Good Kill: Ethan Hawke, January Jones e Zoe Kravitz a Venezia

Le star della pellicola incentrata sulla guerra dei droni e diretta da Andrew Niccol raccontano la loro esperienza sull'ipertecnologico set.

Sbarco in laguna al completo per il cast di Good Kill, ultima pellicola in concorso di questa 71esima edizione della Mostra di Venezia che si concluderà domani sera. Ethan Hawke, January Jones e Zoë Kravitz sono presenti per sostenere la pellicola che affronta il delicato tema della guerra al terrorismo. E di supporto il regista Andrew Niccol ne avrà bisogno vista l'accoglienza riservata da molta stampa al suo film per l'eccesso di retorica militarista filoamericana che si addensa nel finale.

Star del film è Ethan Hawke nei panni di un pilota di droni che opera in una base militare del Nevada. Quando la CIA decide di utilizzare i suoi servigi per la guerra al terrorismo a distanza l'uomo, che non condivide metodi e tattiche dell'Intelligence, è talmente oppresso dalla frustrazione e dai sensi di colpa per essere costretto a uccidere innocenti da mettere in crisi anche il rapporto con la bella moglie January Jones. Al suo fianco vi è, inoltre, Zoe Kazan, giovane co-pilota pasionaria che lo affianca nelle missioni nonostante l'avversione crescente nei confronti del suo lavoro.

Niccol, intimidito dalle reazioni che ha scatenato il suo lavoro, spiega pacato: "Ciò che mi ha convinto a dedicarmi a questo progetto è la sua natura schizofrenica. Sulla questione dei droni non ho voluto prendere una posizione, ma ho cercato di restare in equilibrio senza schierarmi da un parte né dall'altra. Mi interessava mostrare una realtà particolare, quella dei piloti di droni. Ammetto che girare questo tipo di film senza appoggio militare è stato molto complicato. Abbiamo provato a chiedere la collaborazione dell'esercito, ma loro hanno fatto un passo indietro perché non sapevano come affrontare il problema. Non sapevano come avremmo trattato un tema nuovo".

La guerra telecomandata

Venezia 71: Ethan Hawke al photocall di Good Kill
Venezia 71: Ethan Hawke al photocall di Good Kill

Good Kill affronta le conseguenze della guerra e delle azioni militari a distanza su coloro che pilotano i sofisticati congegni mostrando come questi stiano ormai prendendo piede fino a sostituire gli aerei tradizionali. "Operare come davanti a una gigantesca Playstation cambia la prospettiva dei militari modificando la loro percezione della guerra" prosegue Niccol. "Non voglio spiegare il finale del film a chi non l'ha visto, ma il protagonista si pone come una sorta di vigilante. Prima di girare Good Kill ho parlato a lungo con ex piloti di droni. Talvolta gli capita di assistere a violenze che non sono legate alle missioni. E' una sorta di legge della giungla. Ho voluto lasciare il finale del film aperto perché non mi interessava mostrare il bene e il male. Non voglio dire se sono contro o a favore dell'uso dei droni. Spetta al pubblico decidere".

Riguardo alla complessità del suo personaggio, il pilota esperto messo alla guida dei droni, Ethan Hawke commenta: "Quella attualmente all'opera, è la prima generazione di soldati costretta ad affrontare questo problema. Abbiamo cercato di mostrare l'aspetto umano di persone che vivono questa situazione. Mio nonno ha combattuto in Germania, ma non ha mai analizzato le conseguenze. Oggi invece si affrontano le questioni con maggior attenzione. Che cosa sentono i soldati? Che cosa raccontano alle famiglie quando tornano a casa dopo il lavoro? Questo è ciò che volevo analizzare". Riflettendo sulla natura del suo personaggio, Hawke aggiunge: "Il mio personaggio vuole tornare su un aereo perché sente che è più giusto mettere a repentaglio la propria vita per il proprio paese, mentre i piloti di droni non sono a rischio incolumità. Cerca qualcosa in cui credere, perché comincia a confondere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, non riesce a dare un senso a ciò che fa".

Le conseguenze dei conflitti

Venezia 71: Ethan Hawke, January Jones e Zoe Kravitz al photocall di Good Kill
Venezia 71: Ethan Hawke, January Jones e Zoe Kravitz al photocall di Good Kill

Il parallelo tra le riprese aeree del deserto del Nevada e quelle di Pakistan e Afghanistan mostrate attraverso l'occhio dei droni crano un paragone stringente suggerendo che presto anche la popolazione americana o europea potrebbe dover fare i conti con questo strumento. Come spiega Andrew Niccol: "Orwell si rigirerebbe nella tomba se sentisse parlare di 'autodifesa preventiva', ma ormai i droni sono una realtà. Per ricreare i legami tra le forze aeree e la CIA abbiamo avuto un consulente che ci ha aiutato a mettere in scena la rivalità che esiste, dovuta a diversi livelli di coinvolgimento".
Descrivendo la preparazione necessaria per calarsi nei panni del pilota di droni, Ethan Hawke racconta: "Andrew riesce a creare un'atmosfera bellissima sul set. E' stato affascinante incontrare queste persone che operano con strumenti molto sofisticati. Lavorando a questo film ho conosciuto una realtà a cui nessuno ci pensa. I droni sono un'arma molto efficace che si sta diffondendo sempre di più. Come tutte le armi, l'utilizzo comporta delle questioni morali".
Aggiunge Zoe Kravitz: "La preparazione del film è stata noiosa. Abbiamo lavorato con piloti di droni veri e posso dire che nel film l'azione è esagerata. Si tratta di uomini e donne che, per la maggior parte del tempo, stanno seduti in stanzette senza fare niente davanti a una sorta di videogame. E' logorante sia dal punto di vista fisico che emotivo". E' la volta di January Jones, statuaria moglie del personaggio di Hawke nel film: "Io invece non ho parlato con nessuno. Andrew mi ha fornito dei documenti, frutto di una ricerca, e io ho cercato di farmi un'idea sulla situazione delle famiglie che cercano un sostegno psicologico per questo tipo di problemi". Quando a Andrew Niccol viene, infine, chiesto cosa si aspetta dalla release americana dichiara: "Non ho alcuna aspettativa e non so come il pubblico accoglierà il film, ma spero che alimenti la discussione preventiva. Il mio è un film che tratta questioni apparentemente lontane, ma in realtà sempre più attuali".