Vinicio Marchioni in questo momento è un messaggero tra due mondi: quello del passato e il presente. Ha ruoli significativi in due dei titoli di punta usciti nell'ultimo mese: interpreta infatti Paolo Florio in I Leoni di Sicilia, serie ispirata ai romanzi di Stefania Auci, disponibile su Disney+, e C'è ancora domani, film di Paola Cortellesi in cui è Nino, primo amore della protagonista Delia.
Due uomini molto diversi: il primo, Paolo, è un padre padrone e un marito violento. È lui ad avere la visione di costruirsi un futuro migliore andando a Palermo, in Sicilia, lasciandosi alle spalle una vita di miseria in Calabria. Come è avanti per ciò che riguarda gli affari, così è all'antica nel trattare la moglie, Giuseppina (Ester Pantano). Nino invece è dolce, gentile, tutto il contrario.
In entrambi i casi l'attore dialoga con il presente raccontando il passato, essendo proiettato nel futuro. Il cinema italiano sta infatti finalmente abbandonando la nostalgia del passato. Per Marchioni questa è una cosa fondamentale: "Il motivo per cui ho accettato la proposta di Paolo Genovese è fondamentalmente questa: mi sembrava un modo straordinario di ripartire dalla nostra tradizione più arcaica, con i suoi lati negativissimi, orrendi, da cui però non possiamo prescindere per analizzare quello che siamo, la società e gli esseri umani che siamo diventati. Cercando di dire qualcosa ai nostri figli e a quelli che verranno dopo di noi."
I Leoni di Sicilia: intervista a Marchioni, Pantano e Briguglia
Lo sguardo che Paolo Genovese ha dato a I Leoni di Sicilia (recensione qui) è fondamentale secondo Marchioni: "Genovese ha dato un taglio super contemporaneo a una storia di 200 anni fa, con dei personaggio orrendi, primo tra tutti Paolo Florio. Ci tengo a dirlo. È una delle cose che ho amato, descrivere quest'uomo, che oggi definiremmo un maschio tossico, che però è un uomo del '700. Un tempo in cui gli uomini non si interrogavano su un certo tipo di sentimenti. L'ambizione era la cosa più importante. La famiglia, l'identità della famiglia. Dire: noi siamo questo e dare un marchio ai figli nei secoli."
Paolo Briguglia è invece Ignazio, fratello di Paolo, che ama Giuseppina ma non ha la forza di contrastarlo. Anche l'attore è convinto che sia importante non guardare al passato con nostalgia: "È fondamentale raccontare storie che raccontano il futuro. Oggi siamo chiusi, non c'è futuro: ci sono guerre, una situazione ambientale che sembra andare verso il disastro. Quindi è fondamentale raccontare storie per inventarlo il futuro. Per crederci. È solo un problema di narrazione."
I leoni di Sicilia, Miriam Leone e Michele Riondino: "Siamo come rockstar in costume!"
Il tema della violenza sulle donne è, tristemente, più che mai attuale anche nel 2023 ed Ester Pantano sa che la sua Giuseppina è fondamentale per dare una visione completa della società dell'epoca: "Quello che sta succedendo proprio in quest'ultimo periodo ci fa capire che, rispetto all'idea del possesso del corpo della donna, non è cambiato proprio nulla rispetto a ciò che pensavano gli uomini del '700 e '800. Ancora ci sono violenze, uccisioni. Oggi possiamo decidere di toglierci da una relazione, ma il problema è che, nel momento in cui prendiamo questa decisione, l'uomo si sente offeso e la sua tossicità incomincia a perseguitare le donne che decidono di rifiutarli. E si ritrovano oggetto di sacrificio umano. Mi sembra una cosa così antica da dire, ma il concetto di parità in una coppia, avere gli stessi diritti tra uomo e donna, va ancora specificato."
I Leoni di Sicilia: intervista a Eduardo Scarpetta e Adele Cammarata
La terza generazione di Florio è rappresentata da Ignazio Florio, figlio di Vincenzo (Michele Riondino), che ce l'ha a morte con il padre, che lo costringe a sposare una nobile, la Baronessina Giovanna d'Ondes (Adele Cammarata), per dare finalmente alla famiglia Florio il titolo, e non il suo vero amore, Camille.
A interpretarlo è Eduardo Scarpetta, ormai perfettamente a suoi agio con i ruoli in costume: "Penso che l'unico sguardo nostalgico possa esserci nei confronti della tenacia e nell'ambizione di questa famiglia, a Partire dai fratelli Paolo e Ignazio. Perché quelli erano tempi i cui comandava il capofamiglia, nessuno aveva voce in capitolo. Alla donna non era concesso nulla. Il capofamiglia era una figura opprimente. Il mio personaggio, essendo di una generazione differente, è già più aperto nei confronti dei lavoratori. Quindi la tenacia e l'ambizione sono da ammirare, ma per fortuna stiamo facendo infiniti passi avanti per allontanarci da quelli che erano i rapporti e le relazioni del tempo."