Recensione Io e te (2012)

Con Io e te Bertolucci segna un ritorno intenso e sicuro, che emoziona e racconta con sicurezza due anime tormentate dei nostri giorni.

I turbamenti del giovane Lorenzo

L'adolescenza è da sempre una fase delicata e sofferta dello sviluppo dell'individuo e non è certo meglio ai giorni nostri, in un mondo con più possibilità, ma anche maggiori inquietudini. A 14 anni, Lorenzo è un ragazzo tormentato, chiuso, isolato, tanto da preferire restare una settimana rinchiuso in cantina, con la sua musica, i fumetti, i film ed un formicaio, piuttosto che andare in settimana bianca con la sua classe. La sua è una organizzazione perfetta: con i soldi del viaggio, non consegnati a scuola, acquista il necessario per sopravvivere da solo per sette giorni, finge la partenza e si rifugia nello scantinato, dove potersi godere quella che è in assoluto la sua compagnia preferita, la propria.
Ma le cose non vanno secondo i piani ed il ragazzo deve subire l'intrusione della sorellastra Olivia, venticinquenne altrettanto problematica ed in astinenza da eroina. La sua è una presenza ingombrante, l'opposto di quello che Lorenzo desiderava, eppure giorno dopo giorno ognuno dei due trova nell'altro l'intimità e l'appoggio di cui avevano bisogno per superare, almeno apparentemente e momentaneamente, i propri problemi.


È la storia di Io e te, film tratto da un romanzo di Niccolò Ammaniti che segna il ritorno di Bernardo Bertolucci dietro la macchina da presa dopo nove anni. L'autore attinge allo scritto di Ammaniti, ma con lui lo riscrive e lo fa suo, continuando a modificarlo e riadattarlo nel corso della produzione, influenzato dal set e soprattutto dai suoi due protagonisti, arrivando a far pronunciare ad Olivia una frase dettagli dalla sua interprete.
Per una storia del genere è ovvia l'attenzione sui due giovani attori, Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco, scelti con molta fatica tra interpreti alle prime esperienze. Bertolucci ha deciso di affidare la sua storia a volti non familiari al pubblico, ed ha avuto ragione perchè entrambi sanno incarnare con intensità il disagio dei loro personaggi e sanno lasciarsi andare alla necessaria intimità quando la storia lo richiede.
La cantina che funge da set principale non è uno spazio ostile o opprimente, ma caldo e rassicurante come appare a Lorenzo; il regista usa la luce e la fotografia di Fabio Cianchetti per mostrarcela in modi sempre diversi, come se lo spazio mutasse, adattandosi all'evoluzione emotiva dei due protagonisti.
Poco spazio hanno i comprimari, tra cui Sonia Bergamasco e Pippo Delbono, figure marginali per il film, come per Lorenzo.

Con un protagonista inquieto e tormentato, non sorprendono alcune scelte nella composizione della colonna sonora: i Cure con Friday I'm in Love, i Muse ed in particolare il David Bowie di Space Oddity sui titoli di coda, presente anche come accompagnamento in una delle scene chiave del rapporto tra Lorenzo ed Olivia, nella sua versione italiana adattata da Mogol, il cui testo sembra raccontare i due protagonisti del film.
Con Io e te Bertolucci segna un ritorno intenso e sicuro, che emoziona e racconta con sicurezza due anime tormentate dei nostri giorni.

Movieplayer.it

4.0/5