Il colore delle magnolie, la recensione: rivalsa e buoni sentimenti nella nuova serie Netflix

La nostra recensione de il colore delle magnolie, la nuova serie Netflix disponibile dal 19 maggio 2020 e ispirata all'omonima serie di romanzi della scrittrice Sherryl Woods.

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Il colore delle magnolie: una scena della serie Netflix

In questa nostra recensione de Il colore delle magnolie cercheremo di mettere in luce molti aspetti di un prodotto destinato a un tipo di spettatori ben preciso: questa produzione infatti si rivolge principalmente a un pubblico di donne, non risparmia nessuno degli elementi associati a questo tipo di target e si colloca tra le serie al femminile più attese tra le uscite primaverili di Netflix. Disponibile sulla piattaforma streaming dal 19 maggio 2020 Il colore delle magnolie (Sweet Magnolias in originale) è ispirata dall'omonima serie di libri dell'autrice Sherryl Woods, un vero caso editoriale in America, distribuito in Italia dalla celebre collana di romanzi rosa Harmony. Come è intuibile, c'è da aspettarsi romanticismo in abbondanza, qualche intrigo e tanti, tanti, buoni sentimenti, ma vediamo qui di seguito la nostra analisi della serie e, nello specifico, il nostro parere sulla sua costruzione.

La tranquilla vita di provincia

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Il colore delle magnolie: una scena della serie

La storia de Il colore delle magnolie segue le vicende di Maddie, Helen e Dana Sue, tre amiche di lunga data abitanti di Serenity, una cittadina del South Carolina dove tutti conoscono tutti e dove i pettegolezzi corrono veloci come il vento. L'argomento più gettonato sembra essere l'imminente divorzio di Maddie da Bill, medico e padre dei suoi tre figli, che l'ha tradita con l'assistente del suo studio, Noreen, dalla quale aspetta un figlio. Anche Dana Sue, dopo un travagliato divorzio, cerca di risollevarsi mandano avanti il suo ristorante, mentre Helen, oltre a fornire assistenza legale alle amiche, si occupa dei problemi giuridici della città. Le tre protagoniste, spinte da un desiderio che le muove da anni, decideranno di aprire insieme una spa per sole donne ma, tra serate in compagnia di un margarita, l'arrivo in città del nuovo e atletico coach del liceo e qualche altro piccolo intrigo, le cose per questi tre intraprendenti personaggi si complicheranno ulteriormente.

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Il colore delle magnolie: JoAnna Garcia Swisher in una scena

Nel cercare di accaparrarsi le preferenze di una fetta di pubblico ben definita, Il colore delle magnolie inciampa, più e più volte, su un gran numero di cliché ed elementi già visti in numerose altre serie appartenenti al genere romantico, come la recente Virgin River o, per certi versi, la storica Una mamma per amica. Gli intrecci, spesso prevedibili e con poco mordente, donano ben pochi brividi, privilegiando una narrazione piuttosto semplice e lineare che nel complesso funziona ma non sempre appassiona come potrebbe. La semplicità del racconto, unita a uno stile di regia molto classico, conferiscono a Il colore delle magnolie un carattere decisamente "old style", sia nelle immagini che nell'aspetto complessivo. Ciononostante, questo prodotto Netflix risulta nel complesso curato nella scelta di alcuni elementi. Il suo punto forte è infatti l'ottimo cast, per la maggior parte noto ai fan del piccolo schermo: Joanna Garcia (Privileged, Gossip Girl), Brooke Elliott (Drop Dead Diva) e Heather Headley (non solo attrice ma anche cantante pluripremiata) sono meravigliose quando in scena insieme, affiatate e convincenti; costituiscono l'elemento di brio della serie e come protagoniste riescono a far girare le vicende con naturalezza.

Un target specifico

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Il colore delle magnolie: una foto di scena

Come già accennato, questa serie si rivolge dichiaratamente a un pubblico femminile. Il comune denominatore nelle storie di Maddie, Dana Sue e Helen è la rivalsa e l'emancipazione che scaturiscono dall'uscita da una relazione tossica dove la componente maschile appare profondamente negativa e detestabile. Ovviamente non tutte le figure maschili sono da condannare e ce ne sono di positive, come il cuoco Erik o il coach Maddox, ad esempio, che vengono lasciate sullo sfondo attribuendogli un'aria di bontà e perfezione decisamente lontana dal reale. Le nostre tre protagoniste si trovano esattamente al centro tra due fazioni distinte e definite, ma che fanno sentire poco il loro peso: da una parte l'uomo bestia, il maschio alfa; dall'altra l'uomo perfetto, lo scapolo d'oro a cui ambire, quello che è un delitto farsi scappare.

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Il colore delle magnolie: un'immagine della serie

Ma da una serie così dichiaratamente femminista, ci saremmo probabilmente aspettati qualcosa di più, avremmo preferito meno contrasti e più sfumature, avremmo voluto percepire di più le difficoltà di questa faticosa emancipazione, pur non disdegnando il lato romantico che caratterizza e permea anche l'opera cartacea. Nel complesso Il colore delle magnolie è un'opera leggera e scorrevole, adatta a tutti coloro che amano le storie d'amore senza troppe pretese e che vogliono trascorrere qualche ora in tranquillità senza troppi pensieri, ma che potrà scontentare quel pubblico femminile che chiede a gran voce storie "vere" di resilienza e coraggio.

Conclusioni

In conclusione della nostra recensione de Il colore delle magnolie possiamo affermare che questa serie di Netflix punta ad un pubblico quasi prettamente femminile proponendo una storia di emancipazione e rivalsa piena di romanticismo e buoni sentimenti. Seppur abbiamo apprezzato l’alchimia tra le protagoniste, non ci ha convinto l’enorme presenza di cliché e l’eccessiva semplicità e superficialità con cui vengono trattate le vicende.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • Le attrici protagoniste, affiatate e convincenti.
  • La cura con la quale sono stati confezionati alcuni elementi della serie.

Cosa non va

  • La presenza ridondante dei cliché tipici del genere.
  • I personaggi maschili, superficiali e stereotipati.