Hanno Ucciso L'Uomo Ragno, Davide Calgaro: "Il Jolly Blu non c'è più, ma Cisco è ancora punk"

L'attore e comico nella serie sugli 883 interpreta il migliore amico di Max Pezzali: ecco come sono gli anni '90 visti da un ragazzo nato nel 2000. E perché la storia (vera) del Jolly Blu è commovente.

David Calgaro è Cisco nella serie sugli 883

Davide Calgaro è un talento precoce e un sogno ce l'ha sempre avuto: nato nel 2000 a Baggio, nella periferia di Milano, ha cominciato a scrivere monologhi comici e a esibirsi a soli 15 anni, facendosi le ossa nei laboratori di Zelig. Al cinema ha recitato in Odio l'estate, di Aldo, Giovanni e Giacomo, ma forse è grazie al ruolo di Cisco nella serie Hanno Ucciso L'Uomo Ragno che diventerà un volto ancora più conosciuto per il grande pubblico.

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Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli sono gli 883

Nella serie sugli 883, l'attore interpreta il migliore amico di Max Pezzali prima che si dedicasse alla musica e diventasse famoso. Sydney Sibilia, regista e sceneggiatore, ci mostra questi ragazzi a inizio anni '90, in una calda estate a Pavia che cambierà per sempre le loro vite. Spinto dall'entusiasmo di Max (Elia Nuzzolo), che, conosciuto Mauro Repetto (Matteo Oscar Giuggioli), comincia a scrivere brani e a credere di poter fare il cantautore, Cisco compra il Jolly Blu, sala giochi a cui gli 883 hanno dedicato una canzone.

Nella nostra intervista Davide Calgaro - attualmente impegnato con il tour del suo nuovo spettacolo, Millennium Bug, nei teatri di tutta Italia - ci racconta la storia vera del Jolly Blu, il suo incontro con il vero Cisco e soprattutto cosa ha capito degli anni '90 e del successo degli 883 partendo dal suo punto di vista. Ovvero, quello di un ragazzo che li ha solo sentiti nominare.

Hanno Ucciso L'Uomo Ragno: intervista a Davide Calgaro

In Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La vera storia degli 883 Cisco è la voce della verità: lo dice chiaro a Max, sognare di diventare cantante è una follia. Eppure l'entusiasmo dell'amico lo contagia, al punto da spingerlo a comprare il Jolly Blu, la sala giochi che frequentavano sempre da bambini a Pavia.

Anche se non è mai stato nel locale, Davide Calgaro ha incontrato il vero Cisco: "Purtroppo non sono stato alla sala giochi, perché è chiusa. Per la serie l'hanno ricostruita a Roma: è pazzesca! Non ero mai stato in una sala giochi con i cabinati: abbiamo girato una settimana lì, c'erano 20 giochi funzionanti. È stato stupendo, perché a ogni stop tutta la troupe si metteva in un angolo a giocare".

"Il vero Cisco invece purtroppo non l'ho conosciuto prima di girare, ma ci siamo incontrati all'anteprima della serie. Lui lavora, vive a Pavia ed è una persona abbastanza schiva. Ora però ci sentiamo: ci siamo scambiati i numeri e mi aggiorna mano a mano che guarda le puntate. Mi ha detto che ci si rivede. Quindi sono contento. Mi ha corretto solo una cosa: ha detto che loro, quando andavano nei locali, prima di ordinare la media ordinavano una birra piccola, perché la bevevano a collo, che sarebbe alla goccia. Quindi c'è questo errore di sceneggiatura che verrà sistemato per la seconda stagione".

Hanno Ucciso l'Uomo Ragno, recensione della serie sugli 883: Max Pezzali e Mauro Repetto sono due di noi

Il vero Cisco è ancora punk

Nella serie, Pezzali dice che Cisco è il più punk di tutti perché se ne frega di quello che pensano gli altri. Oggi è ancora possibile fare come lui, con i social che ci spingono costantemente a confrontarci con chiunque? Calgaro: "È molto più difficile. Anche perché è come se essere punk, essere ribelli, fosse una cosa ricercata. Essere diversi oggi è diventata la moda mainstream. Sono tutti diversi dagli altri e quindi alla fine molto simili. Penso si possa ancora essere punk, ma bisogna esserlo veramente. Cisco è punk perché non sa di esserlo".

La comicità

Nella vita Calgaro, come temperamento, è più vicino a Max Pezzali: anche lui è completamente preso dalla sua passione, ovvero la stand-up comedy. La comicità per lui è tutto: "Sono ossessionato. Sono un po' pigro nella scrittura purtroppo: aspetto sempre che mi vengano grandi idee, non si sa bene da dove! Dovrei essere un po' più metodico. Dovrei mettermi a scrivere una paginetta ogni mattina, invece tendo a tergiversare. Comunque penso tutto il giorno alla stand-up: ogni volta che vedo una scena che mi colpisce immagino come potrei raccontarla sul palco".

