A circa due settimane dalle nomination ai premi Oscar di quest'anno ed un mese e mezzo alla successiva assegnazione dei premi, non possiamo trascurare il significato che i Golden Globes assegnati ieri potranno avere in proiezione futura.
Fondamentale in tal senso la vittoria di Avatar, avvenuta nelle due categorie principali: aver premiato film e regia, trascurando la colonna sonora di James Horner ed il tema finale cantato da Leona Lewis, dimostra la volontà di riconoscere il valore dell'opera in sè e non solo di dare un contentino all'operazione, ed un simile atteggiamento potrebbe trovare un parallelo di qui ad un mese e mezzo nel corso della Notte degli Oscar.
Se il film di James Cameron è quindi il vincitore morale di questa edizione, e se è vero che quasi tutti i principali film in gara hanno ottenuto almeno un riconoscimento, sono pochi i veri sconfitti che sono rimasti totalmente a bocca asciutta. E' il caso di Invictus, Nine e The Hurt Locker, con delusione particolare per il film di Kathryn Bigelow, che non essendo riuscito ad imporsi nonostante l'amprio apprezzamento della critica, lascia pensare ad una sorte simile in vista degli Academy Awards.
Sorprende un po' anche la vittoria di Una notte da leoni come commedia, non per il valore del film, ma per la concorrenza agguerrita che ha dovuto superare in una categoria ricca di film che avrebbero potuto vincere. Tra gli attori i premi per i non protagonisti sono stati assegnati secondo le previsioni con Waltz e Mo'nique vincitori annunciati, sia per l'indiscutibile bravura, sia per l'andamento della Award Season fin qui; ma non si poteva dire altrettanto per i protagonisti: Meryl Streep era favorita, è vero, ma con due film in gara il rischio di disperdere i voti a vantaggio di una collega era concreto. Inoltre si faticava a prevedere quale dei due ruoli dell'attrice avesse colpito maggiormente, anche se a conti fatti appare naturale la predilezione per la parte di Julia Child in Julie & Julia, considerato l'apprezzamento dei Globes per i personaggi reali. Soprende anche la vittoria di Robert Downey Jr., difficile da prevedere nonostante il suo ruolo in Sherlock Holmes abbia riscosso apprezzamenti piuttosto unanimi da parte della critica, perchè circondato da colleghi di bravura assoluta.
Tra i ruoli drammatici la vittoria di Jeff Bridges è quella dell'outsider rispetto ai favoriti della categoria, anche a sugello di una carriera sempre di alto livello che solo negli ultimi tempi si è arricchita di ruoli di spessore, mentre risultava molto più prevedibile quella di Sandra Bullock, che arriva come conferma anche in proiezione Oscar: è l'anno dell'attrice, che proprio di recente ha raggiunto il record come attrice protagonista che, senza una figura di spicco maschile accanto, ha portato un film oltre i 200 milioni di dollari. Meno scontata di quanto apparirebbe è la vittoria di Up nella categoria dei film d'animazione, perchè anche Fantastic Mr. Fox - Una volpe troppo furba di Wes Anderson è stato molto amato dalla critica. Evidentemente, al momento di tirare le somme, il valore del gioiello di casa Pixar è risultato agli occhi della maggior parte dei votanti impossibile da ignorare, al pari della stupenda atmosfera del suo score firmato Michael Giacchino.
Resta infine in Italia la delusione per Baarìa, il film di Giuseppe Tornatore in gara come miglior film straniero, che si è visto sconfitto da Michael Haneke ed il suo Il nastro bianco. Una delusione prevedibile, perchè il film italiano non era il favorito della categoria, incentrata sullo scontro tra Haneke e lo Jacques Audiard de Il profeta, per la riproposizione di un testa a testa già vissuto a Cannes 2009. Sia allora che adesso la vittora è andata ad Haneke (in quel caso Audiard si era dovuto accontentare del Gran premio della giuria) ed è probabile che il terzo round di questo duello si verificherà alla prossima notte degli Oscar, con Baarìa ancora una volta speranzoso di approfittare.