Good Omens è finalmente arrivata nel catalogo di Amazon Prime Video ed è un gran traguardo, perché l'adattamento del romanzo firmato nel 1990 da Neil Gaiman e Terry Pratchett ha subito una gestazione lunga e travagliata, passando di mano in mano (tra le quali anche quelle del geniale Terry Gilliam), fino a tornare al suo creatore originale. "Devi farlo tu!" Racconta Gaiman ricordando le parole di Pratchett poco prima di morire, una richiesta che l'ha spinto a occuparsi dell'adattamento in prima persona. "Tornai a casa dopo il funerale," ricorda l'autore, "e iniziai a scrivere il primo episodio." E il risultato è in linea con lo spirito, lo stile e il tono del romanzo noto in Italia come "Buona Apocalisse a tutti!", brillante e ricco come abbiamo evidenziato nella nostra recensione di Good Omens, inserito nel catalogo di Prime Video dal 31 Maggio.
La fine è vicina!
Il mondo in cui viviamo oggi è politicamente drammatico. Quanto Good Omens riflette questa situazione?
Neil Gaiman: Vorrei che non fosse appropriato quanto è. Quando io e Terry Pratchett abbiamo scritto il libro, esattamente trenta anni fa perché era il 1989, la situazione era molto diversa e il muro di Berlino era appena caduto. Il mondo sembrava andare a gonfie vele e ci siamo divertiti a immaginare quanto fosse improbabile un'Armageddon. Ora la gente non fa che congratularsi con noi per il nostro tempismo e una serie che sembra quella giusta per i giorni nostri, ma io sarei felice di essere molto meno sul pezzo, guardarmi intorno e poter dire "sì, abbiamo una storia sulla fine del mondo, ma certo è molto improbabile oggi!"
Douglas MacKinnon: Credo che uno dei messaggi di Good Omens sia che la polarizzazione non funziona. Una delle cose peggiori che stiamo vedendo nel mondo di oggi è la polarizzazione riguardo ogni singola cosa, a cominciare dalla politica, e il messaggio della serie è che questo non può funzionare, che anche un angelo e un diavolo, i due personaggi sulla carta più polarizzati di tutti, possono trovare un terreno comune, bere un bicchiere di vino, una tazza di tè, brindare e chiacchierare. Qualcosa che i nostri leader mondiali dovrebbero imparare a fare sul serio, ne beneficeremmo tutti.
Quali sono gli aggiornamenti più consistenti che avete apportato alla storia passando dal 1990 a oggi?
Neil Gaiman: La cosa più strana per me è stata proprio il dover aggiornare praticamente ogni cosa e sentirmi dire che la storia è incredibilmente attuale. Si parlava di caccia alle balene in Giappone e l'hanno appena reintrodotta, così come i discorsi sulla foresta pluviale, i cambiamenti climatici e così via. L'idea principale della storia è che la pace è meglio della guerra, parlare è meglio che sparare, uccidere la gente per provare di essere nel giusto è fondamentalmente immorale, e che abbiamo soltanto questo pianeta ed è un posto fantastico in cui vivere, perché ha tè, brindisi, sushi, grande musica e malgrado ogni scoperta che facciamo sull'universo, non sappiamo dell'esistenza di nulla di tutto ciò in nessun altro luogo là fuori. E dovremmo aver cura di questo pianeta e custodirlo per i nostri ragazzi. Questo è tematicamente il punto centrale del romanzo e mi piacerebbe poter dire "oh ma sono cose che abbiamo risolto nel frattempo!"
Douglas Mackinnon: Uno dei principali aggiornamenti fatti riguarda la battuta ricorrente dei Queen nell'auto di Crowley: nel libro ogni volta che una cassetta entra nell'auto, diventa una cassetta dei Queen, e l'abbiamo dovuta rendere con dei CD.
Neil Gaiman: Che sono comunque obsoleti ormai! (scherza)
Neil Gaiman e l'approccio alla scrittura di Good Omens
È cambiato l'approccio alla scrittura per una serie che può essere vista tutta insieme rispetto a una programmazione serializzata?
Neil Gaiman: Sì, abbiamo fatto un film di sei ore, così lo abbiamo considerato nel corso della realizzazione. La scorsa domenica abbiamo fatto una proiezione per il cast a cui hanno partecipato centinaia di persone che hanno lavorato alla serie, e siamo rimasti lì a guardarla dalle 2 alle 8, per intero.
Douglas MacKinnon: Sarà così anche ai festival, per esempio sarà proiettato per intero al festival di Edimburgo il 29 giugno. Credo sia un'indicazione importante dell'ibridazione attuale tra cinema e televisione: l'abbiamo realizzata come un film, verrà trattata come tale e sarà interessante vedere come sarà accolta in tal senso. Ci piacerebbe che i fan del libro la divorino tutta non appena andrà in catalogo!
Rob Wilkins: I fan già dicono che è quello che faranno, ma vedremo se ce la faranno, perché leggevo di tanta gente che si preoccupava delle tre ore di Avengers: Endgame e qui sono sei. Ma è Good Omens, è un piacere!
Douglas MacKinnon: Non credo sia un problema, mio figlio mi diceva qualche giorno fa che i ragazzi hanno una strategia di disidratazione per affrontare le tre ore di seguito.
Questo adattamento è stato affrontato e rimandato più volte. Quali sono stati i principali ostacoli nel portarlo su schermo?
Neil Gaiman: La ragione per cui era considerato infilmabile è che il libro ha una struttura molto ben definita, ma devi leggerlo con attenzione per capirla, perché sembra una follia senza freni. La mia comprensione del testo è stata sicuramente utile in tal senso. In più ormai siamo in un mondo tecnologico in cui la CGI è diventata un altro strumento a disposizione di chi fa cinema e TV.
Douglas MacKinnon: La TV non poteva avere la fantasia dei libri, prima c'erano cinque inquadrature in CGI in una serie, in Good Omens ce ne sono dodicimila! Netflix e Amazon permettono di fare cose del genere, le televisioni tradizionali non ci avrebbero mai affidato il budget che abbiamo avuto a disposizione, mentre ha perfettamente senso per Amazon dal punto di vista finanziario e creativo.
In ottobre Amazon ha annunciato un vostro accordo di lunga durata. Dopo American Gods e Good Omens, cosa possiamo aspettarci?
Neil Gaiman: Non vedo l'ora di scoprirlo! (scherza) La cosa bella di fare un accordo del genere con Amazon è che per loro, finché continuo a fare cose, per loro va bene. Ora sono ancora concentrato su Good Omens...
Douglas MacKinnon: Su, ormai l'abbiamo finito!
Neil Gaiman: No no, non è finito per me finché non fa il suo ingresso nel mondo. In ogni caso ho adorato lavorare con la gente di Amazon nel fare Good Omens. Non si può lodare abbastanza quanto abbiano supportato la nostra visione artistica. Ci hanno permesso di fare questa serie come volevamo e volevano che ne facessimo la migliore versione possibile. Una volta finita questa ho detto loro: "OK, ragazzi, continuerò a fare televisione con voi!"