Grosso guaio all'Esquilino: La leggenda del kung fu, recensione: Lillo in un Cobra Kai all'italiana

La recensione di Grosso guaio all'Esquilino: La leggenda del kung fu, in cui Lillo recupera gli anni '80 e i film di kung fu in un divertente "Cobra Kai all'italiana" ambientato a Roma. Su Prime Video.

Grosso guaio all'Esquilino: La leggenda del kung fu, recensione: Lillo in un Cobra Kai all'italiana

Ci libereremo mai degli anni '80? Non è questo il giorno. E nemmeno il film: cominciamo la recensione di Grosso guaio all'Esquilino: La leggenda del kung fu, dal 6 aprile su Prime Video, confermando quello che suggerisce il titolo. Sì, è una parodia dei kung-fu movie. Sì, cita il film cult di John Carpenter Grosso guaio a Chinatown. Al posto di Kurt Russell però nel ruolo del protagonista c'è Lillo, ormai volto ufficiale di Prime Video Italia, dopo la partecipazione al programma comico LOL - Chi ride è fuori e la serie Sono Lillo.

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Grosso guaio all'Esquilino: La leggenda del Kung fu, una scena

Questa volta è Martino Carbonaro, ex attore di B-movie perennemente in arretrato con l'affitto, che cerca di andare avanti vivendo di rendita, grazie alla notorietà ottenuta con un vecchio film di arti marziali: Cintura Nera - Scontro totale. Idolo di Davide (Riccardo Antonaci) e Yang (Mario Luciani), che guardano a ripetizione le sue gesta, i due ragazzi, bullizzati da uno studente più grande, Nadir (Ismaelchrist Carlotti), gli chiedono aiuto. Vogliono imparare il kung fu per difendersi. Martino accetta. Soprattutto per rubare il salmone dalla cucina del ristorante gestito dalla madre di Davide, Asia (Carolina Crescentini).

Ambientato nel multietnico quartiere dell'Esquilino a Roma, Grosso guaio all'Esquilino: La leggenda del kung fu è un'operazione simile a quella fatta dalla serie tv Cobra Kai: prendere l'immaginario del film cult Karate Kid e vedere come reagisce in un contesto contemporaneo. Ovviamente in salsa italiana. Anzi, romana. Il risultato è un film leggero, che non si prende sul serio, e che, grazie soprattutto alla verve di Lillo, fa subito simpatia, strappando diverse risate.

Grosso guaio all'Esquilino: siamo pronti per il sequel su Nan-dò

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Grosso guaio all'Esquilino: La leggenda del Kung fu, una scena

Il duo di registi  YouNuts!, Niccolò Celaia e Antonio Usbergo, entrambi classe 1986, si sta specializzando nel riportare in vita i film e lo stile anni '80: dopo l'esordio cinematografico Sotto il sole di Riccione (2020), diretto erede di Sapore di mare (infatti a scrivere è Enrico Vanzina), non si sono più fermati. Nel 2022 è uscito ...altrimenti ci arrabbiamo!, altro sequel, questa volta dei film con Bud Spencer e Terence Hill. E ora tocca ai kung-fu movie.

L'operazione è simile a quella già fatta da Daniele Misischia in Il mostro della cripta (2021), in cui c'è sempre Lillo, lì nel ruolo di un esperto di fumetti ormai disilluso, che aiuta dei ragazzi a scoprire un mistero. Ancora anni '80, con il genere horror invece del film di arti marziali a fare da filo conduttore. Non riusciamo proprio a prescindere da quel decennio, che in effetti ha portato prepotentemente gli adolescenti sul grande schermo, mettendoli al centro dell'avventura. Oggi, grazie soprattutto al successo di prodotti come Stranger Things, oltre ai nostalgici, continua ad amarlo anche tutta una nuova generazione, che ha scoperto quella musica e quelle atmosfere.

Sono Lillo, il protagonista: "Sono felice di dare spazio a nuovi talenti come Lundini e Fanelli"

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Grosso guaio all'Esquilino: La leggenda del Kung fu, una scena

Non brilla di originalità Grosso guaio all'Esquilino: La leggenda del kung fu: ci sono sempre le magliette vintage di vecchie band e una colonna sonora infarcita di canzoni d'epoca come Super Freak di Rick James, ma grazie ai suoi interpreti diventa quasi una rimpatriata tra amici. I momenti migliori sono quelli della ricostruzione di Cintura Nera - Scontro totale: in pieno stile Grindhouse di Tarantino e Rodriguez, registi e attori si divertono a ricreare quell'estetica tra i set di Cinecittà, con tanto di pellicola sgranata e ringiovanimento facciale. Vero asso nella manica è il personaggio di Nan-dò, nome d'arte di Nando Ferretti, maestro di Martino, quello che conosce davvero il kung fu, interpretato da Giorgio Colangeli. Ecco, vedremmo molto volentieri uno spin-off sul suo personaggio.

D'altra parte non escludiamo che la saga possa continuare davvero, visto il finale: passati dalle medie al liceo, i protagonisti incontrano nuovi bulli. Ancora più grossi e ancora più esperti di lotta: fanno infatti parte del club Street Tigers (il loro giacchetto è bellissimo e può competere con quello di Cobra kai di Karate Kid e anche con quello dell'Hellfire Club di Stranger Things), fondato da Achille Matriciani (Yoon C. Joyce), storico rivale di Martino. Siamo pronti a vederli scontrarsi con i nostri protagonisti a colpi di arti marziali tra un "ahò" e un "non me tocca'".

Conclusioni

Come scritto nella recensione di Grosso guaio all'Esquilino: La leggenda del kung fu, il film degli YouNuts! è l'ennesimo omaggio nostalgico agli anni '80, con colonna sonora a tema, magliette vintage e riferimenti a film cult. Operazione simile a quella fatta dalla serie Cobra kai, la pellicola porta lo spirito del film Karate kid ai giorni nostri. Tra citazioni e omaggi, a fare la differenza è la simpatia del cast, Lillo su tutti.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • La simpatia di Lillo.
  • Il ruolo cult Nan-dò, interpretato da Giorgio Colangeli.
  • Le scene del film immaginario Cintura Nera - Scontro totale.
  • Il logo del club Street Tigers (che potrebbe far pensare a un sequel).

Cosa non va

  • L'idea ormai è stravista e il recupero degli anni '80 arrivato a saturazione.
  • Il cast giovane non è sempre all'altezza.