A ridosso dell'uscita di questo sesto e terzultimo episodio di Gen V, Prime Video ha deciso di rinnovare ufficialmente la serie spin-off di The Boys per una seconda e - diciamo noi - meritata stagione. Sì perché se lo show creato da Craig Rosenberg, Eric Kripke ed Evan Goldberg ci aveva già convinto e sorpreso con i primi episodi, lanciandosi poi in un'efficace ed esilarante rilettura real crime di Tek Knight, adesso conferma anche le sue coerenti intenzioni narrative scendendo più a fondo e scavando molto più all'interno dei rimorsi, delle paura e dei tormenti dei giovani protagonisti. A pochi metri dalla fine, Gen V sceglie di motivare e in alcuni casi di giustificare le scelte - anche quelle sbagliate - degli studenti della Godolkin University, trovando il modo più schietto e sincero per mostrarli non come super in erba ma come ragazzi ingenui e distrutti alla mercé della Vought. [ATTENZIONE, SPOILER A SEGUIRE]
Memorie esplosive
Alla fine del quinto episodio di Gen V avevamo scoperto il tradimento di Cate. Non una scelta relativa alla sua reale persona e che infatti non riesce a dipingerla nemmeno nella sua superficialità esplicativa iniziale come una cattiva, un mostro. Il suo rapporto con la Shetty, i segreti nascosti ai suoi amici, la cancellazione stessa dei ricordi scomodi per la Vought: niente di tutto questo ha a che fare con le reali intenzioni di Cate, che invece scopriamo essere molto più fragile ed emotiva di quanto precedentemente apparso. E già questo è un valore, considerando che fine fanno generalmente le "bionde popolari" nelle produzioni young adult americane, ma non bastasse c'è anche la profondità introspettiva della sua telepatia a nobilitare insieme la sua ragion d'essere e questo sesto episodio.
La puntata è infatti ambientata per intero all'interno della mente di Cate, dove la ragazza ha deciso d'imprigionare se stessa e i suoi compagni involontariamente, forse spaventata dai risvolti futuri delle proprie azioni. Qui esistono e resistono tutti i suoi ricordi, che Marie, Andre e Jordan possono adesso scoprire, così da comprendere meglio le tragiche cause dietro le scelte della compagna. Il problema è che la mente di Cate sta cadendo a pezzi per il troppo sforzo e i suoi ricordi e la sua memoria sono pronti ad esplodere da un momento all'altro esattamente come i vasi sanguigni nella sua testa. Alcuni di questi ricordi sono personificati nei protagonisti più importanti della sua vita, come la madre, la Shetty, Golden Boy e persino il Soldatino interpretato da Jensen Ackles, "il fidanzato immaginario" di Cate quando era adolescente, ovviamente accompagnato dal suo solito stile scurrile, sessualizzato e diretto. Interessante come anche le memorie più dolorose degli altri personaggi trovino modo di rivelarsi dentro la mente di Cate, trasformando di fatto l'episodio in una seduta terapeutica d'urto, estremamente catartica e d'impatto rivelatore per il gruppo e ovviamente per lo spettatore.
Gen V, la recensione del quinto episodio: in fuga dalla realtà
L'ennesimo episodio riuscito
In questo sesto appuntamento con la generazione V assistiamo a una riduzione delle esasperazioni narrative, alla ricerca di battute e situazioni al limite ad ogni costo - seppure intriganti -, e ci immergiamo invece nel vivo della trama e dell'intreccio, scalfendo con più decisione le armature dei protagonisti e introducendoci nelle loro tormentate emozioni. Si riflette indirettamente sull'ingenuità della giovinezza e su quanto sia facile manipolare chi ha ancora dei sogni e degli obiettivi, facendo inoltre in modo di non farglielo scoprire. Il punto è proprio questo, però: che l'ingenuità, quando "sei fottuto dentro" come questi personaggi, ha le gambe davvero corte ed è destinata a lasciare presto il posto a virtù e consapevolezze ben diverse e più elevate.
Possiamo pensare a Sam e a come impari a fidarsi di Emma, a non sovra-reagire e ad apprezzare la realtà senza scappare nella fantasia; ad Andre che ha finalmente la possibilità di parlare della sua relazione con Cate; a Jordan, che messo davanti al suo egoismo lo respinge e lo rifiuta; ma anche a Marie, che seppure solo in un ricordo ha la possibilità di rivelare il suo dolore alla sorellina. Ed è attraverso questo percorso di coscienza che il sesto episodio di Gen V si muove veloce e deciso, mettendo poi in campo i due elementi cardinali da sviscerare nelle prossime due settimane: l'esatta natura dei poteri di Golden Boy e gli esperimenti compiuti su di lui e Sam ma soprattutto l'odio celato della Shetty per tutti i supereroi, lo stesso che l'ha spinta a creare sottobanco nel Bosco un terrificante virus con cui contagiarli tutti quanti. Che tutto questo possa avere ripercussioni anche nella quarta stagione di The Boys?
Conclusioni
Tirando le somme della nostra recensione del sesto episodio di Gen V emerge un chiaro e voluto assottigliamento dell'esasperazione formale e creativa dello show, che resta un suo grande punto di forza, e la volontà di calarsi a fondo nella fragile psiche dei protagonisti. Un episodio rivelatore che setta anche il campo per il finale di stagione e forse per il futuro stesso dell'intero franchise di The Boys.
Perché ci piace
- L'intera struttura dell'episodio.
- Ottima sintesi introspettiva: 40 minuti mirati e coerenti.
- Il cameo del Soldatino di Jensen Ackles.
Cosa non va
- Manca di verve, ma c'è da dire che in contesto è del tutto voluto.