Accanato alla giovane Anaïs Demoustier, la nostra Valeria Bruni Tedeschi è la grande protagonista de Gli amori di Anaïs, il film di Charline Bourgeois-Tacquet che, dopo essere stato presentato con successo alla 60ª Semaine de la Critique a Cannes, è nelle sale italiane dal 28 aprile. Potrete godervi allora un'interpretazione molto originale, diversa dal solito, di questa amata attrice. Solo che, nella versione italiana del film, come accaduto con La fracture, non ci sarà la sua voce, perché non sarà lei a doppiarsi. "Per me è stato un dolore non poter finire il mio lavoro, né per La fracture nè in questo film" ha risposto l'attrice, che mercoledì scorso è stata a Roma per presentare il film. "Non ci sono riuscita per una questione di uscita. Bisognava doppiare il film nel mese di gennaio e stavo montando il mio film. Ho chiesto che si spostassero le uscite, per poter finire il mio lavoro. È una cosa che ho imparato a scuola e mi spiace non aver onorato i film come volevo, non aver onorato il mio lavoro di attrice. È una cosa che mi fa piangere, che mi dà vergogna. Non so in futuro come risolvere questa cosa. La colpa è dell'organizzazione genarle, ma mi sento responsabile di non aver finito il mio lavoro". La voce di Valeria Bruni Tedeschi la potrete sentire comunque nella versione originale, nelle sale in cui verrà distribuita. Gli Amori Di Anaïs racconta l'incontro tra due donne: una ha trent'anni, vive alla giornata e inizia una storia con un editore di mezza età. L'altra è proprio la moglie dell'editore, Emilie (Valeria Bruni Tedeschi), che fa la scrittrice. Anaïs la incontra per strada, la ferma. E fa di tutto per continuare a vederla.
"Invecchiando si va verso l'alto"
Gli amori di Anaïs è anche un film sulle differenze dell'età, di come, a trenta o a cinquant'anni, si viva la vita e l'amore in modo diverso. "Anaïs, ha un'energia e un'ansia della giovinezza che la fa correre" riflette Valeria Bruni Tedeschi. "Il mio personaggio ha un'altra età, una serenità che le dà una leggerezza. Non è vero che i personaggi giovani sono più leggeri. Il mio personaggio ha questa serenità che le dà una certa speranza. La mia idea è che invecchiando si vada verso l'alto, non sia una caduta". Legato all'età è anche il concetto di bellezza. "È una parola che per me non ha a che vedere con l'estetica di oggi, con la moda, con ciò che si considera bello oggi" risponde, ancora una volta per nulla banale, l'attrice. "È come quando un bambino punta il dito e dice: bello. In filosofia ci sono stati secoli di riflessioni su cosa è bello. È qualcosa che ha a che vedere con l'energia, è qualcosa di spirituale. Bello è qualcosa di gradevole che mi arriva addosso. Un'abitudine che ho preso è che mi guardo meno allo specchio. Così ho l'età che mi sento, non quella che vedo".
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"Sono sempre più ispirata dalla letteratura che dal cinema"
I protagonisti del film si muovono nel mondo dell'editoria, e per questo Gli Amori di Anaïs può essere visto come un atto d'amore per i libri. "È vero, questa cosa mi tocca molto" risponde Valeria Bruni Tedeschi. "Mi piacciono i libri, non fa parte della generazione di internet. mi piace la carta, e non leggere sullo schermo. La regista è giovane, ma anche lei ha questa passione per la scrittura. Il film è pieno di questo. Io sono sempre più ispirata dalla letteratura che dal cinema, anche quando faccio i film mi sono sempre rifugiata nei libri più che nei film". Alla domanda "cosa dovremmo leggere oggi secondo lei?", l'attrice ha risposto decisa, sorridendo, "Natalia Ginzburg".
"Chéreau, come un padre per il mio lavoro"
A Valeria Bruni Tedeschi viene anche naturale chiedere che cosa le abbia dato Patrice Chéreau. "È come se fosse un padre per il mio lavoro, come se quella con lui fosse l'infanzia del mio lavoro, le fondamenta" ha risposto l'attrice. "Mi ha insegnato a lavorare molto, era un gran lavoratore, lavorava tutto il giorno e tutta la notte, mi ha insegnato che c'era qualcosa di buono nel lavorare molto. Mi ha insegnato a dare molto, al personaggio e al regista, mi chiedeva sempre di più. Mi accompagnerà tutta la vita". "Ho fatto un film per far vedere cosa ci ha dato, ma anche gli aspetti negativi. Nel mio film non è un Dio. O meglio: è come gli Dei greci, con dei difetti. Mi ha insegnato a lavorare sulla vergogna. amava il nostro ridicolo, le nostre vergogne, ci insegnava a lavorare su questo". Il film di cui parla è la sua nuova opera da regista, Les Amandiers, che sarà a Cannes. "Un amico mi diceva da tempo; fai un film sulla tua scuola di teatro. E io ho detto di sì. Mi ha fatto un grande regalo; quando ne ho parlato con le mie sceneggiatrici, mi hanno detto: è chiaro che devi fare questo film. Ci sarà anche l'oscurità di quegli anni: nel 1985 e nel 1986 c'erano la droga, l'Aids, c'era amore e c'era morte".
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"La sera della prima, uno specchio della nostra storia"
A proposito di film, ne Gli amori di Anaïs c'è una citazione de La sera della prima di John Cassavetes "C'è una storia tra il personaggio di Gena Rowlands a questa giovane fan" commenta l'attrice. "Così quel film è uno specchio della nostra storia. È come se inconsciamente il personaggio di Emilie avesse presagito la sua storia con Anaïs. È come se avesse un eco nella storia. Ma il senso di quella sequenza è anche nel fatto che Gena Rowlands sia una donna matura, ma libera".