Il plot
Annalise Keating assume la difesa di Ryan Remini, un ragazzo che ha sparato a suo padre, un poliziotto, per difendere se stesso e la madre Sharon dalle violenze dell'uomo; il processo, tuttavia, si dimostra molto più complicato del previsto per l'impossibilità di produrre in tribunale le prove degli abusi domestici. Ma Laurel Castillo si appassiona particolarmente al caso, al punto da decidere di agire in maniera autonoma allo scopo di spingere i giurati verso un verdetto favorevole.
Nel frattempo, in casa Keating, Annalise ha un furioso confronto con il marito Sam, il quale ammette di aver avuto una relazione con Lila Stangard ma si professa innocente in merito alla sua morte. Annalise, a dispetto della feroce delusione, è disposta a credergli e decide di non mostrare agli inquirenti le foto sul cellulare di Lila; convoca inoltre Rebecca Sutter affinché abbia un confronto con Sam, in modo da rendersi conto di cosa sa realmente la ragazza. Rebecca non identifica subito in Sam l'amante della sua amica Lila, ma osservando la tappezzeria del bagno di Annalise, riprodotta anche nella foto compromettente, realizza l'inquietante verità e la rivela a Wes Gibbins.
Commento all'episodio
We're Not Friends, come dichiara Connor Walsh ai suoi colleghi tirocinanti nel corso di una scena del quinto episodio di How To Get Away With Murder: ed effettivamente le relazioni fra i giovani protagonisti della serie targata ABC, così come le loro psicologie individuali, non sono ancora stati esplorati adeguatamente dagli sceneggiatori, benché ogni episodio assuma il punto di vista privilegiato di uno dei personaggi. In questa puntata la focalizzazione narrativa è affidata a Laurel Castillo (Karla Souza), in apparenza la più 'corretta' nel gruppo degli studenti di Annalise Keating, ma in compenso pronta a ricorrere a mezzi ambigui, ai confini della legalità, per una causa che ritiene giusta; la serie si cinemta così nell'apprezzabile tentativo di conferire una reale profondità ai suoi protagonisti (e in questo senso, ci riesce sicuramente più con Laurel di quanto non sia riuscita a fare in Let's Get to Scooping con Connor), anche grazie all'apporto di un "caso della settimana" - le violenze domestiche all'interno della famiglia Remini - meno sensazionalistico del solito, e proprio per questo più misurato e, tutto sommato, verosimile.
Mentre i flashforward, nella loro sostanziale repetitività, continuano ad aggiungere poco o nulla alla linea narrativa ambientata nel futuro, We're Not Friends ci mostra degli aspetti inediti della figura di Annalise, interpretata da Viola Davis, in particolare nelle sue interazioni con il marito Sam (Tom Verica): alla fragilità e alla sofferenza della moglie tradita e delusa dal proprio compagno, infatti, si aggiunge la determinazione nel voler comunque proteggere il suo coniuge, a costo di compromettere l'esito di un'indagine e di un processo; senza però poter cancellare il dubbio divorante che, in fondo, Sam possa averle mentito di nuovo ed essere il responsabile dell'omicidio di Lila.
What's next
La sequenza conclusiva di We're Not Friends ci offre finalmente del materiale interessante in vista dei prossimi episodi: Wes Gibbins, prototipo del "bravo ragazzo" idealista e un po' ingenuo, apprende un angoscioso segreto riguardante la propria mentore Annalise e suo marito Sam: un segreto che lo pone in una posizione di estremo conflitto, considerato anche il suo affetto per Rebecca. E per la serie, un'ottima strada da percorrere potrebbe essere appunto l'analisi del rapporto allievo / insegnante fra Wes e Annalise, con tutte le problematiche legate all'omertà della donna...
Conclusioni
Sostenuto da un "caso della settimana" nel complesso più convincente rispetto a quelli che ci sono stati proposti nei precedenti episodi, We're Not Friends ripropone la formula canonica di How to Get Away with Murder, senza particolari sorprese ma riuscendo comunque ad intrattenere gli spettatori grazie al plot orizzontale legato all'assassinio di Lila Stangard; benché una serie legal thriller dovrebbe assumersi qualche rischio in più e, magari, provare ad osare maggiormente sul piano della narrazione e dei temi trattati.
Movieplayer.it
3.0/5