Giulia – Una selvaggia voglia di libertà, la recensione: la donna che cadde sulla Terra

La recensione di Giulia - Una selvaggia voglia di libertà, nuovo film di Ciro De Caro con Rosa Palasciano, Valerio Di Benedetto e Fabrizio Ciavoni.

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Giulia – Una selvaggia voglia di libertà: Rosa Palasciano in una scena

Pur non volendo scomodare paragoni illustri, la Giulia protagonista del nuovo film di Ciro De Caro ci ricorda quelle donne svagate, un po' forti un po' fragili, ma soprattutto sfuggenti e incomprensibili alla Io la conoscevo bene. Lo afferma la nostra recensione di Giulia - Una selvaggia voglia di libertà. A differenza della sorte toccata al personaggio di Stefania Sandrelli nel capolavoro di Antonio Pietrangeli, Giulia unisce all'apparente fragilità una grinta che tira fuori all'improvviso, tenendo testa a tutti gli uomini che le ronzano intorno. Sì, perché oltre a essere uno sfaccettato ritratto al femminile, il film scritto a quattro mani da Ciro De Caro con la protagonista Rosa Palasciano è anche una riflessione tutt'altro che banale sul rapporto tra i sessi e sull'incomunicabilità tra uomo e donna.

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Giulia – Una selvaggia voglia di libertà: un primo piano di Rosa Palasciano

Nella soffocante estate romana del 2020, in piena pandemia, Giulia è costretta a lasciare la casa che condivideva col fidanzato, ora ex, e a rifugiarsi nel centro ricreativo per anziani in cui lavora part-time. Qui conosce Sergio, anche lui animatore di anziani, che rimane affascinato dalla giovane. Nei suoi vagabondaggi diurni e notturni, Giulia, ormai senza tetto, decide di chiedere ospitalità a Sergio e al suo coinquilino Ciavoni. L'arrivo della ragazza sconvolgerà la routine dei due uomini e del loro vicinato sballottandoli in un turbine di emozioni, scoperte e rivelazioni.

Il dominio del femminile

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Giulia – Una selvaggia voglia di libertà: Rosa Palasciano e Fabrizio Ciavoni in una scena

L'elemento femminile domina con prepotenza in Giulia - Una Selvaggia Voglia Di Libertà fin dal titolo. Con i suoi silenzi e la sua eccentrica gestualità, Rosa Palasciano dà vita a un personaggio davvero indimenticabile evocando, come detto sopra, la grande tradizione italica degli anni '70, ma anche un certo cinema indipendente americano di nicchia. Niente a che vedere con i prodotti italiani che vanno per la maggiore in sala negli ultimi anni, il che rende l'opera di Ciro De Caro un unicum. Inevitabile interrogarsi su come il pubblico accoglierà questo film fatto con pochi soldi, girato in un'atmosfera intima e familiare. Se il personaggio di Rosa Palasciano catalizza costantemente l'attenzione su di sé, il regista gioca con le location e i personaggi prendendosi la libertà di inserire perfino alcune elucubrazioni su cinema e serialità messe in bocca al critico, sceneggiatore e fotografo Anton Giulio Onofri, che interpreta se stesso così come interpreta se stesso Ciavoni, anche lui nell'ambiente della critica romana. Ciro De Caro non si preoccupa neppure di modificare i nomi dei personaggi, accentuando la sensazione dello spettatore di trovarsi di fronte al lavoro di un gruppo di amici alle prese con una donna impossibile.

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Esplorare attraverso i sensi

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Giulia – Una selvaggia voglia di libertà: Rosa Palasciano per le strade di Roma

Le sette fatiche di Sergio (Valerio Di Benedetto) per stare al passo di Giulia, aiutarla, compiacerla e magari far breccia in quella sua testa svagata si traducono in un rumore di fondo, così come tutte le altre figure che ruotano attorno al personaggio. Come se tutti coloro che attraversano in qualche modo la vita di Giulia non avessero importanza a confronto col viaggio di esplorazione interiore ed esteriore della protagonista. Giulia parla (poco) e ascolta distrattamente, tutta presa in questa sua narcisistica ricerca del proprio io che non passa attraverso gli incontri, bensì attraverso l'esplorazione di oggetti e luoghi. Giulia osserva, tocca, annusa, si muove nello spazio guardinga con lo sguardo di un'aliena appena giunta sul nostro pianeta. Stabilisce un rapporto tattile con gli oggetti e sembra trattare alla stregua di cose anche le persone che incontra, in primis il povero Sergio e Ciavoni, le cui vite attraversa come una meteora. "Non sono depressa" esclama la ragazza durante un colloquio di lavoro in apertura del film. Ma Giulia non ha bisogno di spiegare realmente cosa provi a chi le sta intorno, visto che vive come se niente e nessuno la potesse realmente toccare.

Gli ingredienti preziosi di un film fatto con poco

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Giulia – Una selvaggia voglia di libertà: Rosa Palasciano e Valerio De Benedetto in una scena

Grazie all'interpretazione totalizzante di Rosa Palasciano, Giulia - Una selvaggia voglia di libertà è uno dei ritratti femminili più interessanti visti di recente. L'attrice sfrutta al meglio i suoi lineamenti delicati e quell'aria un po' distratta trasformandoli in tratti caratteristici della sua Giulia. L'apparente timidezza, che nella scena del colloquio di lavoro sfiora l'afasia, lascerebbe quasi supporre una qualche mancanza, ma andando avanti nel film scopriamo che in realtà, quando vuole, Giulia sa come difendersi dal mondo, è capace di scatti d'ira ed è pronta a sorprenderci, come nella scena della danza sfrenata sul terrazzo sulle note di Yes Sir, I Can Boogie.

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Giulia – Una selvaggia voglia di libertà: Rosa Palasciano e Fabrizio Ciavoni in una scena

Il fascino di Giulia è il suo essere sfuggente, e forse questo è anche un po' il merito del film di Ciro De Caro. Un lavoro difficile da etichettare, che oscilla tra dramma, commedia e cinéma vérité, in grado di sorprenderci con una serie di scene che, apparentemente, sembrano buttate lì, ma che ci tornano in mente a visione finita. Giulia è un film semplice, piccolo, libero, ondivago eppure contiene un mistero che lo rende irresistibile proprio come la sua protagonista. Ed è cercando tra le strade semivuote, il selciato che bolle, le mascherine e il gel di una pigra estate romana che forse scopriremo la soluzione di quel mistero che è l'anima femminile.

Conclusioni

Un film fuori dal comune, come afferma la recensione di Giulia – Una selvaggia voglia di libertà, che loda il ritratto al femminile firmato da Ciro de Caro grazie alla performance magnetica della sua protagonista e co-autrice Rosa Palasciano. Un avventura al femminile nella calda estate romana della pandemia, ma anche una riflessione sul rapporto tra i sessi al confine tra dramma, commedia e cinéma vérité.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.6/5

Perché ci piace

  • Una sceneggiatura accurata e originale traina l'interesse per il film.
  • La performance di Rosa Palasciano efficace e sfaccettata.
  • un film semplice, ma originale e ricco di fascino.

Cosa non va

  • L'atmosfera rilassata e anticonvenzionale ci avvicina a un cinema più domestico, con pochi mezzi e tante idee, ma qualcuno potrebbe non apprezzare l'informalità.