Dopo le prime due stagioni che hanno raccontato le origini e l'ascesa al potere della famiglia Medici, la serie dedicata ai banchieri fiorentini più famosi della storia del nostro Paese torna con il suo capitolo conclusivo. Otto episodi che comporranno quattro prime serate in onda su Rai1, il lunedì e il martedì a partire dal 2 dicembre. In questa recensione della prima puntata de I medici 3, dal titolo Sopravvivenza, analizzeremo come da subito il centro di questa stagione sarà l'ascesa di Lorenzo il Magnifico, con i suoi successi, le sue tribolazioni e il suo potere sempre più influente non solo all'interno di Firenze.
Ripartire dopo la congiura
La seconda stagione de I Medici si era conclusa con uno degli avvenimenti più celebri che hanno riguardato la storica casata: la Congiura dei Pazzi, organizzata dalla casata rivale dei Medici, i Pazzi appunto, e benedetta dal papa. Nella congiura perse la vita Giuliano de' Medici (Bradley James), e rimase ferito suo fratello Lorenzo (Daniel Sharman), che ritroviamo quindi con un unico grande desiderio: vendetta. Contestualmente il quadro politico si fa sempre più complesso, con l'arcinemico Girolamo Riario che cerca di convincere suo zio Papa Sisto IV a dichiarare guerra a Firenze, e il Papa stesso che scomunica la città, impendendo qualsiasi funzione religiosa.
Al centro della scena fiorentina si affaccia poi uno dei personaggi che di lì a poco avrebbe segnato un'epoca, facendo migliaia di proseliti: Girolamo Savonarola, interpretato dalla new entry Francesco Montanari. La serie vedrà anche l'ingresso di Neri Marcorè, che con il suo Papa Innocenzo VIII avrà un ruolo non centrale ma strategico. Confermate, invece, Alessandra Mastronardi nel ruolo di Lucrezia Donati e Aurora Ruffino in quello di Bianca de' Medici.
Nuova stagione, vecchi problemi
In una delle scene più goffe della seconda stagione, alcuni congiurati cercavano di sfondare una porta dietro alla quale si era nascosto Lorenzo. Prima a calci, poi con una pesante panca della Cattedrale, ma niente, la storia ci racconta che Il Magnifico uscì indenne da quell'agguato, e allora gli sceneggiatori hanno deciso che quella porta doveva rimanere in piedi. In apertura di terza stagione, gli uomini di Riario sono sulle tracce di Giulio, il figlio che Giuliano de' Medici ha avuto con una donna del popolo, e quando arrivano nei pressi della sua abitazione, basta un timido calcio per sfondare la porta e fare irruzione nella casa dove il piccolo Giulio viveva con la madre, che verrà poi uccisa. I Medici è una serie colma di queste più o meno piccole discrepanze, di disattenzioni che bene che vada sono leggerezze, ma che più spesso sembrano legate a una bassa stima nei confronti dello spettatore. È molto chiaro, per esempio, che il linguaggio non può essere quello di fine Quattrocento, ma mentre c'è una profusione di messere e madonna, facili mezzi per inquadrare quell'epoca, sentiamo dire a Sandro Botticelli "anche i miei sono morti quando ero piccolo", adottando un'espressione, "i miei", di uso recente.
Questi sono solo due piccoli ma indicativi fattori che testimoniano il vero grande problema dei Medici, e cioè che è un prodotto su cui la Rai dice di puntare tanto, ma che è molto più adatto a un pubblico straniero senza troppe pretese, perché a un italiano che abbia un minimo di conoscenza della propria storia, appare tutto così patinato, irreale, finto. In grandi ricostruzioni storiche, come l'ultimo film di Roman Polanski L'ufficiale e la spia o Il primo re di Matteo Rovere (che siano di altre epoche poco importa) lo sporco ha un ruolo dominante. Quello fisico dei corpi e delle strade, ma anche quello spirituale, perché ogni epoca ha una sua morale, come è logico che sia, e allora rappresentare il Quattrocento senza davvero calarsi in quell'efferato sistema di valori è un'operazione pleonastica e discutibile. Informare, educare, intrattenere è un vecchio motto del servizio pubblico che forse non ha più molto senso, ma se I Medici dovesse essere giudicato attraverso questi parametri, sarebbe, forse, sufficiente solo in quanto svago senza ambizioni. Ed è un peccato, perché la Rai sembra davvero voler fare di questa serie un perno per il tanto agognato rilancio nel mercato seriale internazionale.
Conclusioni
Come rilevato in questa recensione del primo episodio de I Medici 3, la serie sulla famiglia fiorentina non supera i vecchi problemi strutturali, tra leggerezze di sceneggiatura e forzature linguistiche. Tutto è troppo marcato, i Medici sono tutti belli ed i nemici sono cattivi bidimensionali, e a farne le spese è la qualità complessiva del prodotto. Il risultato è una fiction che ha poca attrattiva sugli amanti della grande serialità internazionale, e che, forse, accontenta solo il pubblico meno.
Perché ci piace
- Le ambientazioni molto curate.
- La serie riesce ad intrattenere con la sua trama avvincente e piena di intrighi.
Cosa non va
- La sceneggiatura ha troppe leggerezze.
- L'aurea patinata che permea storia, location e personaggi rende la serie poco credibile.