Il plot
James Gordon, veterano dell'esercito e figlio di uno stimato procuratore distrettuale, è il nuovo detective ingaggiato nel Dipartimento di Polizia di Gotham City. James, fidanzato con Barbara, viene affiancato al detective Harvey Bullock, un poliziotto cinico e dall'ambigua moralità. Il loro primo incarico riguarda l'omicidio di Thomas Wayne, un ricchissimo ed influente industriale di Gotham, e di sua moglie Martha, assassinati da un presunto rapinatore davanti agli occhi del loro figlioletto Bruce.
Bullock decide di rivolgersi a Fish Mooney, una sua informatrice, nonché il braccio destro del potente boss criminale Carmine Falcone. Grazie a una soffiata della donna, James e Bullock ricollegano la responsabilità del delitto a un balordo di nome Mario Pepper, che tenta di evitare l'arresto con la fuga per poi essere ucciso con un colpo di pistola da Bullock. Il caso sembrerebbe risolto con successo, ma l'infido Oswald Cobblepot, uno dei tirapiedi di Fish Mooney, fa arrivare alla polizia un'altra verità: Pepper non è altro che un capro espiatorio incastrato dalla Mooney per coprire qualcun altro.
Quando l'informazione arriva all'orecchio di James, il detective decide di andare fino in fondo alla vicenda e si presenta al cospetto di Fish Mooney, ma viene immobilizzato e picchiato. Bullock prova a convincere la Mooney a risparmiarlo, ma la donna ordina di far uccidere entrambi; a risolvere la situazione è lo stesso Falcone, determinato ad evitare la morte di due poliziotti. Bullock e James sono dunque risparmiati, ma in segno di obbedienza a Falcone Gordon dovrà giustiziare Cobblepot; il detective, tuttavia, non accetta un tale compromesso e si limita a fingere di sparare all'uomo, per poi spingerlo in acqua...
Commento all'episodio
La genesi di un immaginario mitico sembra essere invariabilmente legata ad un atto di "violenza fondativa"; e se consideriamo l'universo dei supereroi come l'equivalente più prossimo alla mitologia che la cultura pop del ventesimo secolo ci abbia offerto, tale atto di violenza è destinato a riproporsi come elemento alla base della nascita di ogni personaggio eroico. Nel caso di Gotham, tuttavia, il focus del racconto è il frutto di una significativa oscillazione: dalla figura ormai celeberrima di Batman, il "Cavaliere Oscuro" creato dalla fantasia di Bob Kane nel 1939 e protagonista di innumerevoli trasposizioni fra cinema, TV e fumetti, l'attenzione scivola infatti a colui che, da sempre, si batte contro il crimine alla luce del sole, come baluardo di una legalità istituzionalizzata, complementare alla giustizia (assai più ambigua ed indefinibile) di cui Batman si è autoproclamato il paladino, il futuro commissario James Gordon.
L'altra, intrigante premessa, rispetto all'operazione di Gotham, consiste nella possibilità di proporre un intreccio che, prendendo a modello eroi e villain del fittizio microcosmo di Gotham City, abbia poi l'occasione di svilupparsi in direzioni nuove ed inedite, esplorando per l'appunto l'antefatto della "nascita" di Batman, ma anche dei suoi avversari storici. Un intento ambizioso per un progetto dall'immenso potenziale, affidato dalla Fox nelle mani di Bruno Heller, figlio del grande sceneggiatore tedesco Lukas Heller (autore degli script di alcuni cult-movie di Robert Aldrich) e già creatore delle serie Roma e The Mentalist. Ma Heller, che colloca le vicende del giovane detective Gordon in una Gotham City plumbea e inquietante, non troppo dissimile da quella dipinta da Christopher Nolan nella sua trilogia sul Cavaliere Oscuro, decide di non correre ulteriori rischi, rifuggendo sia da scelte stilistiche azzardate o 'autoriali' (e in questo senso, il pilot di Gotham sfodera da subito un'aurea mediocritas inevitabilmente deludente), sia da una complessità - narrativa e tematica - che avrebbe potuto rendere questa nuova serie un gioiello della fiction televisiva.
Il sentiero battuto da Heller è quello ben più convenzionale di un thriller metropolitano che innesta gli elementi del genere poliziesco in un contesto gravido di riferimenti e di allusioni, diretti in particolare ai (numerosissimi) fan del supereroe di Bob Kane. Il pilot risulta dunque incentrato in prevalenza sul contrasto creato dall'accoppiata di due detective agli antipodi: James Gordon, integerrimo, coraggioso ed idealista, interpretato da un discreto Ben McKenzie (per il quale, a sette anni dall'ingloriosa chiusura di The O.C., questa potrebbe essere l'opportunità di una carriera); e Harvey Bullock (Donal Logue), pragmatico, spregiudicato e fin troppo disposto a scendere a compromessi con il crimine. Nel frattempo, naturalmente, non manca la "violenza fondativa" di cui si diceva poc'anzi: l'omicidio dei genitori del piccolo Bruce Wayne (David Mazouz), premessa a quell'ardente desiderio di giustizia (e di vendetta) dal quale, un giorno, avrà origine l'Uomo Pipistrello.
I villain di Gotham
Fin dall'episodio pilota, Gotham è costellata dalle apparizioni, più o meno fugaci, dei futuri avversari di Batman, anch'essi in attesa di una 'evoluzione' che li porterà a trasformarsi nei suggestivi super-criminali che hanno contribuito in misura essenziale alla straordinaria popolarità del Cavaliere Oscuro. Al di là dei rapidi camei di Selina Kyle (Camren Bicondova), Edward Nygma (Cory Michael Smith) ed Ivy Pepper (Clare Foley), i veri "cattivi" di Gotham City, per ora, sono il boss mafioso Carmine Falcone (John Doman), la sua compare Fish Mooney, sadica gangster alla quale Jada Pinkett Smith conferisce una connotazione quasi camp, e Oswald Cobblepot (Robin Taylor), un Pinguino viscido e mellifluo, ma lontanissimo dal ritratto - al contempo tragico e grottesco - fornito nel 1992 da Danny DeVito in Batman - Il ritorno di Tim Burton.
What's next
Il pilot di Gotham si chiude con l'amara consapevolezza, da parte di James Gordon, che a Gotham City le forze dell'ordine e il crimine sono due entità legate a doppio filo, e che per amministrare la legge sembra impossibile non sporcarsi le mani. Per il giovane detective, l'obiettivo sarà apprendere come combattere questa guerra per lui ancora sconosciuta e, intanto, tentare di riportare una luce di speranza nello sguardo smarrito di Bruce Wayne...
Conclusioni
Nella sua pedissequa aderenza tanto alle convenzioni del poliziesco televisivo, quanto agli elementi tradizionali sulle origini di Batman, il pilot di Gotham non risulta esente da una sottile nota di delusione: per quanto complessivamente apprezzabile e dotato di un ritmo serrato, il primo episodio della nuova serie più attesa della stagione televisiva avrebbe potuto osare maggiormente, o quantomeno adoperare un linguaggio più innovativo e sorprendente. Rimane comunque la fiducia nei confronti di un prodotto dalle potenzialità altissime.
Movieplayer.it
3.0/5