Tra le novità di questo inizio anno di Amazon Prime Video c'è Hanna, serie remake del film omonimo datato 2011, scritta da David Farr, lo stesso sceneggiatore dell'opera di partenza, e in catalogo del servizio streaming dal 29 marzo 2019. È Esme Creed-Miles a dar vita alla protagonista in questa nuova versione della storia, figlia d'arte (il padre è l'attore Charlie Creed-Miles, mentre la madre è Samantha Morton), londinese e determinata, con una sicurezza e attitudine invidiabile considerando la sua giovane età.
Durante la nostra intervista a Esme Creed-Miles e Sarah Adina-Smith in quel di Berlino, dove la serie è stata presentata lo scorso febbraio, l'attrice ha avuto modo di esprimere le proprie idee sul personaggio e la sua forza, su cosa voglia dire per una donna nel contesto della società contemporanea, sostenuta e accompagnata dalla regista dei primi due episodi, Sarah Adina Smith. Due donne perfettamente integrate nel nostro tempo, come la giovane protagonista della storia che ci raccontano su schermo - ne abbiamo parlato nella nostra recensione di Hanna - quella di una ragazza dai poteri speciali che, cresciuta in isolamento, cerca di scoprire la verità su se stessa e il proprio posto nel mondo.
Diventare Hanna
Come ti sei preparata per diventare questa ragazza così forte?
Esme Creed-Miles: Tanto esercizio, tanti pesi, tanto yoga. Lo yoga dà forza, flessibilità, rinforza quei piccoli muscoli del corpo che con i pesi non si riescono a sollecitare e che influiscono sull'equilibrio.
Sarah Adina-Smith: Ci siamo concentrati sul come rappresentare il corpo femminile nel modo più forte possibile. Una donna non si esercita necessariamente nello stesso modo di un uomo e secondo me è fantastico che Esme abbia integrato lo yoga nel suo allenamento. Molta coreografia tradizionale d'azione lo snobberebbe, ma l'avete mai provato? È durissimo e dà tanta forza ed equilibrio al corpo femminile!
Esme Creed-Miles: L'esercizio fisico è qualcosa per cui il corpo umano è costruito e mi è piaciuto farlo, scoprire la fisicità in modi che non ho mai sperimentato prima perché ho passato i miei anni dell'adolescenza a una scrivania.
Hai smesso di allenarti ora che hai finito con la serie?
Esme Creed-Miles: No, non ho smesso, corro ogni giorno!
Sarah Adina-Smith: Quando abbiamo scritturato Esme è passata dal non fare attività fisica regolare al dover essere in grado di eseguire i movimenti complessi per le coreografie della serie in meno di due mesi. Ha dato la sua completa disponibilità nel diventare una superatleta per poter incarnare questo personaggio al cento per cento.
Qual è la tua scena d'azione preferita della serie?
Sarah Adina Smith: La mia è quella in cui Eric e Hanna lottano nella neve. Quel giorno di riprese in Slovacchia è stato durissimo e avremmo dovuto avere tre ore per girare quella scena, ma eravamo indietro e ci restava solo un'ora e mezza. Abbiamo dovuto spezzare la coreografia del combattimento a metà e improvvisare sul set. Esme è stata fantastica, la forza che veniva dai suoi occhi rappresenta l'essenza di Hanna. È incredibile nelle scene d'azione, non tanto per la tecnica, che comunque è perfetta, ma per la forza spietata che trasmette con gli occhi. Adoro l'intensità che trasmette mentre strozza il padre.
Hanna è una storia di amicizia, consapevolezza, ribellione, ma sullo sfondo la storia va avanti. Come ci si concentra sui personaggi mentre parallelamente si sviluppa l'intreccio?
Esme Creed-Miles: Forse è la storia che definisce il personaggio.
Sarah Adina Smith: Perché ogni esperienza che vive le fa affrontare una nuova sfida. Il suo carattere emerge per tutto il corso della serie, attraverso i viaggi e gli incontri. È vissuta sola nel bosco col padre, una situazione confortevole, mentre ora viene catapultata in situazioni difficili e stimolanti. Questo da solo basterebbe a far emergere gli aspetti della sua personalità, ma è stata anche brava Esme, così come Mireille Enos e Joel Kinnaman, interpreti incredibili che hanno svolto un lavoro fantastico nei rispettivi ruoli. Una serie TV è il regno degli attori: io ho fatto due episodi e poi è subentrato un altro regista, ma sono loro che hanno cura di questi personaggi e si assicurano di accompagnarli nel modo migliore fino alla fine della stagione.
Hanna e il ruolo della donna
Ci racconti il dualismo del personaggio, tra l'ingenuità della scoperta del mondo e la conseguente vulnerabilità e l'istintiva ferocia?
