Forse George Lucas aveva ragione a non voler più mostrare la versione originale di Star Wars

Una recente proiezione di una copia originale di Guerre Stellari del 1977 tenutasi al BFI di Londra ha riacceso la questione delle modifiche fatte dal regista ai suoi film.

Una scena dal primo Star Wars del 1977

C'è un passaggio nel mai troppo celebrato Mank di David Fincher che è perfetto per descrivere l'essenza dell'esperienza cinematografica, sia in senso generale che nello specifico di quello che stiamo per dire su Star Wars. È quello in cui il produttore Louis B. Meyer ed Herman Mankiewicz camminano fra le vie in mezzo ai teatri di posa e il primo descrive così il mondo della settima arte: "This is a business where the buyer gets nothing for his money but a memory. What he bought still belongs to the man who sold it. That's the real magic of the movies. / Questo è un business dove il compratore con i suoi soldi non ottiene altro che un ricordo. Quello che ha comprato appartiene sempre a chi glielo ha venduto È questa la magia del cinema".

Alec Guinness è Obi-Wan Kenobi in Guerre Stellari
Alec Guinnes è Obi-Wan Kenobi in Guerre Stellari

Chi ha la possibilità di affermare il contrario? Nessuno. Perché tecnicamente è impossibile farlo. Cosa ci resta in mano dopo aver visto un film sul grande schermo? Nulla. Certo, possiamo comprarlo in digitale o su supporto fisico, ma anche in quel caso ciò che otteniamo è un diritto, una possibilità di fruizione domestica ripetuta, non la pellicola in sé. In tema di memorie cinematografiche, nessun caso è più eclatante della saga di Guerre Stellari, del primo film che ha dato il via all'epopea nel 1977 e dei due capitoli che sono arrivati dopo andando a formare quella che, convenzionalmente, viene chiamata Trilogia Classica.

Star Wars e la questione fandom

Da anni il fandom più attempato di Guerre Stellari dibatte in maniera accesa di una questione che per i fan e le fan più giovani della saga è probabilmente del tutto priva d'interesse. Le tante modifiche che, negli anni, George Lucas ha approntato alle sue pellicole. Sia alla Trilogia Classica che a quella Prequel anche se, per ovvie ragioni, sono sempre state quelle fatte a Una Nuova Speranza, L'Impero Colpisce Ancora e Il ritorno dello Jedi ad aver animato maggiormente le discussioni. Color grading, aggiunta d'inquadrature di raccordo e introduttive, scene in più, correzione digitale e aggiunta di effetti speciali digitali, lo spettro di Forza di Hayden Christensen al posto di quello di Sebastian Shaw.

Elstree 1976: un giovane George Lucas sul set di Guerre Stellari in un'immagine del documentario
Un giovanissimo George Lucas sul set del primo Star Wars

Tutte scelte artistiche che non sono andate ad aggiungersi ai final cut originali dei tre, leggendari lungometraggi. Col passare del tempo, queste nuove versioni hanno completamente sostituito anzi soppiantato le altre per volere del padre padrone di Star Wars, George Lucas. Il momento chiave è stato di certo il 1997 quando, in occasione del ventennale del primo episodio, quella che era ancora solo una Trilogia tornò al cinema dopo una fase di restauro che non aveva solo ripulito i frame, ma li aveva anche arricchiti con tutte le "patch" citate qualche riga fa.

Nel 2004, quando la Trilogia Classica stava per debuttare per la prima volta in Dvd, con la complicità di board internettiane sempre più rumorose, George Lucas affrontò di petto l'argomento in un'intervista rilasciata all'Associated Press in cui spiegava quanto segue: "L'Edizione Speciale è quella che volevo fin dal principio. L'altro film? È disponibile in VHS, se qualcuno volesse vederlo. Non spenderò - perché stiamo parlando di milioni di dollari - né il denaro né il tempo per restaurarlo, perché per me sono film che non esistono più. Volevo che i film fossero così come li vedete ora e mi dispiace che abbiate visto un film incompleto e ve ne siate innamorati. Ma sono io a decidere come deve essere. Sono io quello che deve prendersi la responsabilità, sono io quello che deve sopportare che tutti gli tirino continuamente sassi addosso. Quindi se così deve essere almeno ora me li tirano per qualcosa che amo e non per qualcosa che non ritengo valido e ultimato".

Star Wars: Kathleen Kennedy non lascerà la Lucasfilm entro l'anno. Ma forse dovrebbe farlo Star Wars: Kathleen Kennedy non lascerà la Lucasfilm entro l'anno. Ma forse dovrebbe farlo

"Sono io a decidere": fondamentalmente la questione si potrebbe chiudere con queste parole dette da George che abbiamo voluto ripetere. Possiamo indorare tutte le pillole che vogliamo, raccontarci tante favolette della buonanotte tipo "Un film appartiene anche ai suoi fan" che oggi vengono abbracciate con tanta convinzione aziendale da chiunque lavori a un grande franchise prodotto da na major, ma la cruda verità è che George Lucas ha tutto il diritto di fare ciò che meglio crede con le sue creazioni, a prescindere da quello che tutti noi possiamo poi pensare.

