Manca un solo episodio al finale di stagione per Heroes ed è il momento di soffermarsi ad indagare nella personalità di quello che probabilmente è il personaggio più inquietante e carismatico dell'intera serie orchestrando una puntata introspettiva e lenta che serve esclusivamente a caricare l'ingranaggio dell'azione per l'atto conclusivo di Fugitive, quarto volume controverso e altalenante tra alti, bassi e buchi di sceneggiatura.
Gabriel Gray, dunque, al centro di (come si può facilmente ipotizzare dal titolo) I Am Sylar, puntata numero 24 della terza stagione e ad una manciata di minuti dal season finale, che occupa tutta la vicenda con la sua crisi d'identità causata apparentemente dall'abilità acquisita di recente e che gli consente di mutare il proprio aspetto, ma che in realtà è segnale di un disagio più profondo che affonda le radici in problematiche che l'uomo si trascina dietro sin dall'infanzia. La ricerca ossessiva delle proprie origini, l'incontro con il padre e il ripensare al rapporto con la madre adottiva sono tutte tappe fondamentali per un nuovo cambiamento di Sylar che ha da sempre una personalità che oscilla tra luce e ombra e che anche in quest'occasione ha modo di mostrare l'estrema complessità del suo carattere.
Gabriel è al centro della scena, ma con comprimari di tutto rispetto perché ad affiancare la narrazione principale a lui dedicata ci sono anche Hiro e Ando impegnati a ridefinire il loro rapporto d'amicizia e Matt Parkman con l'ex moglie Janice, anch'essi con scelte difficili da fare.
Hiro, invece, sta elaborando un piano per arrivare fino all'Edificio 26 e l'idea è di penetrare all'interno del vecchio studio di Isaac Mendez, sorvegliato ormai dagli uomini di Danko, utilizzare Ando come esca. Con l'amico catturato dai soldati, Hiro dovrà solo seguire il gruppo per arrivare al quartier generale.
Ando però non è dello stesso parere perché vorrebbe utilizzare il suo potere come un supereroe al pari dell'amico e non più come un semplice subordinato. Crimson Arc, questo il nome che decide di darsi schernito però da Hiro, vuole essere al centro dell'azione e smettere di fare la spalla paziente. Non solo, Ando arriva ad accusare Hiro di non tollerare il suo essere in possesso di un potere e di considerare importante la sola abilità di fermare il tempo.
Nakamura si difende, convinto dell'infondatezza delle parole del giovane, ma appena i soldati entrano con i fucili spianati nello studio di Isaac, ferma il tempo per fare di Ando l'esca del suo piano. Grande sorpresa però quando si accorge che l'amico non è rimasto bloccato come tutti gli altri; qualcosa è successo al potere di Hiro dopo che il piccolo Parkman l'ha toccato: chi a sua volta tocca il giovane giapponese non viene fermato insieme al tempo.
Ando dunque è sveglio e per la prima volta assiste all'affascinate esperienza di un mondo congelato nell'istante, Hiro però non si perde d'animo e riattiva il tempo lasciando l'amico a fare da bersaglio ai proiettili sedativi dei soldati per poi fermarlo nuovamente così da infiltrarsi tra i cacciatori.
Ma il piano di Hiro non va a buon fine perché mentre si trova sul furgone che trasporta Ando all'Edificio 26 viene tradito dagli occhiali che indossa e solo grazie all'aiuto dell'amico riesce a sfuggire a sua volta alla cattura. E' necessario, dunque, lavorare in sincrono e quando finalmente il duo giunge a destinazione l'accordo è ormai trovato: Crimson Arc sarà a tutti gli effetti partner di Hiro. Un imprevisto però ferma i due giovani: al momento di fermare il tempo per introdursi nello stabile Hiro è colto da un fortissimo mal di testa e comincia a sanguinare copiosamente dal naso. Cosa sta accadendo al nostro eroe? Non lo sappiamo, ma speriamo di scoprirlo presto.
Danko gli impone di fare una scelta: restare nei panni dell'agente speciale Taub e combattere al suo fianco lasciando che tutti siano convinti della morte di Sylar oppure schierarsi contro di lui e accettare le conseguenze dell'essere a sua volta cacciato.
Tutto ciò accade una manciata di ore prima della conferenza stampa in cui un finto Nathan Petrelli annuncia la decisione di voler cambiare il mondo e serve a capire cosa sia accaduto nell'animo del killer per spingerlo ad impersonare il giovane senatore.
Prima di tutto dobbiamo dire che Sylar accetta il consiglio di Danko che gli aveva suggerito di procurarsi un oggetto di famiglia a cui restare radicato per evitare il disorientamento dovuto ai cambi di personalità. Gabriel allora, come agente Taub, si fa consegnare le prove raccolte sulla scena dell'omicidio di sua madre e comincia man mano a stabilire un contatto con il DNA della donna che si trova nei suoi effetti personali e lentamente inizia ad interagire con essa in una scena che è straniante perché ci si aspetta un colloquio immaginario tra Sylar e sua madre e invece ci si rende conto che l'uomo ne assume di volta in volta l'aspetto rispondendo alle domande che egli stesso si pone in un contesto che appare come un'estremizzazione della follia che governa un classico del cinema come Psyco.
Azzardando questo paragone tematico possiamo quindi sviscerare il rapporto tra Sylar e sua madre da sempre in bilico tra il desiderio di voler essere speciale e il rimorso per averla uccisa. Tutto ciò porta all'irrimediabile conflitto e l'ago della bilancia dell'equilibrio sembra essere fortuitamente Micah Sanders che si trova davanti il killer mentre tenta di fuggire dall'edificio in cui si è rifugiato per poter aiutare gli eroi in difficoltà. Micah afferma di poter capire profondamente Gabriel e lo spinge a passare dalla parte dei mutanti così di fare la differenza a favore della gente a cui appartiene.
Sylar aiuta il ragazzino e questo, unito al perdono che si auto concede impersonando sua madre, lo portano alla conclusione di poter realmente cambiare il mondo ed è per questo motivo che si introduce nello studio di Nathan alla ricerca di DNA per carpirne la forma e poter così arrivare all'uomo più potente del mondo: il presidente degli Stati Uniti.
Non sappiamo quali siano le reali intenzioni di Sylar al pari di Nathan che dopo aver assistito alla conferenza stampa decide di volare immediatamente a Washington per sventare il piano del killer. Il faccia a faccia tra i due è breve, ma mentre Gabriel sta per impossessarsi dell'abilità di Nathan arriva Danko che mette fuori combattimento il giovane senatore per catturarlo, non solo perché in un momento di disattenzione del killer lo colpisce alla nuca, nel suo punto debole, con un piccolo pugnale.
Sylar crolla al suolo, ma Danko non può cantare vittoria perché, non sappiamo se a causa delle ridotte dimensioni dell'arma o se per qualche nuova abilità collezionata da Gabriel, Sylar si rialza minaccioso e non possiamo fare altro che attendere di sapere quali saranno le sorti del temibile cacciatore.
Il finale dell'episodio ormai serve solo a spostare tutti gli eroi per averli concentrati nello stesso luogo in previsione dell'epilogo della prossima settimana con Mohinder catturato dai soldati a Coyote Sands e l'auto su cui viaggiano Noah Bennet e i suoi compagni fermata ad un posto di blocco per controlli; a noi non resta che attendere per conoscerne il destino.