Il giorno in cui si torna da Lucca Comics & Games, parte ufficialmente il conto alla rovescia per l'edizione successiva. È così per noi, che ogni anno ci intrufoliamo tra le mura della città toscana per raccontarvi quello che vi accade; è così per decine di migliaia di appassionati che la percepiscono come una pausa nella routine delle loro vite. Questa pausa, quest'isola felice, vuole raccontare Manlio Castagna in I Love Lucca Comics & Games, nelle sale il 10, 11 e 12 novembre, in tempo per riportarci nel cuore dell'evento per rendere meno drastico il distacco.
Da questo punto di vista, la data scelta da I Wonder Pictures è perfetta per riprendere le fila del discorso e dar continuità all'evento. Proprio a Lucca il documentario è stato mostrato in anteprima, facendo da trampolino di lancio per quello che è un'uscita di tre giorni perfetta per questo tipo di produzioni, che catalizzerà il suo pubblico in quei giorni specifici rendendo le proiezioni una piccola versione di Lucca Comics disseminata sul territorio. Ma è nel corso della Festa di Roma che abbiamo avuto modo di incontrare il regista Manlio Castagna per farci raccontare l'idea alla base del suo lavoro, i risvolti della fiera toscana su cui ha voluto focalizzare l'attenzione.
Nel nome di una grande passione
Non possiamo che partire dal titolo, che è un po' una dichiarazione d'intenti con quell'"I Love" che esprime il proprio legame con Lucca Comics & Games. Da dove è partito per costruire il progetto? "Sono partito esattamente da quello che hai detto, cioè dall'amore. Devo raccontare il mio amore, ma anche l'amore di tutte le persone che arrivano lì, che arrivano per passione, perché, Antonio, andare a Lucca Comics & Games non è facile." Non è facile, è un sacrificio economico, ma anche un impegno che porta fatica, tra file, pioggia (spesso) e tanto cammino.
"Andare lì è complicato, è costoso per certi versi, è difficile arrivarci, però perché ci vai, perché lo ami? E l'amore è al di là del male, della difficoltà, della pioggia, delle file" appunto, come dicevamo, "questo volevo raccontare, non celebrare il luogo ideale, bello o perfetto in assoluto. Volevo raccontare perché certe persone decidono di andare in un luogo così, fuori dal mondo. E perciò ho scelto di raccontarlo in particolar modo attraverso le persone, i community member, chiamiamoli così. Coloro che creavano Lucca Comics & Games." E non mancano, lì a Lucca come nel documentario di Castagna, le celebrities, gli artisti del mondo del fumetto, del cinema e di ogni settore, ma a pensarci bene "sono anche loro membri della comunità."
Una follia bella, tra appassionati e artisti
Ci fa esempi, Castagna, di intervistati che sono vestiti in cosplay nel documentario, "non perché gliel'ho chiesto io, ma perché stavano così quel giorno". E ricorda per esempio R.L. Stine che confessa di essere lì "perché amo l'opera lirica e questa è la casa di Puccini" o ancora il popolo, i community member, che prendono le ferie e partono dall'Olanda, o ancora un padre e figlio che lasciano gli altri membri della famiglia per vivere da soli i giorni della fiera. Sacrifici che in molti casi non gli hanno raccontato in prima persona quelli che li hanno fatti, ma "gli standisti di J-Pop o Star Comics, che mi hanno detto di persone che hanno fatto due notti sotto la pioggia per un autografo, scambiandosi i biglietti con i numeri per poter andare in bagno o allontanarsi un attimo. Persone disposte a dormire due notti fuori alla pioggia per incontrare il proprio mangaka. Per me questa è follia, ma follia bella".
Senza limiti o confini
Una follia, vero, da cui emerge una bellissima inclusività, senza limiti, confini o separazioni. "A Lucca Comics si dettano le leggi di una giusta società civile. Una società in cui puoi essere chi sei e non vieni giudicato per quello che sei. Lo dice anche nel corso dell'intervista uno degli host, una delle celebrities, è un posto dove tu indossi la maschera per essere davvero chi sei, mentre noi tutti nella società dobbiamo indossare maschere per apparire meglio di quello che siamo e per poterci confrontare con gli altri. Lì no, tu la metti una maschera, anche strana a volte, pur di essere chi sei e questa è una grandissima lezione di inclusività, ma di quella vera."
E un'altra cosa che viene espressa nel documentario, che dice Gabriele Mainetti, è che è difficile dire cosa sia Lucca Comics, perché per ognuno è qualcosa di diverso. Quindi lo chiediamo a Manlio Castagna cosa sia per lui la fiera toscana: "Per me è Lucca Comics è l'Isola che c'è, è il posto dove andando, finalmente, riusciamo a ritrovare tutto ciò che ci lasciamo fuori durante il resto dell'anno. Qualcuno chiama il bambino che è in sé, qualcun altro può chiamare il vero sé, qualcun altro può chiamare la propria identità nascosta. Per me è questo, l'isola che c'è."