Gen V, la recensione del quinto episodio: in fuga dalla realtà

La recensione del quinto episodio di Gen V (1x05), puntata di rivelazione che conferma ancora tutte le virtù dello spin-off di The Boys ma anche i suoi (in realtà pochi) vizi creativi.

Gen V, la recensione del quinto episodio: in fuga dalla realtà

Siamo oltre metà stagione e Gen V continua a dimostrarsi un prodotto valido ed efficace. Lo spin-off di The Boys procede lungo un suo chiaro percorso narrativo che si discosta quasi completamente dall'intreccio della serie madre, con tematiche più vicine a un pubblico più giovane ma comunque affascinato dal cinismo e dall'ironia del prodotto principale. Un'opera che sa essere centrata, spietata e divertita senza rinunciare a una precisa anima concettuale che dell'esasperazione dei topoi di genere (quello supereroistico) ha finora fatto la sua più astuta e mirabolante bandiera, giocando con l'esuberanza sociale delle nuove generazioni e la parodia depravata e corrotta dei super di domani. Se nel quarto episodio abbiamo assistito al vizietto degenere di Tek Knight e alla sua brillante rilettura seriale, nel quinto episodio di Gen V cominciano ad arrivare le prime rivelazioni e alcune scomode verità, tirando le fila dello scombussolante finale della scorsa settimana. [ATTENZIONE, SPOILER A SEGUIRE]

Vuoti di memoria

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Gen V: Asa Germann in un'immagine dello spin-off di The Boys

Avevamo lasciato Marie, Emma, Cate e Jordan alle prese con la furia incontrollabile di Sam, distrutto nella psiche dagli orrori vissuti nel Bosco, il laboratorio segreto nascosto sotto la Godolkin University. Dopo una breve ma intensa battaglia che ha visto Emma riuscire a sopraffare l'amico fuori controllo, è però accaduto qualcosa di strano, mandando in tilt l'episodio come se ci fosse qualcosa di sbagliato nel montaggio. Li vediamo adesso risvegliarsi in una delle abitazioni del campus completamente stravolti. A quanto pare hanno partecipato a una mega-festa universitaria, bevendo fino allo sfinimento e dimenticandosi di quanto accaduto in precedenza. Qualcuno crede addirittura si sia trattato di un sogno collettivo, ma le cose non quadrano. È soprattutto Marie a dubitare della veridicità della situazione, convincendosi sempre di più (e convincendo gli altri) che si tratti di un piano architettato dalla Vought e dalla direttrice Indira Shetty per catturare nuovamente Sam e mettere tutto il resto a tacere.

Gen V Scena
Gen V: una scena

D'altronde non c'è riuscito prima Tek Knight con il suo programma real crime, motivo per cui qualcosa va fatto. le cose cominciano ad essere più chiare quando Marie, Cate e Jordan iniziano a dubitare di Rufus, "la droga del sesso ambulante", i cui poteri possono in effetti creare dei vuoti di memoria - esattamente come il Roofis (il nome del personaggio è un chiaro riferimento). L'intero episodio ruota attorno a questo mistero e l'intreccio si fa interessante quando emerge una verità sconcertante - per i protagonisti - che cambia radicalmente l'evoluzione del racconto, dovendo per forza di cose spiegare i motivi dietro a questa scomoda e drammatica rivelazione.

Gen V, la recensione del quarto episodio: fo**ere con la verità

Un sanguinoso teatrino

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Gen V: un'immagine dello spin-off di The Boys

Uno degli elementi più forti che contraddistinguono Gen V è la sua capacità di regalare sempre e comunque attimi di estrema e goduriosa violenza di genere, il più delle volte con un ricercato gusto splatter persino virtuoso. Se lungo il tessuto narrativo del quinto episodio notiamo un focus più deciso sul prosieguo della trama e un margine più ridotto riservato invece al divertissement tra il gore e l'esilarante, è altresì vero che la regia di Clare Kilner su sceneggiatura di Lex Edness sa confezionare anche in una puntata così necessaria un avvenimento che sprizza sangue ed entusiasmo da tutti i pori seriali. Protagonista della sequenza è Sam, che sfruttando la sua dissociazione dalla realtà in comodo formato Muppet si prodiga con tutto se stesso in una serie di brutali esecuzioni paragonabili alle più crudeli fatality di Mortal Kombat, talmente numerose, studiate e violente che l'azione si svolge proprio in chiave Muppet e "pupazzosa" per creare qualcosa di originale e insieme approvabile.

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Gen V: una scena

Per quanto riguarda invece la rivelazione sul blackout dei protagonisti, le conseguenze saranno sicuramente affrontata nel sesto episodio, e da lì è quasi certo che la serie subirà un piccolo mutamento strutturale, essendo di fatto i personaggi consapevoli del vero obiettivo della God U e costretti a prendere delle difficili decisioni. Preventiviamo scontri e scissioni, ma la speranza è che la qualità della serie continui ad assestarsi su questi interessanti livelli.

Conclusioni

In conclusione, il quinto episodio di Gen V è foriero di rivelazioni, confronti e scomode verità, portando comunque con sé una ventata di godurioso splettar a misura di eroi degenerati che giocando con i Muppet confeziona un teatrino sanguinaria davvero niente male. Ancora appagante, divertente e ragionata con intelligenza, seppure la narrazione proceda ancora lentamente - qui in realtà meno - rispetto alla grande cronice di possibilità offerte dal progetto.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • Resta una serie ben strutturata.
  • Non perde la sua grinta gore e la sua verve dissacrante.
  • La scena Muppet con Sam è uno spasso.

Cosa non va

  • Si appiattisce leggermente l'approfondimento caratteriale.