Giulia non è una ragazza come tante. Quello creato dal regista Ciro De Caro insieme all'attrice Rosa Palasciano è uno dei ritratti al femminile più intensi e sorprendenti che il cinema italiano recente ci ha regalato. Per fare la conoscenza di Giulia, occorre recarsi al cinema, dove Giulia - Una selvaggia voglia di libertà è disponibile in 30 copie - destinate ad aumentare, ci auguriamo - dal 17 febbraio. Giulia è una giovane lunatica e taciturna che lavora part-time in un centro ricreativo per anziani e si ritrova senza un tetto sulla testa dopo la rottura col fidanzato. Nei suoi vagabondaggi nella calda estate romana, la ragazza incontra Sergio, anche lui animatore di anziani, che la porta a casa sua. Ma Giulia sconvolgerà il suo mondo.
Giulia - Una Selvaggia Voglia Di Libertà è un film piccolo e libero, girato con pochi mezzi, un'opera "che nasce dalla mia esigenza di frequentare un certo tipo di cinema" spiega Ciro De Caro. "Per me è importante cercare il realismo, la crudezza, quel tipo di storie difficili da incasellare. Io e Rosa Palasciano volevamo raccontare personaggi che ci stavano molto a cuore, personaggi amorevoli. Abbiamo cercato di costruire una figura femminile realistica, contraddittoria, dalle sfumature complesse". "Siamo partiti con pochi mezzi e tanta urgenza di fare il cinema che ci sta a cuore, raccontando l'amicizia tra persone che sono ai margini della società" aggiunge Rosa Palasciano.
Il set: una festa tra amici
Giulia - Una selvaggia voglia di libertà è stato girato nell'estate 2020, in piena pandemia come dimostra la presenza delle mascherine e delle misure anti-Covid, introdotte sullo schermo con naturalezza. Per Ciro De Caro "girare subito dopo il lockdown con la paura del Covid e con pochi mezzi è stata una vera impresa. Prima di questo lavoro non avevo mai provato la soddisfazione di aver fatto quello che volevo. Questo è il cinema che voglio fare, sono contento di tutto, non ho rimpianti".
Per la sua terza regia dopo Spaghetti Story e Acqua di marzo, il regista ha riunito un cast di collaboratori, ma anche di amici, il che ha reso il lavoro sul set piacevolmente imprevedibile. Ad affiancare Rosa Palasciano nel ruolo di Sergio troviamo Valerio Di Benedetto, mentre il suo compagno di casa, Ciavoni, è il cinefilo Fabrizio Ciavoni, che gravita intorno all'ambiente della critica romana. Compaiono nel film anche il critico e fotografo Anton Giulio Onofri e l'attore e sceneggiatore Francesco Dominedò, tutti rigorosamente impegnati a interpretare se stessi. "I nostri sono personaggi in difficoltà, ma capaci di resistere, si muovono su quella linea sottile tra decadenza e forza" spiega Valerio Di Benedetto. "Questo film è il risultato di un percorso che abbiamo fatto insieme. Sul set eravamo liberi di muoverci, non c'era giudizio ma complicità. Questa condizione ci ha resi tutti aperti e disposti a dare". A confermare l'atmosfera piacevole sul set anche Fabrizio Ciavoni che parla di festa, poi aggiunge: "Ciavoni è una versione abbellita di me, sono un po' taciturno, casalingo, Giulia è il mio esatto opposto. Sembra silenziosa, ma pian piano scopriamo la sua natura nomade e selvaggia".
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Alla ricerca dell'autenticità
Vista la sua natura di progetto del cuore, Giulia - Una selvaggia voglia di libertà è stato girato con grande cura in una Roma estiva che è stata valorizzata dalle riprese. Il tutto all'insegna della ricerca dell'autenticità, come spiega Ciro De Caro: "Per arrivare a quel tipo di verità occorre essere pronti ad adattarsi. Lavorando con poco ho scoperto che più soldi hai più casini devi sbrogliare. Stavolta abbiamo lavorato di sottrazione, volevo essere libero di lasciarmi stupire dal ciak, volevo avere la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo. Il lavoro che gli attori hanno fatto è talmente bello che non mi ricordo più quanto era scritto e quanto è improvvisato".
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Questa libertà ha dato i suoi frutti. Rosa Palasciano ricorda di aver visto il film per la prima volta e di essersi emozionato rimasta soddisfatta: "Ho visto quello che abbiamo immaginato in partenza, tutto si è realizzato nella scrittura e nella messa in scena". Sul suo personaggio aggiunge: "Per la gestualità di Giulia, Ciro mi ha chiesto di pensare a una volpe, così è molto legata ai sensi, all'olfatto, è dotata di una fisicità che salta subito all'occhio. Questo connubio con l'ambiente la cambia interiormente, la fa crescere, le dona delle emozioni. Ha sempre un'aspettativa di un futuro normale, per questo spia nei cassetti altrui perché vorrebbe essere una ragazza normale, ma non lo è". Per quanto riguarda il tipo di pubblico immaginato per Giulia, Ciro De Caro chiosa: "Non mi sono posto il problema, è al di sopra delle nostre capacità. Noi siamo stati sinceri nel voler raccontare un certo tipo di personaggi che non vedo rappresentati. Anche io non mi sento rappresentato e questo è motivo di frustrazione".