Recensione Casanova (2005)

La regia si mantiene classica, poco invasiva, gli eleganti movimenti di macchina e la fotografia evidenziano l'assoluta bellezza di quella che è la vera protagonista della pellicola, la città di Venezia.

Il libertino innamorato

L'ennesima, apparentemente inutile, trasposizione delle avventure del libertino veneziano Giacomo Casanova ci regala una piacevole sorpresa. Lasse Hallström, che solitamente è un regista non privo di difetti, stavolta riesce a realizzare un prodotto brioso e divertente. Il film, ovviamente non ha grandi pretese, si tratta di puro intrattenimento privo di ogni, seppur minimo, spessore (non per nulla la produzione è targata Disney), ma la pellicola riesce a non annoiare e a strappare spesso sonore risate. La trama non è troppo originale: il libertino Giacomo Casanova si innamora della veneziana Francesca, agguerrita femminista ante litteram che scrive libri di filosofia sotto lo pseudonimo maschile di Bernardo Guardi. Casanova, tesse una trama di inganni per conquistare il cuore della fanciulla, dando vita ad una serie di esilaranti scambi di persona col fidanzato epistolare di Francesca, il commerciante genovese di lardo Pietro Papprizio, ma deve fare i conti con l'inquisizione romana che, stanca dei suoi continui oltraggi al pudore ed alla morale cattolica, lo vuole morto. Ovviamente tutto si concluderà in un happy end che coinvolgerà parenti ed amici di Casanova e di Francesca culminando, come da copione, in un collettivo trionfo dell'amore.

Come tradizione, ad una megaproduzione di questo tipo si accompagna un cast stellare: in questo caso ad interpretare il bel Casanova è stato chiamato uno scanzonato Heath Ledger, che mantiene uno stile elegante e misurato, senza mai eccedere, ma piuttosto lavorando per sottrazione tanto che in alcune scene risulta anche un po' troppo cupo rispetto all'atmosfera generale della pellicola. Grande impegno anche per Sienna Miller, qui al suo primo ruolo importante, che si sforza per dare spessore e passionalità alla sua Francesca. In contrapposizione alla compostezza dei due protagonisti, gli altri attori scelgono di aderire ad una recitazione macchiettistica e stereotipata in perfetto stile cartoons, che raggiunge l'apice nel gigioneggiamento esasperato di Jeremy Irons nei panni di un feroce inquisitore che sembra uscito da una comica di Benny Hill. A completare il cast un divertente Oliver Plattdà vita al mercante Papprizio intento a sottoporsi alle cure di Casanova per migliorare la propria forma fisica in attesa di incontrare la futura sposa.

La regia di Hallström si mantiene classica, poco invasiva, gli eleganti movimenti di macchina e la fotografia evidenziano l'assoluta bellezza di quella che è la vera protagonista della pellicola, la città di Venezia: il film, completamente girato in esterni, mostra suggestivi scorci, vedute della città immersa nella luce rosata del tramonto. Gli attori si muovono nelle calli, tra i canali, o all'interno degli splendidi palazzi principeschi, la città si offre per l'ennesima volta all'occhio della cinepresa acquistando vita propria senza limitarsi semplicemente a fare da sfondo alle vicende narrate. Nel complesso Lasse Hallström realizza un discreto prodotto riuscendo a rinverdire il mito di Casanova ed a trasformarlo da licenzioso libertino in eroe romantico adatto a tutta la famiglia senza troppi danni.

Movieplayer.it

3.0/5