Un lungo pit-stop di tre mesi ci ha tenuto lontani dalla nostra blogger preferita e dagli scandali che coinvolgono i ragazzi dell'Upper East Side, che sono finalmente tornati con l'obiettivo di coinvolgerci sempre più nelle loro scabrose (dis)avventure in quel di Manhattan.
La preoccupante crisi negli ascolti con cui avevamo lasciato la serie sul finire del nuovo anno persiste, precipitando sotto l'1,80 milioni di spettatori purtroppo anche in questo tredicesimo episodio, che in realtà meriterebbe un po' di fiducia in più.
Le lunghe pause possono sempre rappresentare un pericolo a metà stagione, col rischio che gli spettatori perdano il filo della trama o vengano attratti da nuove serie mettendo in discussione telefilm più "anziani" relegandoli nel dimenticatoio, ma è altresì vero che uno stop a volte può anche giovare.
La CW adotta spesso questa scelta, basti guardare anche gli altri teendrama del network come 90210 e Melrose Place (che tanto teendrama poi non è) anch'essi in ripresa in questi giorni dopo lo stop di dicembre, e il più delle volte questa soluzione si rivela molto utile ai fini della storia: fermarsi qualche mese per fare il punto della situazione e adottare nuove scelte stilistiche e narrative può giovare allo show, soprattutto se in caduta libera e sottotono, come nel caso di Gossip Girl, dove il break appare come l'unica alternativa possibile per evitare un appiattimento nella sceneggiatura e nell'evolvere degli eventi.
La situazione a dir poco caotica e confusa che avevamo lasciato nell'Upper East Side, in seguito al Giorno del Ringraziamento, ci aveva lasciato l'amaro in bocca visti gli standard molto alti cui eravamo abituati: soprattutto il personaggio di Serena, da sempre ribelle e sopra le righe, aveva raggiunto dei livelli a dir poco eccessivi e privi di senso logico, eguagliabile solo da un'altra protagonista, Jenny, non più credibile nel suo ruolo da sedicenne, gettando lo spettatore nel caos più totale.
Questo nuovo episodio, The Hurt Locket (da The Hurt Locker, film di Kathryn Bigelow che ha trionfato agli Academy Awards 2010 aggiudicandosi ben 6 statuette, tra cui quella di miglior film e miglior regia), riassume lo stato attuale dei protagonisti, aprendo nuovi spunti per il futuro e tentando di chiudere inutili porte aperte in passato.
L'episodio, diretto da Malchus Janocko, risulta divertente e spregiudicato al punto giusto, e non è un caso che alla sceneggiatura ci sia, oltre a Josh Schwartz (il creatore della serie), anche Stephanie Savage, autrice di alcuni tra gli episodi maggiormente riusciti di Gossip Girl.
Tra la precoce crisi matrimoniale scoppiata tra i novelli sposi Lily e Rufus, e le surreali peripezie di Jenny che si ritrova a confezionare una giacca d'alta moda in cui nascondere pasticche di ecstasy, spicca l'ironia sagace e cinica di Blair, più in forma che mai.
La brunetta torna a splendere come una volta dando ulteriore riprova di un graduale cambiamento, da noi auspicato mesi fa, e in atto ormai da un paio di episodi a questa parte. La Waldorf, sempre impegnata a inserirsi con fatica alla NYU e in particolar modo nel circuito delle società segrete universitarie, mette da parte il suo ego per offrire aiuto a Chuck, impegnato su altri fronti: sulle tracce di una misteriosa donna avvistata nei pressi della tomba del padre, il giovane Bass si convince che altri non potrebbe essere che sua madre, la cui morte lo ossessiona da diciannove lunghi anni, senza dargli mai tregua.
Spalleggiato da Blair, Chuck affronta l'emblematica Elizabeth, in una scena molto intensa e commovente, dove Blair riesce ad aver la meglio e a far breccia nella sensibilità della donna, che sebbene all'inizio menta al ragazzo, sul finire dell'episodio lo chiama per un chiarimento: chiamata che ovviamente Chuck non riceve, ma a cui siamo certi che prima o poi risponderà.
Di pari passo con il progredire di Westwick, anche la collega Leighton Meester, ormai imprescindibile dal personaggio di Blair, a cui riesce a conferire in maniera equilibrata la giusta dose di ironia, e la saggezza di una giovane donna che riesce a infondere coraggio e supporto morale al compagno in crisi.
Degna di nota e ricca di humour la scena in cui, con indosso della lingerie sexy e un cappello da colbacco, imitando Anna Karenina, invita Chuck a trascorrere un pomeriggio di passione insieme: l'atteggiamento infantile da bambina un po' capricciosa si sposa a meraviglia con quello della femme fatale (che un tempo apparteneva a Serena), e l'ottimo risultato ottenuto è l'ulteriore conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che è lei la regina indiscussa della serie.
Parallelamente, è ancora in bilico il personaggio della Van Der Woodsen, ora sulla via della redenzione a quanto pare, dopo aver fatto il diavolo a quattro nelle ultime puntate trasmesse. Confusa e spaesata, Serena negli ultimi tempi ne ha combinate davvero di tutti i colori, abbandonando l'università ancor prima di cominciarla e improvvisandosi organizzatrice di eventi, finendo sulle copertine dei principali tabloid a causa delle sue scappatelle, per terminare poi con Tripp e scatenando così le furie della perfida Maureen.
Con questa novella (per così dire) storia d'amore, torna anche quel pizzico di sfrontatezza che contrassegnò i primi episodi di Gossip Girl, e le travolgenti scene d'amore tra Blake Lively e Chase, riportano alla luce quell'atteggiamento spudorato e malizioso che sempre abbiamo apprezzato nella serie.
Ci sentiamo quindi pronti a dare una chance a Serena e Nate, con l'auspicio che la coppia duri a lungo e non si esaurisca in una manciata di secondi come spesso accade, a dispetto della comune convinzione, finora ancora fondata, che nessuno riuscirà mai a superare il perfetto connubio instauratosi tra Chuck e Blair.
Sempre che Gossip Girl non ci metta lo zampino.