Salvo Montalbano sta per tornare: il prossimo 29 febbraio e 7 marzo andranno in onda su Rai 1 due inedite avventure di uno dei personaggi più amati del piccolo schermo e della letteratura intitolate rispettivamente Una faccenda delicata e La piramide di fango e tratte, come di consueto, dai racconti di Andrea Camilleri. Alla sede Rai di Roma sono stati presentati questi due film tv alla presenza del cast completo formato, oltre che dall'immancabile Luca Zingaretti, anche da Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Sonia Bergamasco, Miriam Dalmazio e Alessandra Mortelliti oltre che del produttore Carlo Degli Esposti, il regista Alberto Sironi e il direttore di Rai1 Eleonora Andreatta.
"Montalbano è l'icona della fiction italiana anche nel resto del mondo. È testimonial di una grande fiction da servizio pubblico, è in grado di coniugare la qualità e i risultati di ascolto. È uno specchio dell'Italia" esordisce Andreatta che anticipa "Questo Montalbano è più maturo. Il primo film ha coloriture più da commedia italiana, nell'altro c'è l'indignazione di fronte alla scoperta del legame tra politica e mafia".
Il "fanciullino" Montalbano in un'Italia più cupa
La parola, quasi subito, passa a chi di Montalbano ha fatto una vera e propria icona televisiva prestandogli il volto per 20 anni, Luca Zingaretti, che ammette: "L'attore vuole cambiare sempre ruolo, è questo il bello del mestiere. Ma anche permettersi il lusso di coprire un personaggio in tutto l'arco della sua esistenza è un privilegio" e continua "Da quando ho 18 anni sento di essere lo stesso Luca Zingaretti. Ho maturato l'idea che da quando iniziamo ad avere coscienza di noi stessi la cosa bella è che si conserva una propria coscienza di sé immutata nel tempo. La stessa cosa si può dire per il personaggio di Salvo Montalbano. Più che il personaggio è l'Italia ad essere mutata. Siamo diventati un altro Paese e per questo alcune storie sono più cupe: perché l'Italia è diventata più buia. Montalbano però conserva una sua fanciullezza e d'altronde anche Camilleri ha un mondo interiore fanciullesco, sedimentato in 90 anni. Lui ha creato un personaggio estremamente seducente. Montalbano non va dietro la carriera o al telefonino. I maggiori cambiamenti che Camilleri ha operato sono legati all'età. Salvo si stanca, gli viene l'infarto; noi questo aspetto lo abbiamo lasciato da parte un po' per scaramanzia, un po' perché io ho 20 anni in meno del personaggio".
Una nuova Livia
Oltre all'Italia, in 20 anni di successi di Montalbano, è cambiata anche l'attrice che interpreta Livia, lo storico amore del Commissario. Negli episodio che nelle prossime settimane andranno in onda su Rai 1 Livia sarà interpretata da Sonia Bergamasco che chiarisce subito: "Livia con me non diventa un'altra persona; si parte da una scrittura felicissima. Il gioco di squadra ha una sua perfezione. Io ho accettato dopo ben poca riflessione. Con me Livia parla italiano e rinsalda il rapporto con Salvo, che prima era vissuto spesso a distanza. E trova una sua morbidezza". "Sonia Bergamasco ha tutto quello che avevano le donne che giravano intorno a Montalbano" fa eco alla Bergamasco il regista Alberto Sironi che sottolinea "Abbiamo cambiato Livia non per una questione di doppiaggio, ma perché la prima attrice non aveva tempo per venire in Italia. Abbiamo pensato a un personaggio più maturo, meno morbido, abbiamo scelto una attrice svedese. Brava, ma non ci ha dato le risposte che cercavamo. Ora il rapporto con Livia è cambiato. Avevamo bisogno di un'attrice che dialogasse con Salvo in altro modo".
Montalbano e il cinema
Nella conferenza stampa romana del nuovo Montalbano si è anche parlato della possibilità di vedere al cinema l'eroe siculo nato dalla penna di Camilleri. A dire la sua su tale possibilità è stato per primo il suo interprete, Luca Zingaretti "Penso che un cinema 20 anni fa si sarebbe impadronito dei racconti di Camilleri. La Rai e Carlo degli Esposti hanno fatto sì che a noi non mancasse nulla, non ci siamo mai posti il problema se fosse per il cinema o per la tv. C'è stata grande cura. Se decidessero per un film al cinema saremmo tutti felici, ma per noi attori cambierebbe poco" a cui si è aggiunto il regista Sironi che apre qualche speranza per il remoto futuro "Camilleri ha scritto l'ultimo Montalbano da qualche tempo. La storia ce l'ha raccontata, chiedendoci però il silenzio. Fare un film al cinema sarebbe una idea interessante, chissà...".