Recensione Heimat (1984)

La prima serie di Heimat, nata per la televisione e sconfinata al cinema, dimostra con la sua sola esistenza il rapporto tra romanzo e cinema.

Il monumento al cinema

Nel 1918 Paul Simon ritorna a casa dalla Grande Guerra, torna a Shabback, il suo villaggio nella regione dell'Hunsruck, dalla sua famiglia. Ma dopo quell'esperienza nulla può essere come prima anche se la vita va avanti. Così inizia il primo episodio di Heimat, con un ritorno al paese, e da qui prende il via la narrazione di quasi cinquanta anni nella vita della famiglia Simon attraverso le figure di Paul, dei suoi figli, di sua moglie Maria e tutti gli amici e conoscenti.

Impossibile raccontare tutta la trama di tutti gli undici episodi che compongono la prima serie dell'opera monumentale di Edgar Reitz, tanti sono gli eventi e tante sono le sfumature possibili. Heimat è un gigantesco romanzo per immagini, l'unico esperimento cinematografico mai fatto che si possa avvicinare al tipo di narrazione completa, particolareggiata e coinvolgente tipica del romanzo. Un'opera nata per la televisione ma che ne ha presto superato i confini, trovandosi meglio tra le pareti della sala cinematografica, anche se la sua fruizione è più semplice e immediata in televisione.

Narrato in un misto di colore e bianco e nero (la colorazione varia anche all'interno di una medesima scena a seconda del tipo di momento di cui si tratta), lo stile di Reitz è a tratti sognante e felliniano e a tratti austero e rigoroso, più in linea con la scuola tedesca. Anche per questo, per il meraviglioso equilibrio intorno al quale convivono tutti i singoli episodi, Heimat è una delle opere più incredibili mai realizzate e lo si può dire senza timore di esagerazione. Lo sforzo produttivo di realizzare 11 film, lo sforzo artistico di farli coerenti, coinvolgenti e scorrevoli e lo sforzo umano di tenere unita una troupe che cresceva nel tempo e invecchiava assieme ai propri personaggi rendono Heimat un monumento al cinema.
Ma al di là di questo Heimat è una gigantesca divagazione sul tema della memoria, del ricordo e delle proprie origini. E' stato il primo atto ufficiale di critica seria e ponderata sui temi del nazismo, la prima opera a mettere in scena le origini comuni della Germania che si andava unificando e lo ha fatto con un senso di umanità difficile a credersi.

Heimat in tedesco siginifica principalmente "patria" anche se ha sfumature che rendono il termine equivalente anche ai nostri "terra d'origine" e "luogo d'appartenenza". La propria Heimat è la nazione di cui si è cittadini ma anche il paese da cui si viene, la casa in cui si abita e la famiglia di cui si fa parte e Reitz narra di tutto questo, narra una gigantesca epopea storica di uomini e donne e di come nelle loro vite tumultuose abbia influenza la heimat.