Nelle città senza Mare... chissà a chi si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio... forse alla Luna...(Banana Yoshimoto)
Il mare, anche quando non lo si ha vicino, ci risuona nell'anima. E così, da un anniversario molto speciale, ha inizio l'incredibile avventura di un gruppo di montanare con una missione da compiere: vedere per la prima volta il mare. Funne - Le ragazze che sognavano il mare è un documentario appassionante che prende le mosse da una suggestiva valle del Trentino in cui si trova Daone, paesino di 588 anime e quattro punti nevralgici: la chiesa, il municipio, il cimitero e il circolo ricreativo per anziani Rododendro. In occasione del ventesimo anniversario del circolo, le funne ('donne' in dialetto trentino) di Daone decidono di celebrare in modo diverso dal solito. Perché non organizzare una bella gita al mare per le funne che non ci sono mai state?
Mutuando linguaggio e stilemi tipici del genere fiabesco, la regista esordiente Katia Bernardi ci prende per mano immergendoci nella bellezza della Val Daone incastonata tra montagne verdissime e un cielo blu cobalto. Mentre la telecamera avanza sulla via principale circondata da prati, le immagini bucoliche sono accompagnate da una suadente voice over e da una musica che sembra uscita dal pianoforte di Danny Elfman. Tutti gli ingredienti contribuiscono a creare l'atmosfera sospesa tra passato e presente in cui si consuma l'avventura delle funne di Daone. I tentativi delle energiche signore di racimolare il denaro necessario al viaggio verso il mare vengono narrati in una serie di capitoli scanditi da cartelli e la voice over torna, là dove necessario, come raccordo tra i vari episodi.
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Circolo ricreativo per anziani 2.0
La voice over che accompagna Funne - Le ragazze che sognavano il mare è una delle poche presenze maschili del film. A fare il bello e il cattivo tempo, nel documentario, sono le funne, per la maggior parte vedove o nubili, padrone della propria vita visto che i figli sono lontani. Queste donne coraggiose, lavoratrici instancabili dotate di eccezionale spirito di adattamento, sono rimaste a vivere da sole sulla montagna. La loro è un'esistenza semplice, abitudinaria, scandita dai rituali del paesello, dall'influenza spirituale del parroco e dalle mansioni quotidiane. Anche le funne, però, non hanno smesso di sognare e dal loro angolo di paradiso incontaminato bramano un'avventura.
Con pochi tocchi arguti, Katia Bernardi riesce a farci entrare nel mondo delle funne di Daone valorizzandone differenze di temperamento e mentalità. Non tutte le donne del paese la pensano allo stesso modo e alle posizioni di una spregiudicata e volitiva Erminia, instancabile coordinatrice del circolo Rododendro e accanita fumatrice, si contrappongo le più "timorate" che non vedono di buon occhio le iniziative pensate per raccogliere il denaro necessario al grande viaggio verso il mare. Già, perché anche in questo mondo da sogno arroccato sulle pendici dei monti è arrivata la modernità sotto forma di internet e del crowdfunding ed è proprio a questi strumenti che le funne ricorreranno, loro malgrado, per autofinanziarsi la gita al mare.
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Un sogno lungo un viaggio
Non è mai troppo tardi perché un sogno si avveri. Così le simpatiche funne mettono in atto ogni strategia lecita per raccogliere il denaro necessario per il loro viaggio. I primi tentativi passano attraverso la pesca di beneficenza e la vendita delle torte fatte in casa, ma i proventi raccolti sono scarsi. Ecco che, seguendo l'esempio dei pompieri del paese, le nostre prodi casalinghe non si perdono d'animo e, in una versione montanara di Calendar Girls, decidono di realizzare il calendario delle funne e commercializzarlo tra gli abitanti della valle. Naturalmente le nostre funne sono molto più pudiche delle colleghe britanniche e ad alcune di loro sembra eccessivo perfino il velo di cipria con cui vengono preparate per gli scatti. Con l'aiuto del paziente fotografo Massimo e di photoshop il calendario è pronto, ma gli incassi non sono ancora sufficienti, così le funne scopriranno la magia di internet e del crowdfunding condividendo sul web il loro sogno di vedere il mare.
Delicato ed edificante, Funne - Le ragazze che sognavano il mare dimostra come, grazie alla perseveranza e a un pizzico di magia, sfuggire al grigiore del quotidiano non sia un'impresa impossibile. Pur tradendo qua e là la sua natura di docufiction (in alcuni momenti è palese lo sforzo delle protagoniste di mostrarsi naturali davanti all'obiettivo), il film scorre vivace ed effervescente nella sua semplicità. La grazia nel film ci ricorda il garbo di un altro documentarista "magico", Marco Bonfanti, autore de L'ultimo pastore e Bozzetto non troppo. Segno dell'ottima salute di cui gode il documentario italiano contemporaneo. Ma Funne - Le ragazze che sognavano il mare ha un'arma segreta: le mitiche funne. La regista punta tutto sulla spontaneità delle sue donne che, nei loro dialoghi nonsense, passano dall'agognare un pellegrinaggio a Lourdes a disquisire di internet mentre progettano se indossare il costume o restare completamente vestite una volta che si troveranno in spiaggia. A tratti nonnine adorabili, a tratti donne volitive e caparbie, con la loro strenua perseveranza le funne ci ricordano che volere è potere e che nella vita non è mai troppo tardi perché un sogno si avveri. Basta crederci fino in fondo.
Movieplayer.it
3.5/5