"Non ci riesco, non riesco a farlo amare!". Una Goliarda Sapienza sempre più consumata parla così del suo libro, L'arte della gioia, al marito, Angelo Pellegrino, in un momento di sconforto. A interpretarli sono Valeria Golino e Corrado Fortuna in Fuori di Mario Martone, unico titolo italiano in concorso al Festival di Cannes 2025, nelle sale dal 22 maggio.

Chissà cosa avrebbe provato oggi la scrittrice, vedendo finalmente riconosciuto il proprio valore, enfatizzata da questa onda di amore e rispetto, arrivati purtroppo troppo tardi perché se li potesse godere. Proprio la Golino è cardine di questa riscoperta di Sapienza, che conobbe da ragazza, senza capire bene, allora, quanto fosse importante la sua opera. Dopo la regia di L'arte della gioia, serie che adatta per lo schermo proprio il capolavoro dell'autrice, è lei stessa a darle corpo e sangue.
In Fuori Martone, che a sua volta avrebbe voluto trarre un film dal già citato romanzo, arrivando però troppo tardi ai diritti degli scritti, si concentra non tanto sulla scrittura di Goliarda, quanto su tutto ciò che ha contribuito alla creazione dei suoi personaggi complessi e imprevedibili, tanto imperfetti quanto umani. La scrittrice viene definita una "ladra di storie" e, approfondendo parte della sua vita avventurosa, si può comprendere perché da ogni sua pagina sgorghi una sincerità rara. Nonostante, come ammesso da lei stessa, non dicesse mai la verità.
Una ladra di storie
Come dicevamo, la vita di Goliarda Sapienza è stata non convenzionale. Il padre, antifascista, non le fece frequentare la scuola, perché non venisse condizionata dal regime. Si trasferì poi a Roma da Catania e, a 16 anni, entrò nell'Accademia d'arte drammatica. Fece quindi l'attrice, lavorando con registi quali Blasetti, Visconti e Citto Maselli, suo compagno per tanti anni. Ma il suo grande amore fu la scrittura, a cui si dedicò sempre. Come Modesta, la protagonista di L'arte della gioia, era poco incline a sopportare i salottini pieni di intellettuali e borghesi della Roma bene.
Tanto da arrivare a rubare i gioielli di una sua amica, per rivenderli. Ma anche per dispetto. Scoperta, finì in galera, a Rebibbia. È su questo episodio che si focalizza Fuori: in carcere Goliarda trovò un'umanità molto più interessante e onesta di quella dei suoi presunti amici. In grande difficoltà economica, la scrittrice fu infatti mano a mano ostracizzata ed estromessa dal "circolino" di cui faceva parte. "Questa piccola galera giudicante", lo definisce lei stessa nel film. Accanto alle donne di Rebibbia sentì invece che scorreva il sangue, la vita. In particolare insieme a Roberta (Matilda De Angelis), attivista politica e tossicodipendente che, come dice la protagonista, "fa arrivare il vento".
Valeria Golino e Matilda De Angelis sono magiche

L'amore è qualcosa di misterioso. Una formula chimica segreta, un incantesimo che nasce da uno sguardo, da una mano che ne sfiora un'altra, da un odore che entra in ogni fibra del nostro corpo per restarci. Questo accade tra Goliarda e Roberta: il loro è un amore indefinibile, magico. Potrebbe essere quello tra una madre e una figlia. Ma anche tra due sorelle o due amanti. In qualche modo, senza bisogno di parlare, si capiscono. Perché entrambe hanno un fuoco dentro, qualcosa che impedisce loro di rimanere ferme in un posto, di mettere radici.
Valeria Golino e Matilda De Angelis sono perfette per portare sullo schermo questa alchimia. Come delle incantatrici, catturano il nostro sguardo, facendoci sentire tutta l'inquietudine, il sudore, la rabbia, il desiderio di essere amate di queste donne non convenzionali e non destinate a prendere un posto nella società, rimanendo sempre estranee al concetto di "vita per bene". Il loro è uno sguardo sempre laterale sulle cose. E per questo prezioso e inquietante.

Nel "tempietto dell'amicizia" che costruiscono, insieme anche a una terza donna, Barbara (Elodie, sempre più presente al cinema), si può quindi sperare di trovare un po' di conforto e comprensione. Come non accade invece né con i conoscenti ricchi, che si sentono sempre superiori a tutti, né con gli uomini, nel cui amore Goliarda non si perde come in quello per le donne, perché, come dice, "con gli uomini è più semplice". E proprio la complessità di una figura sfuggente come la scrittrice è ciò di cui invece c'è sempre più bisogno oggi, in tempi in cui tutto viene appiattito dalla velocità e da parole sempre più svuotate di significato. Viva quindi chi, come Goliarda Sapienza, scriveva per spronarsi. E non arrendersi.
Conclusioni
Fuori di Mario Martone, insieme alla serie L'arte della gioia, diretta proprio da Valeria Golino, che qui interpreta la scrittrice, è il tassello perfetto per concludere la mitizzazione di una figura purtroppo poco apprezzata in vita. Nel raccontare la sua permanenza in carcere, Martone e Golino restituiscono tutta la complessità e lo sguardo prezioso sul mondo di una donna e un'artista che ha vissuto una vita non convenzionale e per questo ha saputo raccontare l'umanità con una verità assoluta.
Perché ci piace
- L'interpretazione di Valeria Golino.
- La chimica tra la protagonista e Matilda De Angelis.
- Lo sguardo affettuoso ma per nulla retorico di Martone su Goliarda Sapienza.
Cosa non va
- Non aspettatevi colpi di scena o un ritmo da thriller: il film si prende il giusto tempo per creare un'intimità tra le protagoniste.