Furiosa: A Mad Max Saga, la recensione: se Anya Taylor-Joy raccoglie l’eredità di Charlize Theron

La recensione di Furiosa: A Mad Max Saga, prequel del capolavoro Fury Road che ci riporta nel mondo del franchise per conoscere le origini del personaggio, con Anya Taylor-Joy che riprende il ruolo di Charlize Theron. In sala dal 23 maggio dopo il passaggio a Cannes.

Furiosa: A Mad Max Saga, la recensione: se Anya Taylor-Joy raccoglie l’eredità di Charlize Theron

Sono passati nove anni da Fury Road, quasi un decennio da quella folgorante sorpresa che aveva travolto Cannes nel 2015. È quindi naturale, scontato, forse doveroso che il nuovo capitolo del franchise di George Miller riparta dalla qui, dalla Croisette, per un evento fuori concorso tra i più attesi di Cannes 2024. Con Furiosa: A Mad Max Saga si torna nel mondo lanciato nel 1979 con Interceptor e riportato alla ribalta da Fury Road, per fare un passo indietro rispetto al capitolo precedente e raccontarci le origini del personaggio che Charlize Theron aveva reso da subito iconico. Onore ed onere di riprendere il personaggio e riportarlo su schermo è toccato ad Anya Taylor-Joy, una delle attrici più carismatiche e riconoscibili di questa generazione. Sarà bastato a non sfigurare e rendere giustizia al ruolo?

L'Origin Story di un'icona

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Anya Taylor-Joy è Furiosa

Inevitabile, quindi, dopo l'impatto della Furiosa di Charlize Theron voler tornare sul personaggio, riprenderlo e riproporlo, approfondirlo con una storia che potesse tornare indietro e mostrarci la sua genesi ed evoluzione. Questo fa Furiosa: A Mad Max Saga, raccontandoci il cammino di una giovane Furiosa, strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri per finire nelle mani di una grande Orda di Motociclisti sotto il controllo del Signore della Guerra, Dementus. Insieme a loro, Furiosa si imbatte nella Cittadella guidata da Immortan Joe mentre attraversavano le Terre Desolate. Sullo sfondo dello scontro tra i due potenti leader, Furiosa deve trovare un modo per andare avanti e sopravvivere, superando le prove che si trova a dover affrontare e radunare le forze e i mezzi per trovare la strada di case.

Nei panni di Furiosa

Ci siamo tenuti volutamente sul vago nel raccontarvi la storia di Furiosa per non anticiparvi molto dello sviluppo del personaggio, anche se l'intreccio che ci viene raccontato è più articolato e strutturato del motore rombante dell'azione del precedente Fury Road: se il film precedente, infatti, era costruito come una folle, ipercinetica e adrenalinica sequenza d'azione, Furiosa non prova a ripetere quel riuscito esperimento ma cerca una strada propria, che possa approfondire in misura maggiore mondo e protagonista.

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Furiosa: A Mad Max Saga - Anya Taylor-Joy in un primissimo piano

Per tratteggiare il percorso di crescita di Furiosa, prima di arrivare alla figura forte e carismatica che abbiamo già conosciuto con il volto di Charlize Theron, George Miller si è affidato ad un'altra attrice che ha saputo dimostrare altrettanto magnetismo nel corso degli ultimi anni: la Furiosa più giovane che anima il film che da lei prende il nome è incarnata soprattutto da Anya Taylor-Joy, che lavora per creare una continuità con il personaggio che abbiamo già apprezzato in precedenza, consapevole di doverne portare su schermo una versione in divenire, di dover mostrare un momento differente della sua vita e del suo percorso.

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Un primo piano di Anya Taylor-Joy

L'attrice, ovviamente, non è Charlize Theron, così come la sua Furiosa non è ancora quella che segnava la storia di Fury Road, ma è sensata la scelta di Miller perché va a creare un parallelismo tra personaggio e interprete, tra due anime forti che si stanno imponendo nei rispettivi ambiti: nel mondo di Mad Max così come in quello del cinema. Unico rammarico, se di questo vogliamo parlare, è per il Dementus di Chris Hemsworth: ci è parso troppo sopra le righe, pur in un mondo eccessivo ed estremo come quello dispotico creato da George Miller.

Furiosa: A Mad Max Saga, George Miller e l'eredità di una cinema ormai evoluto

Gli infiniti spazi del mondo di Mad Max

Ma è proprio il mondo di Mad Max a rendersi protagonista di Furiosa, con i suoi eccessi e i suoi personaggi a dir poco pittoreschi, i suoi veicoli e le sue armi, le derive folli e l'ampiezza degli spazi. Il regista valorizza tutto questo, lo rende parte integrante di una messa in scena potente, elaborata, creativa. Furiosa, come lo era stato Fury Road, è una gioia per gli occhi, una sorpresa continua che dà allo spettatore schiaffi decisi e convinti, anche se il ritmo è meno frenetico e i tempi più dilatati ed elaborati. Non manca l'azione, né l'avventura negli spazi sconfinati e desertici dell'Australia, ma Miller si ritaglia più tempo per ponderare characters e scelte, situazioni e impatto sull'evoluzione delle figure in gioco.

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Un'immagine del film di George Miller

Se non possiamo dire che sorprende la padronanza del mezzo cinematografico dell'autore, perché ne ha dato più e più volte dimostrazione in passato, continuiamo a restare senza parole al cospetto della modernità che ne accompagna la maturità artistica: guardiamo l'opera di un autore che sfiora gli ottant'anni e dimostra la voglia di sperimentare e stupire di un giovane cineasta. È in questa maturità accompagnata da modernità che risiede la sua forza, una caratteristica che anche in Furiosa emerge con prepotente bellezza.

Conclusioni

Furiosa: A Mad Max Saga è un film diverso da Fury Road. Non lo intendiamo solo in termini qualitativi, ma d’intento: George Miller non cerca di replicare quanto fatto con quella corsa folle e adrenalinica per costruire un percorso più elaborato per i personaggi che animano la storia, a partire da Furiosa e la sua evoluzione. La prova di Anya Taylor-Joy è nel segno della continuità con quanto impostato da Charlize Theron sul personaggio, ma con le dovute differenze date dal diverso momento del suo percorso evolutivo. Colpisce ancora una volta la modernità che accompagna la maturità di Miller, sorprendente per un regista alla soglia degli ottant’anni.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • La potenza evocativa del cinema di George Miller, la sua modernità che accompagna la maturità artistica.
  • La prova di Anya Taylor-Joy che asseconda il cammino evolutivo di Furiosa nel segno della continuità con quanto fatto da Charlize Theron.
  • Il mondo distopico di Mad Max, che dimostra ancora una volta di saper affascinare con i suoi eccessi.
  • I personaggi pittoreschi che rubano la scena e lasciano il segno.

Cosa non va

  • La recitazione di Chris Hemsworth è troppo sopra le righe.
  • Chi si aspetta un altro Fury Road può restare deluso.