God’s Favorite Idiot, la recensione: Netflix e la commedia “divina”

La recensione di God's Favorite Idiot, serie originale Netflix realizzata da Ben Falcone insieme alla moglie Melissa McCarthy.

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God's Favorite Idiot: Melissa McCarthy in una scena della serie

Con la recensione di God's Favorite Idiot, nuova serie comedy di Netflix composta da otto episodi di mezz'ora ciascuno, torniamo nel mondo di Ben Falcone, attore e cineasta che è solito recitare in ruoli minori al fianco della moglie Melissa McCarthy e, da alcuni anni, dirigerla nei propri film, il più recente dei quali proprio per la piattaforma streaming più nota (mentre quello precedente è stato uno dei primi Originals di HBO Max negli Stati Uniti). Questa volta siamo in ambito seriale, con Falcone che non solo scrive e dirige, ma si riserva anche il ruolo principale, con la consorte in veste di comprimaria. E lo fa in un contesto abbastanza peculiare, con una commedia che mette alla berlina il rapporto tra umani e divino proprio in un periodo storico in cui la religione viene usata come scusa per comportamenti sempre più aberranti, a prescindere dalla cultura di appartenenza. N.B. la recensione, senza spoiler, si basa sulla visione in anteprima di tutti e otto gli episodi.

Folgorazione idiotica

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God's Favorite Idiot: un momento della serie

God's Favorite Idiot è la storia di Clark (Falcone), che rimane folgorato una sera e il giorno dopo, illeso, comincia a sviluppare un'aura luminosa. I colleghi, tra cui Amily (McCarthy), per la quale Clark ha sempre avuto una cotta, pensano che c'entri un intervento divino, ed è effettivamente così: Clark riceve la visita di un angelo e scopre di essere stato scelto come emissario di Dio per impedire l'apocalisse. Una missione che lui, inevitabilmente, prende con le pinze in un primo momento, salvo poi ricredersi quando salta fuori che almeno una rappresentante delle forze infernali è sulla Terra e vuole rimuovere Clark dall'equazione: si tratta di Satana, qui con sembianze femminili (Leslie Bibb) e al servizio dei suoi superiori (come spiegato nella serie, lei è al di sotto di Belzebù e Lucifero nella gerarchia, e pensare che loro tre siano un'unica entità è considerato razzista nei confronti dei demoni). Come si evolverà questo nuovo conflitto per il destino dell'umanità?

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Life of Clark

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God's Favorite Idiot: il cast in una scena della serie

C'è un paradosso al centro della serie (ovviamente il finale lascia intendere che sia prevista una seconda stagione, Netflix permettendo), che da un lato vuole essere una satira di ciò che pensiamo sulla religione - e non mancano le scene che prendono direttamente di mira chi strumentalizza la fede in modo estremo - e dall'altro solo una commedia su un uomo qualunque in un contesto fuori dal comune. E non raggiunge mai veramente l'equilibrio giusto fra le due componenti, soffocando gli elementi veramente forti (in particolare la performance di Bibb, perfettamente calata nella parte di Satana in versione irriverente) con la stanca storyline principale che non riesce a valorizzare la sintonia tra Ben Falcone e Melissa McCarthy, forse perché lui è abituato a ruoli meno impegnativi e non è del tutto a suo agio come protagonista assoluto. Un problema di non poco conto nel corso delle quattro ore di uno show che dovrebbe funzionare a livello algoritmico (i due coniugi hanno già dato con Thunder Force per quanto riguarda il catalogo della piattaforma) ma non lascia nulla di particolare in termini di esperienza. Con l'inevitabile considerazione che più di una persona si ritroverà a fare a visione completata: alla fine, chi è il vero idiota in tutto ciò?

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di God's Favorite Idiot ribadendo come la serie comedy di Netflix proponga in modo stanco e prevedibile l'ennesima rilettura irriverente del conflitto fra Paradiso e Inferno.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.9/5

Perché ci piace

  • Leslie Bibb è spassosissima nei panni di Satana.

Cosa non va

  • La premessa, per quanto simpatica, è elaborata in modo fiacco e poco ispirato.
  • Ben Falcone non funziona del tutto come protagonista.