L'abbiamo detto più volte nel corso dell'anno, lo ribadiamo ora: Fringe sembra aver trovato la sua strada; in particolare ci siamo sempre sentiti di sottolineare il dislivello, non tanto qualitativo, quanto di coinvolgimento, tra gli episodi stand-alone e quelli integrati nel flusso narrativo principale e forse gli stessi autori si sono accorti di questo problema, perchè da Jacksonville in poi la stagione 2 ha acquisito una solidità indiscutibile. E' forse questa consapevolezza che ha spinto la Fox al rinnovo nonostante gli ascolti ormai stabili sotto i sei milioni di spettatori. Dall'episodio succitato in poi, c'è un'unica via che conduce direttamente al finale di Over There: part 1, preparato, cercato e costruito pezzo dopo pezzo, sia a livello di intreccio che di motivazioni e sensazioni dei personaggi principali.
Ultimo tassello prima di Over There è senza dubbio Northwest Passage, episodio a suo modo autoconclusivo nella trama, ma fondamentale nell'ottiva della stagione sia perchè conseguenza della fuga di Peter in The Man from the Other Side, sia perchè prepara il campo per il doppio finale di stagione: per la prima volta, infatti, il personaggio interpretato da Joshua Jackson si trova ad agire al di fuori della Fringe Division, aiutando le autorità locali di una cittadina di provincia, comandate da Martha Plimpton nei panni dello sceriffo Mathis, a risolvere un caso con il giusto tocco di macabro e bizzarro da attirare l'attenzione del ragazzo, che alla fine si ritrova ad essere più centrale di quanto pensasse in quello che sta accadendo.
E' il punto di partenza di quanto accadrà nelle due parti di Over There, perchè il Walter Bishop dell'altro universo convince Peter ad andare con sè, un dettaglio che i nostri scoprono attraverso le telecamere di sicurezza del piccolo hotel in cui il ragazzo soggiornava. Il gruppo si mobilita subito per recuperare Peter, anche perchè da uno degli Osservatori arriva una dritta non da poco: Walternate sembra intenzionato a completare un dispositivo in grado di distruggere il loro mondo, un macchinario attivabile proprio da Peter.
Aprire un varco tra i due mondi non è facile, ma Walter sa che Olivia può farlo con l'aiuto di altri dei soggetti trattati con il Cortexiphan da piccoli, come lei, quindi il gruppetto si trova catapultato dall'altra parte, un mondo, come sappiamo, simile al nostro ma diverso in tanti piccoli dettagli, un mondo che ha una sua Fringe Division che ci sembra più organizzata ed accessoriata di quella nostrana, alle dirette dipendenze di Walternate che è il Segretario della Difesa.
E' proprio dalla squadra alternativa che l'episodio prende il via, portandoci in medias res sul luogo dell'arrivo di Olivia, Walter e compagni: anche se nelle loro versioni alternative, sono volti noti che vediamo agire, perchè la squadra del mondo parallelo ha la sua Olivia Dunham ed il suo Charlie Francis, impersonato da un Kirk Acevedo al suo ritorno nello show e con look da duro, con tanto di cicatrice. La stessa sigla è dedicata alla Fringe Division altenativa, con i toni virati al rosso, ripetendo quanto fatto per l'episodio Peter con i suoi titoli di testa anni '80.
Ma Over There è importante anche ai fini della mitologia della serie, perchè torna a mostrarci l'universo parallelo al nostro e lo fa dedicandogli molto più tempo che in precedenza, non solo giocando con le differenze rispetto al nostro, con interventi in computer grafica che aggiungono, spostano o eliminano edifici della New York che fa da sfondo alla storia, ma soffermandosi sulle conseguenze che l'atto di Bishop di tanti anni prima ha avuto sull'altra parte, richiedendo l'adozione della quarantena in molte zona dell'America alternativa. Anche l'incontro tra Bishop e Bell, ma soprattutto tra John Noble e Leonard Nimoy, probabilmente in una delle ultime apparizioni della sua lunga carriera considerando il recente annuncio di ritiro dalle scene, rappresenta uno dei momenti più significativi dell'episodio, un incontro a lungo atteso, un attimo di emotività prima dello scontro finale e del caos che porterà allo sconvolgente cliffhanger finale: approfittando della confusione, la Dunham alternativa riesce a restituire il favore alla sua controparte, sostituendosi a lei e tornando nel nostro mondo insieme ai due Bishop.
E' per la vera Olivia l'ultima scena della stagione e la vediamo rinchiusa al buio in una piccola cella che Walternate va a controllare. Sarà questo il punto di partenza della stagione 3, un finale sorprendente come quello dell'anno precedente, anche se per motivi e significati diversi: le implicazioni di quanto impostato dagli autori possono essere molteplici, sia in termini di plot che di gestione dei personaggi e lascia molte possibilità in vista dello sviluppo futuro e, se continuerà sulla strada intrapresa da febbraio in avanti, Fringe si candida per rappresentare una delle serie più interessanti e stimolanti da seguire per il prossimo anno.