Sigourney Weaver è una leggenda di Hollywood: tutte le protagoniste di film d'azione e fantascienza recenti le devono qualcosa. La sua Ellen Ripley in Alien ha cambiato la storia del cinema. Se però le si chiede se è una dea, citando il film Ghostbusters, dice molto umilmente: "No. Magari oggi lo posso anche essere alle interviste, ma poi torno a casa e la mia famiglia mi dice: vai a laavare i piatti!". Questa umiltà e curiosità le permette di sperimentare anche se non ne avrebbe più bisogno. È questo che l'ha spinta a partecipare al film di Paul Schrader Il maestro giardiniere.
Presentato a Venezia 2022, Il maestro giardiniere (in originale Master Gardener) è in sala dal 14 dicembre. Rappresenta il terzo capitolo di una trilogia sulla redenzione, cominciata con First reformed e continuata con The Card Counter. Questa volta l'uomo che deve espiare è Narvel (Joel Edgerton), giardiniere la cui datrice di lavoro, Norma (Weaver appunto), chiede di prendere sotto la sua ala la nipote, Maya (Quintessa Swindell).
C'è solo un problema: lui è un ex nazista, che ha anche una svastica tatuata, lei è una ragazza nera. Due mondi apparentemente inconciliabili. Eppure tra i due nasce un sentimento. Weaver ha amato molto il film, fin dalla sceneggiatura: "La cosa che mi ha sorpreso degli ultimi tre film di Paul, quando penso a lui penso a una persona che fa film violenti, è che questi tre uomini hanno vissuto esperienze di guerra e sono pronti a essere puniti, se lo aspettano. Ciò che li redime è che vogliono essere utili: vogliono aiutare questo giovane soldato, questo giovane uomo. In questo caso Narvel vede questa giovane donna in un mondo violento, di cui una volta faceva parte anche lui, e vuole salvarla. Quando Norma gli chiede di aiutare la nipote è come se lo investisse in quanto cavaliere, per salvare la damigella in pericolo. Non è previsto che si innamori della damigella: deve tornare dalla regina e dirle che l'ha salvata per lei. Ma non funziona così."
Il maestro giardiniere: intervista a Sigourney Weaver
All'inizio di Il maestro giardiniere (recensione qui) il protagonista dice che occuparsi di un giardino significa credere nel futuro. Sigourney Weaver è d'accordo? Bisogna avere speranza nel futuro?
Il maestro giardiniere, Paul Schrader trova finalmente la speranza
"Non possiamo non avere speranza! Quella battuta mi ha molto toccato quando l'ho letta. A New York faccio anche io giardinaggio. Credo davvero che un giardino doni qualcosa alle persone. È una cosa davvero speciale: porta vita. I bambini possono vedere il miracolo della vita, come le cose cambiano. È una grande metafora del nostro mondo. Amo le domande che si fanno riguardo a questo giardino: è un posto sicuro? Un rifugio? O ci sono dei serpenti? È sia un luogo reale che una metafora."