La creatività, oggi

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Una scena della serie sugli 883

Nella serie vediamo che Pezzali e Repetto devono inventarsi di tutto per rimediare gli strumenti e i dischi di cui hanno bisogno. Oggi invece qualsiasi cosa è a portata di clic: grazie a internet possiamo trovare ogni film, ogni canzone. E anche crearne di nostri. Questo come ha cambiato il processo creativo? Calgaro: "Per me è un grande tema. Il discorso della fruizione dei contenuti e la velocità con cui si possono raggiungere, così come quello della noia, è parte fondamentale del godersi qualsiasi contenuto. Aspettare di poterlo fare è importantissimo. La serie mostra bene la scansione del tempo, che negli anni '90, che io non ho vissuto, era molto diversa. Ma anche quando ero piccolo io ascoltare la musica era diverso: non c'erano più le cassette, ma c'erano gli mp3, che si mettevano su un supporto per ascoltarli insieme. Oggi invece tutti ascoltiamo la musica per fatti nostri con le cuffiette. Oggi è molto più facile ascoltare e vedere cose, ed è bellissimo, però in questo modo penso si dia loro un po' meno peso. Non penso che comodità sia per forza sinonimo di una cosa positiva: a volte ci sta anche essere scomodi. Quando cercavi con cura un disco nei negozi poi lo apprezzavi di più".

Come internet ha cambiato la stand-up comedy

Internet ha cambiato anche la stand-up comedy: intanto perché adesso è possibile vedere spettacoli di artisti di tutto il mondo molto facilmente, mentre invece prima non arrivavano proprio in Italia. E poi perché ci si confronta in continuazione con altri talenti, magari scoprendo che un'idea è già venuta a qualcun altro. E, soprattutto, oggi è impossibile copiare: si viene scoperti istantaneamente. Quindi la rete come ha cambiato la comicità?

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Una scena di Hanno Ucciso L'Uomo Ragno

"L'ha cambiata radicalmente. Penso in bene: non avrei conosciuto niente di quello che stava succedendo in America senza internet e per me è stato molto importante scoprirlo. Anche perché lo scenario comico italiano è un po' diverso da quello del resto del mondo. Quindi sono grato a internet! Allo stesso tempo il costante doverci essere sui social mi sta creando un po' di problemi: serve per poter fare gli spettacoli live, per far venire le persone a vederti, ma il fatto che adesso sia quasi più importante creare dei reel da tante visualizzazioni, paradossalmente, è in contrasto con i live. Se metto degli spezzoni degli spettacoli su TikTok poi la gente a teatro mi dice che quelle cose le ha già viste. Quindi, in sostanza, devo lavorare di più! Devo scrivere sia lo spettacolo sia le pillole per i social. La soluzione che sto trovando è fare improvvisazione interagendo col pubblico: così ogni volta è diverso".

Il segreto del successo degli 883

In Hanno Ucciso L'Uomo Ragno si vede come all'inizio Claudio Cecchetto non fosse convinto della volontà degli 883 di raccontare la vita di provincia. Ma il fatto di non essere i classici musicisti fighi è stata una delle armi vincenti di Pezzali e Repetto. Davide Calgaro come si spiega questo successo? "Riascoltando le canzoni degli 883 per la serie, io che conoscevo solo le 4-5 più famose, ho capito il perché del successo che hanno avuto. Hanno riempito un buco: nessuno aveva mai parlato della vita di provincia e degli adolescenti in quel modo così schietto. Hanno parlato del loro essere degli sfigati: usciamo a fare serata e poi finiamo a mangiare all'autogrill. Questa è la nostra vita. E un sacco di persone hanno detto: sto ascoltando da anni pop star che mi dicono quanto sono fighe, quanto fanno una vita assurda e irraggiungibile, e adesso questi mi raccontano la noia del baretto di piazza di Pavia. È stata la chiave vincente".

Hanno ucciso l'uomo ragno - La vera storia degli 883 e una serie "Sul potere dei sogni"

Gli anni '90

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La serie sugli 883

Tenetevi forte: per un ragazzo come Davide Calgaro, nato nel 2000, Hanno Ucciso L'Uomo Ragno è una serie in costume. Come sono per lui questi anni '90 che non ha mai visto? "Sì, è stato assolutamente un lavoro d'epoca per me! Avevo un mullet che a me non dispiace, ma è una pettinatura che se adesso la portassi in giro mi picchierebbero. Poi i costumi! Siamo andati in giro per le strade con automobili di un altro periodo. E gli oggetti di scena: le VHS, le cassette... Ogni dettaglio è veramente curato alla perfezione. Non avevo mai fatto un lavoro con questa meticolosità. Entrare in un'altra dimensione è stato fantastico. Quindi: come erano gli anni '90? Mi sembra di capire fighi. Un po' più lenti, però fighi".

Una storia di amicizia

La serie creata da Sydney Sibilia è, al cuore, soprattutto una storia di amicizia. Calgaro ha lavorato molto per trovare la sintonia con Elia Nuzzolo, che interpreta Pezzali: "Abbiamo parlato il più possibile, raccontandoci di tutto. E mi sono trovato benissimo: il rapporto tra noi due è molto bello, sia sul set che fuori. E questo secondo me si sente. Nonostante il mio personaggio all'inizio sia molto severo con lui. Ma anche io ho questo tipo di rapporto con i miei amici nella vita: mi circondo di persone che mi parlano sinceramente. E mi prendono in giro. I miei amici sono quelli con cui sono cresciuto a Baggio: ancora adesso, qualsiasi cosa faccia, che sia uno spettacolo, una serie o un film, mi mandano a cagare. Poi mi vengono a vedere e mi supportano, sono pronti a qualsiasi cosa per sostenere il sogno del loro amico, ma allo stesso tempo mi fanno tenere i piedi per terra. Come amici siamo i testimoni della crescita che l'altro ha avuto: ed è bello, è questa l'amicizia vera. Almeno quella che voglio io. E ho cercato di portarla in Cisco".