Il tema dell'intelligenza artificiale tiene banco ogni giorno di più in svariati aspetti delle attività umane. Fra chi se ne esce con proclami catastrofici che fanno impallidire quello che ogni amante della settima arte ha imparato a conoscere, sull'IA, da film come Terminator o 2001: odissea nello spazio e chi, invece, è matematicamente certo che questa tecnologia renderà la nostra esistenza più semplice è davvero complicato trovare un "giusto mezzo".
Uno dei settori in cui l'IA viene maggiormente vista come uno spauracchio o un utile strumento (più che altro per risparmiare soldi) è sicuramente quello dell'industria del cinema o, più genericamente, del mondo dell'intrattenimento. E i recenti exploit della AGBO, la casa di produzione dei fratelli Russo, e della Disney faranno, probabilmente, discutere.
L'intelligenza artificiale al servizio della AGBO
Per chi non lo sapesse, la AGBO è la società di produzione gestita da Anthony e Joe Russo, i registi di Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Tramite questa etichetta, i due filmmaker hanno diretto, o "solo" prodotto, film come Tyler Rake e relativo seguito, The Gray Man e l'imminente The Electric State. E c'è di più: con i prossimi due lungometraggi degli Avengers che li rivedranno dietro alla macchina da presa, Doomsday e Secret Wars, per la prima volta vedremo delle pellicole dei Marvel Studios ufficialmente co-prodotte con un'altra entità. È notizia recentissima che proprio AGBO abbia assunto il dr. Dominic Hughes come Chief Scientific Officer.
Esperto di intelligenza artificiale e machine learning Hughes è stato, in precedenza, co-fondatore e Chief Scientist di Swell, app di notizie audio personalizzate. Un'applicazione che è stata poi acquisita da Apple nel 2014. Proprio presso il colosso tech di Cupertino ha guidato la progettazione e l'implementazione di modelli di IA e linguaggio per Apple News.
AGBO, in una nota ufficiale, spiega che Hughes collaborerà con i team interni della compagnia dedicati alla narrazione e all'innovazione per guidare lo sviluppo e l'implementazione di tecnologie di IA al fine di arricchire il processo creativo.
Una frase, questa, che suona già come un campanello d'allarme in un contesto che, giusto qualche mese fa, è stato afflitto e tormentato da due scioperi, quello degli attori e degli sceneggiatori, le cui rimostranze avevano a che fare sì con la gestione dei residuali da parte degli studios, ma, soprattutto, con l'imposizione di doverosi argini all'IA. Sappiamo bene che dietro a frasi come "l'intelligenza può essere un utile supporto al processo creativo e produttivo di un prodotto artistico" si cela, spesso e volentieri, il desiderio delle corporation di risparmiare ingenti quantità di denaro destinato alle paghe delle star e di tutti quei creativi e tecnici, da chi si occupa di scrivere le sceneggiature a chi lavora al comparto dei VFX, che si occupano di plasmare i lungometraggi e le serie Tv che amiamo guardare.
Le rassicurazioni dei fratelli Russo e della Chief Creative Officer di AGBO
Evidentemente consapevoli di quelli che, anche da un punto di vista mediatico, potrebbero essere i contraccolpi di una simile mossa, sia i fratelli Russo che la Chief Creative Officer di AGBO hanno voluto contestualizzare meglio la decisione cercando di rasserenare preventivamente gli animi. E cominciamo proprio dalla CCO Angela Russo-Otstot, la quale afferma che, con un'azienda interamente costruita intorno a sceneggiatori, registi e crew tecnica:
C'è la determinazione a garantire che le nuove tecnologie vengano sviluppate dalla comunità creativa. Siamo entusiasti di lavorare con il Dr. Hughes per sviluppare strumenti e processi che consentiranno ai nostri artisti di essere più precisi, efficienti e persino più creativi.
I fratelli Russo aggiungono:
L'industria dell'intrattenimento sta evolvendo a una velocità incredibile e non ci siamo mai sentiti più galvanizzati di così dalle possibilità di quello che può essere fatto. In AGBO, ci concentriamo senza sosta su un approccio alla tecnologia e all'innovazione guidato dalla creatività. Lavorando in tandem con i nostri sceneggiatori, registi, membri della crew e specialisti delle nuove tecnologie, il Dr. Hughes ci aiuterà a immaginare nuovi modi per dare agli artisti il potere di raccontare le loro storie più audaci e ambiziose.
E proprio Hughes dice:
Quello che stiamo vivendo è un momento entusiasmante per collaborare con visionari creativi allo sviluppo della prossima generazione di tecnologie per il cinema. AGBO, che adotta e adatta tecniche avanzate di produzione cinematografica, ha un approccio ben consolidato che li posiziona bene per questa era di scoperte. Non vedo l'ora di lavorare con la loro ampia gamma di creativi per sviluppare soluzioni basate sull'IA guidate dagli artisti, che contribuiranno a plasmare il futuro della narrazione.
Sarà davvero così?
Disney inaugura un Office of Technology Enablement
C'è poi la Casa di Topolino che ha dato incarico a Jamie Voris, ex CTO di Walt Disney Studios, di guidare il nuovo Office of Technology Enablement per gestire, con un approccio che viene definito "responsabile", lo sviluppo e l'implementazione delle tecnologie di nuova generazione - come l'intelligenza artificiale e la realtà mista.
Anche Alan Bergman, co-presidente di Disney Entertainment, cerca di utilizzare una narrativa atta a smussare gli angoli e, soprattutto, le preoccupazioni spiegando che questo OTE è stato istituito per far sì che la compagnia possa essere un leader "responsabile" e innovativo nello stabilire quelle che, in ambito di IA e mixed reality, dovranno diventare le migliori pratiche del settore.
Il ritmo e la portata dei progressi nell'IA e nella XR (realtà estesa o mista) sono profondi e continueranno a influenzare le esperienze dei consumatori, le iniziative creative e il nostro business per gli anni a venire, rendendo fondamentale per Disney esplorare le entusiasmanti opportunità e affrontare i potenziali rischi.
Rassicurazioni troppo fumose?
Sia nel caso di AGBO che in quello della Disney appare palese che l'intenzione sia quella di dare indicazioni di massima su come l'IA verrà gestita accompagnate, però, da dichiarazioni atte a non spaventare troppo tutte le persone che potrebbero essere colpite dall'implementazione di questa tecnologia. Insomma: _intelligenza artificial_e sì, sostituzione della componente umana no.
Nulla di cui stupirsi, d'altronde. Per via della sua stessa natura, l'industria cinetelevisiva è sempre stata un terreno molto fertile per l'impiego delle nuove tecnologie e nel caso dell'intelligenza artificiale, la sua applicazione a livello di produzione, distribuzione e marketing di un film o una serie nonché di supporto ai processi di post-produzione e analisi dello script, abbiamo a che fare con un cammino iniziato già anni fa. Basti pensare che già nel 2017 la ex 20Th Century Fox aveva adoperato l'IA per esaminare la sceneggiatura di una pellicola acclamata come Logan - The Wolverine e fornire degli input sulla trama.
Ma l'intelligenza artificiale trova spazio in ogni passo della pre e della post-produzione di un film, dall'analisi delle eventuali location per le riprese, alle strategie di marketing da adottare agli effetti speciali. La paura principale risiede tutta nel fatto che a beneficiare delle fantasmagorie dell'IA saranno solo le grandi multinazionali (e i loro azionisti) a dispetto degli esseri umani che potrebbero finire per essere sostituiti in toto da un algoritmo.