua volta un lato chiaro, dall'altra parte, che si alterna continuamente con il primo. Il mostro della cripta è a tutti gli effetti un horror comedy, che mescola la paura al sorriso. Ma è qualcosa che è difficile spiegare a parole. Guardatelo, e ci troverete una sorta di innocenza, di ingenuità, una naturalezza che avevano quei film degli anni Ottanta con cui siamo cresciuti, ed è difficile trovare oggi in un cinema dove tutto è studiato, dalle parole da usare in sceneggiatura per non offendere nessuno, agli effetti speciali, che in alcuni casi rasentano la perfezione ma ci danno una certa idea di freddezza. Il mostro della cripta è un film artigianale, con quegli effetti speciali di un tempo, fisici, materici (a cui hanno lavorato un "mostro sacro" come Sergio Stivaletti ma anche Carla Martino). Il mostro della cripta rientra nella categoria dei film a cui si vuol bene. Se ci aggiungete la presenza di un fuoriclasse come Lillo e di una bellezza come Amanda Campana, che su Movieplayer avevamo inserito tra le attrici più promettenti della sua generazione, in versione scream queen ma alla maniera di Madonna negli anni Ottanta, il quadro è completo. Oltre all'emozione di vedere per la prima volta Bobbio, da sempre legata al cinema di Marco Bellocchio, come teatro - perfetto - di un horror.
Quell'ingenuità del cinema anni Ottanta
Com'è riuscito a calarsi così bene negli anni Ottanta?
In realtà conosco molto bene il cinema di quel periodo per cui ho rifatto quello. Nel film ho messo tutto il cinema di quel decennio, in cui a livello visivo c'è stata un'esplosione di novità che si sono imposte nel cinema e ancora oggi vediamo. Il Blockbuster moderno si rifà molto al Blockbuster nato negli anni Ottanta. Ci sono tutte le ispirazioni prese da quel filone di film avventurosi e ironici. È un cinema con cui sono cresciuto dagli anni Novanta in poi, negli anni Ottanta ero un bambino, e anche inconsciamente ho infilato qua e là varie ispirazioni prese da quel cinema che conosco molto bene.
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Nel film c'è una certa ingenuità che faceva parte dei film di quel tempo, un carattere pop è un senso del grottesco. Come avete lavorato a questo aspetto?
In realtà questo tono era presente già in sceneggiatura. Ho voluto mettere in scena le sequenze come erano scritte. Se in un film del genere ci si prende troppo sul serio, se non si va sopra le righe, si rischia di fare un film patetico. Un film su dei ragazzi che vivono un'avventura incredibile, che hanno a che fare con un alieno, non può basarsi su dei dettagli di realismo. Uno dei miei registi preferiti è Michael Mann, nel cui stile vige il realismo. Se avessi girato il film alla Michael Mann sarebbe stato ridicolo secondo me. L'ingenuità fa parte dello spirito del film.
Come definirebbe il suo film?
Il mostro della cripta è un horror comedy, un po' alla maniera di Edgar Wright. È un genere ben preciso. Ora ha fatto Last Night In Soho che è un film che si prende molto sul serio.
Siamo abituati a vedere Bobbio nei film di Marco Bellocchio. Vederci un horror anni Ottanta è singola. Come avete scelto di girare qui?
La scelta di Bobbio è più produttiva che artistica: il produttore del film è Piergiorgio Bellocchio, il figlio di Marco Bellocchio, e ha proposto lui di andare a girare lì, in quanto un Bellocchio avevamo tutte le porte aperte nel paese. Bobbio è il borgo più bello d'Italia, ha delle vallate stupende, visivamente è bellissimo, è stata un'ottima scelta da tanti punti di vista. Ma soprattutto da quello produttivo, altrimenti avremmo dovuto passare altri due tre mesi in realtà in sceneggiatura c'era un altro paesino, ma grazie a Piergiorgio abbiamo cambiato.
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I Manetti Bros e Sergio Stivaletti, si parla di eccellenze
Due mostri sacri del cinema di genere, come i Manetti Bros, sono sceneggiatori e produttori. Cosa hanno apportato al film?
Sono partito avvantaggiato. Quando mi chiedete come ho fatto a calarmi negli anni Ottanta, negli anni Ottanta avevano gli anni dei protagonisti del film e mi hanno dato tanti suggerimenti, per i costumi, oggetti di scena. Poi ho avuto carta bianca nel film, molto spesso erano presenti nel set come produttori per darmi qualche suggerimento senza impormi niente. Ero tranquillo perché sul set oltre ai produttori avevo gli sceneggiatori del film, che conoscevano al 100% il significato di ogni scena, anche più di me. Hanno girato la prima scena all'osservatorio di Roma: hanno vissuto nel quartiere sotto l'osservatorio sono stati affascinati da questo edificio imponente, non mi sono tirato indietro.
Come ha scelto le canzoni, che vanno sa Sabrina Salerno a Guccini?
Boys era stata scelta per rappresentare l'altra parte dello specchio rispetto a gio che ascolta metal: ai paninari abbiamo associato l'orecchiabile canzone di Sabrina Salerno. Le altre canzoni erano in sceneggiatura, nel film poi Guccini ha proprio un ruolo nel racconto.
Agli effetti speciali c'è un grande come Sergio Stivaletti...
Lui e la squadra hanno lavorato alla creatura e altri due effetti. La maggior parte degli effetti di sangue sono stati fatti da Carla Martino. Sergio Stivaletti o ha fatto un ottimo lavoro sulla creatura. Per la prima volta ho visto un mostro fatto in animatronica, dall'inizio sapevamo che non poteva essere fatto in CGI, ma che aveva bisogno di effetti artigianali, analogici, volendo anche imperfetti. È un film molto artigianale dove il film schizza davvero, dove si è sporchi davvero.
Amanda Campana e Lillo, che cast!
Come ha scelto Amanda Campana, che è perfetta in questo ruolo?
Abbiamo fatto tantissimi provini tra Roma e Bologna: sia lei che Tobia de Angelis, dopo la prima volta che li ho visti in video nel provino li ho scelti. Amanda Campana ha il physique du role, un viso incredibile, un tipo di bellezza che si sposava con quella di Vanessa, il suo personaggio. Loro sono gli unici attori che abbiamo scelto dal primo provino; per gli altri ho provinato un centinaio di ragazzi.
Lillo è un punto di forza del film. Come ha lavorato con lui?
È arrivato mentre facevamo il casting. Sapevamo che in quel ruolo, quello del fumettista, ci doveva essere un nome forte, ma non sapevamo chi. Con i Manetti è uscito il nome di Lillo Petrolo. È un nome molto forte, e mi hanno garantito che è una persona squisita con cui lavorare. Come ha saputo che era un film horror con elementi avventurosi ha detto sì. Gli ho lasciato carta bianca; come comico ha tempi comici incredibili. Molte battute che erano solo accennate e le ha rese molto più divertenti.
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Come potrebbe essere accolto, e distribuito, questo film all'estero?
Penso sia ancora troppo presto è appena uscito in dvd e in streaming in Italia e aspetto di capire. Un po' maliziosamente credo che un film così possa essere compreso anche di più fuori dall'Italia. Qui non tutti ma qualcuno storce il naso quando vengono mescolati horror e commedia. Mi hanno scritto che è realizzato molto bene, ma a un certo punto fa ridere. Il ragazzo che mi ha scritto pensava di vedere un horror puro e quando ha visto che si rideva ha storto il naso. Ma è un film che non si prende sul serio, gioca sull'ironia.