The memory remains

Già, il ricordo resta, come cantavano i Metallica in un brano curiosamente risalente anch'esso al 1997. E forse è meglio così. Già perché parlando di grandi saghe, chi vi sta parlando in questo momento appartiene a una generazione che la prima Trilogia di Guerre Stellari l'ha conosciuta in televisione. Il montaggio e il look erano quelli poco graditi a un Lucas che doveva necessariamente fare i conti con le limitazioni tecnologiche di quegli anni (anche se qualche cambiamento era già stato fatto), ma il punto è che per quel che mi riguarda, non ho idea di quanto arretrati potessero sembrare quelle pellicole. Non ho alcuna memoria della palette cromatica, di pupazzi che sembravano troppo posticci, di scene troppo statiche. Come insegna Louis B. Meyer, la Trilogia Classica mi ha lasciato un'eredità fatta d'indelebili ricordi a base di duelli con le spade laser, inseguimenti con le astronavi, pianeti stravaganti e creature bizzarre, buffe e pericolose. Di un costante senso di meraviglia per qualcosa di mai visto prima. E non è che ha a che fare con Star Wars solo per via della grande distanza temporale che mi separa dalle varie prime visioni.

Se dovessi fare un ragionamento analogo sul Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello, Le due torri e Il ritorno del Re e le drastiche modifiche alla fotografia che Peter Jackson ha deciso d'implementare attirandosi addosso critiche d'ogni tipo, il discorso sarebbe analogo. Dei giorni in cui vidi i tre film al cinema non ricordo nel dettaglio le scelte estetiche di Jackson e del compianto direttore della fotografia Andrew Lesnie: ricordo l'esperienza strepitosa del veder rappresentato sul grande schermo un mondo e dei personaggi che, per anni, mi ero divertito a immaginare nella mia testa leggendo i libri di Tolkien.

Ecco, è analogo a quello che di recente è avvento con la proiezione al British Film Institute di quella che è una delle poche (se non l'unica) copie esistenti della prima stampa di Star Wars risalente a 48 anni fa, ai giorni in cui era semplicemente noto in quella maniera, pare corroborare la nostra lettura. Robbie Collin del Telegraph scrive ad esempio che per gli standard attuali, la copia originale del capolavoro di Lucas "ha un aspetto terribile".

Guerre stellari: una scna con David Prowse e Alec Guinness
Il duello fra Darth Vader e Obi-Wan Kenobi

Nota che se, da una parte, i fan si sono sempre concentrati sulle modifiche più vistose (dal Jabba the Hutt in CGI a Greedo che spara per primo fino a una Mos Eisley più ricca di Trooper e creature), bisognerebbe riconoscere i giusti meriti a un George Lucas che, con le sue operazioni di rifinitura e pulizia, ha fatto sì che tanto soprattutto il primo Star Wars abbia perso quel mood da filmino con gente in costume che maneggia oggetti di scena posticci diventando una vera e propria space opera.

Nel suo articolo scrive che "Non sembrava di guardare un blockbuster nel senso moderno del termine, ma la più grande mascherata nel deserto che sia mai stata fatta". Per George Aldridge di Cinema Savvy, che dice di aver visto Una Nuova Speranza almeno 100 volte, questa proiezione è stata davvero un evento speciale, che tuttavia gli ha anche fatto realizzare che "ci sono così tanti cambiamenti fantastici nei film di Star Wars; sono quelli che non ci piacciono ad averli sempre oscurati". Pure lui ha notato che la copia era talmente diversa da dargli l'idea di "guardare il film per la prima volta".

Deus ex-machina VS necessità storiche

Il discorso con Guerre stellari non è tanto collegato alle polemiche alimentate dal fandom, quanto semmai di carattere storico. Che piacciano o meno a George Lucas, le prime versioni della Trilogia Classica di Star Wars sono quelle che hanno acceso quella fiamma che ha trasformato la saga in qualcosa d'incredibilmente importante per tantissime persone in ogni angolo del globo. Hanno un'importanza storica indiscutibile e come oggetti di storia andrebbero trattati e maneggiati. Dovrebbe esserci la possibilità di vederli in maniera legale visto che oggi, proiezione del BFI a parte, è possibile farlo solamente con delle copie scaricate illegalmente da internet.

Certo, non è facile che questa cosa possa accadere perché anche se la Lucasfilm è nelle mani della Disney da più di dieci anni, George Lucas ha ancora il coltello dalla parte del manico su svariate questioni. Non è un caso che la proiezione di Una Nuova Speranza tenutasi al BFI sia stata introdotta dalla stessa presidente della compagnia, Kathleen Kennedy, che si trovava a Londra per supervisionare il casting del nuovo lungometraggio della saga che vedrà Ryan Gosling come protagonista, Star Wars: Starfighter.

George Lucas e Alec Guinness sul set di Guerre Stellari
Alec Guinness e George Lucas sul set di Guerre Stellari

La dirigente, nel sottolineare che quella che il pubblico stava per vedere era davvero la prima stampa del film che, stando alle sue informazioni, potrebbe anche essere l'unica esistente in simili condizioni, ha anche ironizzato sul fatto che non si trattava di uno screening "illegale". La copia proiettata dal BFI è stata conservata per quattro decenni a una temperatura di -5 gradi Celsius per preservarne la qualità. Non abbiamo idea se questa operazione condotta dal BFI insieme alla Lucasfilm sia un segnale di un qualche ammorbidimento in vista del cinquantennale della saga che si festeggerà fra un paio di anni. Mentre aspettiamo, possiamo continuare a discutere animatamente se a sparare per primo doveva essere Han Solo o Greedo.