Età della pietra contro Età del bronzo. Il derby più appassionante di questo Carnevale non si gioca sui campi della nostra Serie A, ma sugli schermi cinematografici grazie a I Primitivi, film d'animazione in Stop Motion targato Aardman Animation uscito in 350 sale italiane dall'8 Febbraio. Un film che racconta l'incontro/scontro tra una tribù primitiva costretta a lasciare la sua tranquilla vita quotidiana e la valle in cui la conduceva per l'arrivo di una popolazione vicina, tecnologicamente più avanzata. Uno scontro, che nella folle genialità alla quale la Aardman ci ha abituati, si dovrà giocare su un campo di calcio.
Inutile dire che a dar vita alla storia, nonché alla surreale sfida, sono chiamati personaggi bizzarri nella miglior tradizione dello studio di Bristol, che vantano un cast vocale originale di tutto rispetto, che va da Tom Hiddleston a Eddie Redmayne e Maisie Williams. Nomi di spessore, che in Italia vengono sostituiti da una selezione di talent nostrani che va da Riccardo Scamarcio per il ruolo del protagonista Dag, purtroppo assente alla conferenza stampa di presentazione perché impegnato sul set a Parigi, a Paola Cortellesi, Salvatore Esposito, Corrado Guzzanti, Greg e Chef Rubio.
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Dar voce ai personaggi de I primitivi
Con estro e simpatia adeguate al contesto, i doppiatori italiani de I Primitivi hanno risposto alle domande della stampa presente a Roma raccontando l'esperienza e i rispettivi personaggi. A cominciare da uno Chef Rubio evidentemente limitato dall'estensione della propria esperienza, che si è limitata ad un paio di sequenze, e sulla quale ha scherzato con ironia: "Due masticate al pallone e uno strillo e ci siamo tolti il dente". All'insegna della battuta anche le dichiarazioni degli altri presenti, a cominciare dalla Cortellesi che racconta così la sua scelta per dar voce a Ginna, la ragazza dell'età del bronzo a cui viene impedito di giocare a calcio perché donna: "Ormai l'unico modo che ho di fare la ragazzina è in doppiaggio", dice scherzando riguardo gli anni che passano, ma aggiunge sul suo personaggio: "il suo popolo più evoluto non la fa giocare a calcio in quanto donna, ma attraverso l'amicizia con Dag potrà fare ciò che le piace e rendersi utile e insegnare quanto sia importante il gioco di squadra."
Pigro e schiavo delle abitudini è invece il Barbo di Guzzanti, "un tradizionalista che ama la sua tribù e cerca di far sì che la vita continui a svolgersi come si è sempre svolta", mentre è "una specie di Vichingo dell'età della pietra" il Lord Nooth di Salvatore Esposito, che l'attore napoletano descrive come "un cattivo che ha l'ambizione del denaro e va oltre le regole del calcio e della vita di tutti i giorni per ottenere quello che vuole". "Il mio personaggio" spiega infine Greg di Lillo e Greg descrivendo il suo Grullo, "ha un che di obelixiana memoria, perché va in giro con un masso." Un personaggio schietto e genuino, seppur non molto furbo.
Siamo tutti primitivi
Ovviamente il lavoro svolto dagli interpreti italiani è diverso da quanto fatto in originale, passando dal dettare tempi e modi dell'animazione a cercare di rendere nella nostra lingua quanto già fatto da altri professionisti. Ma i doppiatori de I Primitivi hanno cercato di aggiungere qualcosa di proprio a questo lavoro. Ma qual è l'aspetto che li rende più primitivi o vicini ai personaggi che hanno interpretato? "Io mi identifico più con la vecchiaia che con la saggezza di Barbo" ha spiegato Corrado Guzzanti, "non mi sento di esser diventato più saggio invecchiando". Più di uno ha però identificato nella fame il proprio istinto più primordiale, da Esposito alla Cortellesi a, ovviamente, Chef Rubio. Ma in generale nel mondo odierno è chi trascura le regole della civiltà che va considerato primitivo.
L'importanza dei temi
Moderni sono invece i temi de I Primitivi. È infatti molto attuale quello che riguarda il personaggio di Ginna e la sua impossibilità di giocare a calcio in virtù del suo essere donna, che si incastra alla perfezione in una contemporaneità che vede il genere femminile ancora ingiustamente, e anacronisticamente, discriminato; "un buono spunto," ha detto la Cortellesi, "per insegnare che le donne non sono seconde a nessuno". Dall'altra c'è l'enfasi posta con decisione sui valori che lo sport dovrebbe incarnare. "Anche se traslato in un'epoca non reale con personaggio immaginari e bizzarri, ho visto traslati nel film i valori del calcio e di tutti gli sport" ha spiegato Salvatore Esposito, aggiungendo con amarezza che "gli spettatori troveranno qualcosa di diverso da quello che succede nel mondo del calcio nella realtà di tutti i giorni." Su tutti, è chiave il ruolo del gioco di squadra, il concetto che cooperando si è più forti di grandi individualità. Un concetto che "ci salverà tutti!"