Con la nostra recensione del quinto episodio di Hawkeye entriamo nella fase finale della miniserie presente su Disney+ dedicata a Clint Barton. Si tratta di un episodio atipico rispetto ai precedenti quattro, sia nella struttura che nei contenuti. Quasi come a voler preparare il terreno per una resa dei conti finale, Hawkeye rallenta la narrazione e sceglie di concentrarsi sui personaggi, limitando l'azione (vero punto debole del prodotto) agli ultimi minuti. Se nei quattro episodi precedenti la serie creata da Jonathan Igla mostrava il fianco proprio a causa di una narrazione eccessivamente dilatata, questo quinto episodio dal titolo Ronin dimostra, invece, di fare centro. Che sia a causa di una scrittura più curata o di alcune sequenze in cui due attrici duettano con un talento capace di elevare il momento, che sia per le tematiche affrontate sul ruolo di un supereroe o per la sensazione crescente di assistere ancora una volta a un capitolo perfettamente connesso al resto del Marvel Cinematic Universe, questa penultima puntata di Hawkeye si dimostra una delle migliori del lotto.
Un episodio particolare
Ci sono piccoli cambiamenti che rendono questo quinto episodio di Hawkeye atipico rispetto agli altri. Si comincia con un prologo ambientato nel passato, precisamente nel 2008, con protagonista un personaggio che abbiamo ritrovato la scorsa settimana, che funziona a sua volta da breve sequel di uno dei film della Fase 4 targata Marvel Studios. Con una scelta estetica vincente, in pochi minuti ci viene narrato tutto il peso tragico che questo personaggio è costretto a portare sulle proprie spalle. È solo a quel punto che l'episodio inizia davvero, con l'amata fanfara Marvel e il riassunto delle puntate precedenti. Il logo della serie, stavolta, non viene colpito da una freccia. Scelta che presuppone una stasi nella narrazione, un episodio più introspettivo rispetto al solito, relegando l'azione a pochi brevi momenti. Ronin è un episodio che sceglie di dare forza ai personaggi, costretti, attraverso i dialoghi, ad affrontare le tematiche più importanti della serie: cosa vuol dire essere un eroe, fidarsi di qualcuno, scegliere la propria strada, chiedendosi se sia giusto seguire i propri idoli e i propri modelli di vita. Perché, in fondo, ogni supereroe è anche un essere umano. In questo modo la storia compie piccoli (ma importanti) passi avanti, senza però dare la sensazione di allungamento non necessario.
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Il cammino da percorrere
Tutti i personaggi della serie stanno percorrendo una strada che li porterà a cambiare. È il classico viaggio dell'eroe che in Hawkeye acquisisce più valori. Si ritrova nel conflitto di Clint Barton, tra eroe degli Avengers e vendicatore solitario; nel conflitto di Kate Bishop, ragazza che sogna di seguire il suo idolo e allo stesso tempo si scontra con le sue decisioni; anche in quello di Yelena, la Vedova Nera che è allo stesso tempo un'assassina letale e una sorella minore ancora incapace di elaborare un lutto. Tutti i protagonisti della storia hanno di fronte a loro un percorso che sembra delineato e che, in qualche modo, li ingloba. Si tratta di una strada da percorrere quasi ad occhi chiusi, ma è proprio in questi quaranta minuti che, in un modo o nell'altro, ognuno di loro sarà obbligato a cambiare prospettiva e punto di vista, a compiere una scelta soprattutto. Concentrandosi sul dilemma dei personaggi, la serie rinuncia a quell'umorismo sin troppo insistito del passato e sceglie un altro tipo di divertimento, più coerente con i temi affrontati.
In attesa del gran finale
Manca solo un episodio alla conclusione di Hawkeye e, grazie al finale di questo, l'attesa sembrerà lunghissima. Similmente a quanto successo con altri prodotti con il loro marchio, i Marvel Studios non smettono di sorprendere e la rivelazione finale di Ronin farà sussultare più di qualche spettatore. Tuttavia, sarebbe ingiusto considerare la serie riuscita solo per il ritorno di questo o quel personaggio presente in altre opere. Nonostante possa sembrare la serie più debole e meno centrata di quelle uscite nel 2021, Hawkeye riesce a trovare una sua propria identità all'interno dell'universo narrativo che si sta espandendo sempre più, appagando il pubblico di fan che applaudirà per i vari collegamenti interni. Perché ha dell'incredibile notare come una semplice scena tra Hailee Steinfeld e Florence Pugh (davvero eccezionale) riesce a costruire un legame emotivo molto forte con lo spettatore che non potrà fare a meno che prendere a cuore dei personaggi che vogliono sembrare freddi e letali. In un clima natalizio onnipresente si celebra la famiglia Marvel, in un pranzo di Natale dove tutti gli spettatori sono invitati al tavolo, a sedersi di fianco ai loro beniamini. Se non è magia del cinema, questa.
Conclusioni
Concludiamo la nostra recensione del quinto episodio di Hawkeye applaudendo la scelta di rallentare la storia (che comunque compie grandi passi avanti in preparazione del finale) concentrandosi sui personaggi. In uno degli episodi migliori, la serie dedicata ad Occhio di Falco, complice anche un cast di vero talento, riesce a costruire un legame con lo spettatore emotivamente molto forte e inserirsi di prepotenza nel resto del Marvel Cinematic Universe. Le scene d’azione rimangono il punto debole della serie, ma la rivelazione finale farà sussultare gli spettatori, lasciando aperte le porte per un gran finale.
Perché ci piace
- La scelta di compiere un’introspezione sui personaggi si dimostra vincente.
- Le tematiche affrontate che portano avanti la storia risultano interessanti e ben sviluppate.
- Il cast eleva la narrazione, dando vita a personaggi fortemente empatici.
- La rivelazione finale saprà sorprendere in attesa del gran finale.
Cosa non va
- Le scene d’azione, non particolarmente avvincenti, rimangono il punto debole della serie.