Esme Creed-Miles: Per quanto riguarda la forza, è qualcosa di grande effetto, ma non particolarmente impressionante. È vero che è modificata geneticamente e ha capacità sopra la media, d'altra parte è la componente fantastica della serie, ma se prendi un qualunque bambino e lo sottoponi a un allenamento ad alta intensità puoi ottenere risultati incredibili. L'aspetto mentale, invece, non è qualcosa che si può allenare. Ha un grande coraggio e, a soli quindici anni, la determinazione di prendere nelle proprie mani la propria vita e il proprio destino. Questa è la sua vera forza, questa è una cosa che va sottolineata, che una giovane donna dovrebbe ammirare e usare da esempio. Io vivo a Londra, che è una città relativamente tranquilla, e ho paura a uscire da sola di sera, per quello che si sente e che può accadere, e a questo penso quando parlo della sua vulnerabilità: ha quindici anni e, anche se è perfettamente in grado di difendersi da sola, si trova in una posizione molto vulnerabile mentre è in giro per l'Europa, emotivamente vulnerabile, perché non ha nessuno che si occupi di lei e bisogna considerare quanto gli esseri umani siano animali sociali, dipendenti dalla propria famiglia e il proprio branco.
Sarah Adina Smith: Penso che al mondo farebbe bene se ci fossero più persone che si sentono vulnerabili, se la gente fosse più aperta alle proprie emozioni, ci sarebbe più compassione. Guardiano alla vulnerabilità come una forza, non una debolezza. In passato la forza è stata associata al tenere a bada le proprie emozioni e andare avanti, ma il bello di Hanna è il suo essere sia forte fisicamente che emotivamente vulnerabile allo stesso tempo. È la fonte del suo più grande potere.
E fa piacere vedere personaggi femminili così emancipati...
Esme Creed-Miles: Le convenzioni sociali di genere portano l'uomo a essere allo stesso tempo aggressivo e deluso nella propria mascolinità. Questo porta al suo rivalersi sulla donna, perché è così che la mascolinità tossica si manifesta. Se non ci fossero queste dinamiche sociali, la gente avrebbe una visione più realistica del sesso e della sessualità senza così tante dimostrazioni di violenza. Paesi in cui la religione è più opprimente, come l'est Europa e la Russia, sono quelli in cui le differenze di genere sono più estremizzate e sistematicamente introdotte dal punto di vista culturale. L'uomo è geneticamente più forte della donna, è la realtà sfortunatamente. Anche l'atto di penetrare sessualmente andrebbe maggiormente considerato e decostruito...
Sarah Adina Smith: Ecco, sono d'accordo e lasciami aggiungere qualcosa: andrebbe anche ritirata la parola scopare [ndr to fuck in inglese], perché c'è il concetto che chi scopa è colui che penetra l'altro. Ma io scopo mio marito, tutti scopiamo! Bisogna ritirare quella parola e avere una visione più compassionevole, a me dispiace per gli uomini che nella nostra società sentono di doversi allineare a un'idea. Non è giusto, non è bene per loro. Se dei bambini piangono, i maschietti sono consolati per meno tempo delle femmine, è una sciocchezza! È un contesto che ci è stato impresso nel cervello e nel quale tutti perdono. Tornando ad Hanna, quel che ha reso questo progetto così interessante per noi è l'idea di avere questa ragazzina cresciuta nei boschi, che non ha questo bagaglio di stronzate della società, può essere semplicemente umana, senza tutte queste aspettative del mondo che non hanno alcun senso. Ed è divertente per noi come per il pubblico dubitare di tutte queste aspettative.
E com'è stato interpretare qualcuno che non sa di tutto ciò, del punto di vista maschile dominante e può guardare al mondo per la prima volta?
Esme Creed-Miles: Semplicemente guarda al mondo dal punto di vista di un essere umano. Non fa altro che essere umana. Le dinamiche sociali provocano separazioni ed è stato liberatorio essere per tredici ore al giorno qualcuno che non sa di tutto ciò, che è concentrata su se stessa e il suo corpo. Lo sport e lo yoga sono state qualcosa di liberatorio per me, mi hanno fatto scoprire la mia fisicità. Ora riesco a sentire i miei muscoli! Mi sento potente!
Sarah Adina Smith: Molti uomini e donne vengono cresciuti vergognandosi della propria sessualità e del proprio corpo. Hanna è stata cresciuta senza questa vergogna, per lei la sessualità è solo un'altra forma di fame. Lo vediamo nella scena del night club, quando le viene insegnato come amoreggiare. Lei non sa come si fa, sa solo che le piace e che vorrebbe di più!
Questo è il chiaro esempio del perché sia importante che più donne facciano film...
Sarah Adina Smith: Quello che stiamo vivendo è un momento eccitante, l'inizio di un processo che farà emergere sempre più voci diverse che non avevamo modo di ascoltare prima. Mi sento fortunata a essere dove sono ora, perché so che ogni donna che è venuta prima di me ha contribuito a far sì che io lo sia. Sono orgogliosa di lavorare con Esme e le donne della prossima generazione, donne forti e femministe da cui io stessa ora sto imparando. Sto producendo un documentario sull'uguaglianza, è assurdo per esempio che gli Stati Uniti siano l'unico paese a non avere la donna nella costituzione. Ci siamo quasi, abbiamo fatto tanta strada, ma c'è ancora un bel pezzo di cammino da fare.