Per il suo terzo film Alessandro Comodin ha deciso non solo di fare ritorno a casa, nel suo Friuli, ma addirittura di eleggere a protagonista un membro della sua famiglia, lo zio vigile Pier Luigi Mecchia, in arte Gigi la legge. Il film di Comodin, seconda opera italiana presentata in concorso al Locarno Film Festival 2022, conferma la voglia del regista di proseguire nel suo cammino di sperimentazione libera, svincolata dal giogo di una trama tradizionale e del linguaggio mainstream. "Non credo alle storie" afferma Comodin. "La credibilità per me è fondamentale. Non puoi lavorare cinque anni su una storia se non ci credi a una storia e io prima di tutto cerco di fare film che piacciano a me. Mi attacco alla vita delle persone e vivo insieme a loro".
Dopo l'esordio de L'estate di Giacomo, Alessandro Comodin è tornato a raccontare i luoghi che conosce così bene esplorandoli con la sua telecamera. "L'estate di giacomo si concentrava su una fuga verso il fiume" puntualizza. "Adesso che sono invecchiato dovevo confrontarmi col mondo vero. Così ho invitato a cena mio zio Gigi e gli ho proposto il progetto. Non potevo immaginare il film senza di lui, ma il lavoro è stato lungo e complesso. Dovevo trovare la giusta distanza".
Un film nato in famiglia
Nella provincia friulana Pier Luigi Mecchia è già un "personaggio", un uomo di legge ben noto in paese per essere il vigile urbano buono, "quello che non mette le multe, che ti dice 'Vai piano'. In paese c'è la leggenda che sia buonissimo. Ma Pier Luigi è una persona complicata, tenero ma anche molto duro. Alcuni aspetti del suo carattere li ho scoperti al montaggio". Gigi interviene nella discussione spiegando che accettare di fare un film non è stato affatto semplice: "Mi sono preso del tempo per pensare. Alla fine ho accettato perché era mio nipote a chiedermelo e gli voglio molto bene. Vive all'estero da molti anni e questo era un modo per stare vicini, ma ero pieni di dubbi. Non sono un attore, e se non sono capace che figura ci faccio? E poi la lavorazione è stata durissima".
Alessandro Comodin ha costruito Gigi la legge intorno alla figura dello zio. I luoghi che si vedono e i personaggi con cui interagisce sono tutti reali e fanno tutti parte della sua vita a esclusione della collega Paola, interpretata da Ester Vergolini, che fonde due personaggi presenti in sceneggiatura. "Per Paola cercavamo una persona che non fosse un'attrice. Ester è ostetrica e lavora di notte, così abbiamo inventato l'espediente della radio che nel film ha preso piede" chiarisce Comodin. "C'era una sceneggiatura, gli attori sono stati pagati, ci sono delle cose vere. Tutto finto, ma allo stesso tempo tutto vero. Possiamo definirla finzione filmata, come se fosse un documentario. Ma anche questa definizione non è esauriente. Molte scene le abbiamo ripetute, soprattutto quelle che non sono nel film, altre sono state girate con un solo ciak. Il mio è un modo di procedere istintivo, anche pericoloso".
Recensione L'estate di Giacomo (2011)
I retroscena di un'opera sospesa tra verità e finzione
La misura di Gigi la legge ce la dà la prima scena del film, girata di notte, in cui Gigi litiga col vicino per via del suo giardino. Come rivela Alessandro Comodin, "questa è l'unica scena girata nel 2018. Era una scena preparatoria per tentare di ricevere dei finanziamenti mai arrivati. Gigi adora le piante e il fatto che non le vuole tagliare alimenta liti violentissime col vicino". Gigi conferma: "Vivo in simbiosi con le mie piante. Rappresentano un rifugio per me e ho un giardino lussureggiante. Tagliare le mie piante è come uccidermi". Per quanto riguarda le riprese, "abbiamo fatto un paio di ciak, come per tutte le scene importanti. Questo modo di lavorare funziona col sistema che ho creato perché mette lo spettatore in una posizione di attenzione che è molto diversa da un film normale. C'è il conflitto, c'è l'atmosfera, c'è il protagonista, ma soprattutto non capisci se ciò che vedi è vero o no, se il personaggio sta recitando o meno. Adoro questo tipo di dubbio, trovo che arricchisca l'opera".
Vista la dimensione fortemente regionale di Gigi la legge, Alessandro Comodin si è posto il problema del modo in cui far parlare i personaggi: "All'inizio ho provato a farli recitare in italiano, ma sentivo che non funzionava, allora gli ho dato la libertà di usare il dialetto e tutto è diventato più vero. Quindi il film uscirà sottotitolato". Un altro ingrediente presente in Gigi la legge sono due brani molto noti, Sono un pirata, sono un signore di Julio Jglesias e Amore disperato di Nada. Usati in due momenti chiave del film. "Julio Iglesias lo cantiamo sempre io e il mio collega quando siamo in macchina. Lavoriamo, ma ci piace anche divertirci" spiega Gigi. Comodin aggiunge: "Nada era una delle quattro canzoni che ho lanciato io. Sembra una musica extradiegetica e poi a un certo punto diventa diegetica. Vista la reazione al brano ho capito che quello di Nada era il brano giusto. E poi c'entra anche con la storia". Alessandro Comodin prosegue nella ricerca di un cinema che si apre agli imprevisti e li fa suoi. Come conferma lui: "Ho cercato di capire da dove viene il cinema stando a guardare. Non c'è niente di voluto davvero se non la posizione della camera, il suono e i legami tra i personaggi".