Recensione Amore & altri rimedi (2010)

Anne Hathaway e Jack Gyllenhaal sono perfetti con i loro fisici scultorei e sinuosi e non sembri fuori luogo l'affermazione nell'ambito di un film che parla di malattia, perché in fondo, proprio nel loro contatto carnale e gioioso i due riescono a superare le profonde crisi che si trovano a vivere.

Gli imperfetti innamorati

Jamie è un informatore medico specializzato in antidepressivi, tra i primi della sua generazione a proporre il Viagra, che cambia donne come fossero fazzoletti. Maggie è una pittrice-cameriera affetta da morbo di Parkinson al primo stadio che si riappropria del suo corpo attraverso il sesso, vissuto senza alcun tipo di pudore e soprattutto senza cercare una relazione stabile. Una coppia perfetta, si direbbe. E infatti le scintille scattano già dal primo incontro. Naturalmente, non senza traversie, i due si innamorano sul serio e insieme decidono di affrontare gli ovvi disagi legati al Parkinson, primo fra tutti (il più terribile) il rischio da parte di Jamie di vedere in quella giovane e bellissima donna solo la malattia e non la complessa realtà umana della partner.


Edward Zwick restringe il campo, spostandosi dagli sterminati territori di epiche battaglie storiche (Glory - Uomini di gloria, L'ultimo Samurai, Defiance), al letto di una giovane pittrice di Pittsburgh, teatro di ben altri conflitti. Reso celebre ancora prima di uscire dai pettegolezzi (poi smentiti) di una storia d'amore tra gli interpreti principali, gli azzeccati Jake Gyllenhaal e Anne Hathaway, che non si sono risparmiati quanto a scene di sesso, Amore ed altri rimedi è un film che tenta di distaccarsi dal panorama delle classiche commedie romantiche che siamo abituati a vedere. Per il cinquantottenne regista di Chicago è un ritorno alle origini, visto che la sua opera prima, A proposito della notte scorsa, ricorda per certi versi la sua ultima fatica. Come nella pellicola del 1986, interpretata da Rob Lowe e Demi Moore, anche in questo caso la coppia di protagonisti fa dell'allergia ai legami sentimentali stabili una ragione di vita. Zwick ha mano felice quando si tratta di pigiare l'acceleratore della commedia. Per questo, senza mai lanciare critiche esasperate al sistema (ad eccezione dei vecchietti che devono dirigersi in Canada col pullman per comprare le medicine), dà vita ad una riuscita rappresentazione grottesca del mondo delle case farmaceutiche, le nuove fabbriche della felicità, industrie multimilionarie che si sostengono grazie alla lotta perenne fra informatori e si presentano al pubblico tramite deliranti convention in cui si balla la Macarena. Questo basta e avanza, in un film del genere, per tratteggiare la povertà di una società che fa soggiacere alla chimica ogni sentimento.

Esemplare (e preoccupante) in tal senso la trovata del barbone che diventa un uomo rispettabile quando inizia a sgraffignare dal cassonetto dell'immondizia le scatole di Prozac occultate dal protagonista. Quello che non funziona con la stessa incisività è il versante sentimentale del film. Nonostante sfiori solo un paio di volte il lacrimevole, Amore ed altri rimedi finisce per soffrire di eccessiva superficialità e si raffredda proprio quando dovremmo provare empatia verso i due protagonisti. Se non sorprende "l'evoluzione" di Jamie, folgorato dall'amore per una donna bella e disinibita, capace di trasformarlo (suo malgrado) da playboy in uomo coscienzioso e responsabile, al contrario resta un mistero la "conversione" di Maggie che si scopre capace di amare dopo l'incontro con altri malati di Parkinson. Un po' frettolosa come soluzione per un personaggio che fino a quel momento trovava la sua drammatica originalità proprio nell'ostinazione con cui continuava a negare il suo stato, rifiutando con forza ogni slancio amorevole del compagno, giudicato come atto di pietà. Jake Gyllenhaal e Anne Hathaway sono comunque perfetti con i loro fisici scultorei e sinuosi e non sembri fuori luogo l'affermazione nell'ambito di un film che parla di malattia, perché in fondo, proprio nel loro contatto carnale e gioioso i due riescono a superare le profonde crisi che si trovano a vivere. Eccellenti anche gli altri interpreti, da Hank Azaria, nei panni del dott. Knight, un medico che da tempo ha dimenticato cosa voglia dire essere un dottore, al divertente Josh Randall, che interpreta il fratello del protagonista, una specie di nerd milionario, piantato in asso dalla moglie e per questo tornato a rompere le scatole al fratello minore che se lo trova in mezzo ai piedi nei momenti più impensabili. Nel cast anche Oliver Platt, George Segal e Jill Clayburgh

Movieplayer.it

3.0/5