In apparenza, quello che ha riportato dopo anni Beppe Grillo a calcare i palcoscenici italiani potrebbe sembrare uno spettacolo in gran parte lontano da temi politici. In realtà, però, non lo è affatto. Pur non concentrandosi quasi mai su questioni che riguardano esplicitamente chi amministra la cosa pubblica e parlando poco, in maniera diretta, del movimento da lui fondato insieme a Gianroberto Casaleggio nell'ottobre del 2009, infatti, Grillo vs Grillo non può che essere visto come un one man show innanzitutto politico.
M5S, Steve Jobs e Napster
Il celebre comico e leader genovese per buona parte dello spettacolo racconta sì la sua storia, dall'infanzia ai primi lavori sino all'affermazione nel mondo dello spettacolo, ma lo fa con l'evidente obiettivo di esplicitare infine il proprio punto di vista sul senso della nascita del Movimento 5 Stelle e sulla portata a suo modo di vedere rivoluzionaria e storica del progetto politico di cui è indiscusso protagonista. Tanto da arrivare a paragonarlo a imprese innovative in differenti campi come quelle portate avanti da personaggi da lui molto stimati quali Elon Musk (ideatore di Paypal e Tesla, la macchina elettrica che si guida da sola), Bertrand Piccard (il primo a fare nel 2015 il giro del mondo con un veivolo ad energia solare) e Steve Jobs (il fondatore della Apple che non ha certo bisogno di ulteriori presentazioni). O ancora al fenomeno di Napster, il programma di file sharing che alla fine degli anni novanta, pur tra numerose polemiche di carattere legale ed etico, cambiò per sempre il nostro modo di fruire la musica.
Uno spettacolo divisivo, ma piuttosto piacevole e spassoso
Lo spettacolo disponibile su Netflix a partire dal 10 febbraio non è altro che una registrazione dell'ultima tappa del tour di Grillo vs Grillo, andata in scena lo scorso 12 dicembre in un Teatro Politeama Genovese gremito in ogni ordine di posto. Per la natura intrinsecamente politica di cui abbiamo detto, finirà però inevitabilmente per dividere chi avrà modo di vederlo sulla nota piattaforma streaming, così come del resto ha diviso spettatori e giornalisti quando nel 2016 è stato portato nei teatri di varie città italiane.
Al di là se si condividano o meno le idee di Beppe Grillo o se si sia effettivamente disposti a passare sopra ad alcuni paragoni che potrebbero facilmente sembrare arditi e/o poco modesti, Grillo vs Grillo è comunque uno spettacolo di un'ora e mezza che scorre piuttosto piacevolmente, potendo contare su alcuni momenti anche molto divertenti. Soprattutto nella prima corposa parte in cui Grillo si concentra sulla propria storia personale, con battute sul rapporto con il padre, sulla nascita e lo sviluppo della sua carriera nel mondo dello spettacolo e sull'amicizia con Renzo Piano, che negli ultimi anni sembrerebbe essersi un po' incrinata a causa di alcune divergenze. A quest'ultimo proposito, particolarmente spassosi sono i racconti (con tanto di immagini a supporto) dei loro battibecchi dal dentista e del viaggio fatto insieme negli Stati Uniti per partecipare a una cerimonia in cui l'architetto genovese ricevette un prestigioso riconoscimento dall'allora Presidente degli Stati Uniti Clinton.
Beppe Grillo: comico o politico?
Quello che rimane ancora da capire è cosa intenda fare Grillo in futuro: portare avanti la carriera di comico, che in passato gli ha dato grandi soddisfazioni ma che negli ultimi anni ha dovuto tralasciare, o concentrarsi esclusivamente sulla politica? Lo stesso Grillo sembra non saperlo ancora, apparendo però consapevole durante lo show che le due attività sono inconciliabili e dando l'impressione di non disdegnare affatto la prospettiva di un ritorno alle origini. Sarà per questo, forse, che alla fine dello spettacolo si lancia in un appello non privo di autoironia: mentre dà da mangiare ad alcuni spettatori dei grilli fritti, giocando sul suo cognome e facendo così il verso al rituale della consumazione dell'ostia, invita tutti i presenti a diventare leader di se stessi e ad aiutare in questo modo il Movimento 5 Stelle a cambiare l'Italia e l'Europa. Prima di chiedere ad ognuno di loro, nessuno escluso, di mandarlo all'unisono a quel paese.