Fringe - Stagione 1, episodio 2: The Same Old Story

Invecchiamento rapido e serial killer nel nuovo episodio di Fringe, la nuova serie creata da J.J. Abrams in onda in USA su Fox.

Dopo la lunga premiere della settimana scorsa, Fringe torna sui teleschermi americani per il suo secondo episodio, intitolato The Same Old Story (in italiano La solita vecchia storia), il primo che può darci un'idea della struttura che avrà la serie di settimana in settimana. Viene confermato un tratto stilistico che avevamo già apprezzato nel pilot, ovvero la presenza su schermo delle didascalie che indicano il luogo in cui si svolgono le sequenze all'inizio delle stesse, e si ripropone una struttura classica di questo genere di show, e cioè la presenza di un prologo prima della sigla di testa che introduce il tema dell'episodio.
Siamo in un hotel di bassa categoria a Boston; un uomo si riveste dopo un rapporto con una donna ed è evidente che cova qualcosa; la ragazza, da parte sua, non fa che chiacchierare e gli chiede cosa ci sia nella borsa che ha con sè, "una pizza ai funghi?". Lui le dice di sì, ma quando apre la borsa è chiaro che si tratta di ben altro, ovvero un pratico set da chirurgo con cui è evidente che ha intenzione di intervenire sulla ragazza, Loraine Daisy. Ma il nostro serial killer non fa in tempo ad attuare i suoi piani che dall'altra stanza la ragazza inizia ad urlare e dimenarsi: qualcosa si sta muovendo all'interno del suo ventre e lo vediamo chiaramente mentre le deforma la pelle. Decisamente non è possibile continuare con l'omicidio, quindi l'uomo la carica in macchina per poi lasciarla sola davanti all'ingresso di un ospedale, dove viene soccorsa e portata in sala parto perchè ormai è evidente che la donna sta per portare a termine una gravidanza, nonostante lei sostenga di non essere incinta. Il tutto è rapidissimo ed il bambino nasce poco dopo, non prima di aver causato la morte della madre inconsapevole, causando urla di terrore tra i presenti.

La sigla di testa interviene a toglierci da questa situazione opprimente e ci lascia il tempo di riflettere su quello a cui abbiamo assistito, nonchè di apprezzarne l'intensità della messa in scena, ma al suo termine non otteniamo ancora risposte, quanto un nuovo punto di vista: Philip Broyler sta spiegando in una riunione che 43 minuti prima c'è stato un allarme riguardo un incidente, quello del parto di cui sopra; i presenti sono numerosi e, sebbene non ne conosciamo ancora l'identità, se non per Nina Sharp della Massive Dynamic, la sensazione che impareremo a conoscerli è forte. Broyles spiega anche che ha messo insieme una "nuova squadra" e che questa si occuperà di seguire il caso, che chiaramente cade sotto la loro "giurisdizione".
Ed infatti nella scena seguente Olivia Dunham riceve una telefonata proprio da Broyles, che la incarica di riunire il gruppo e seguire il caso, sul quale ci vengono dati ulteriori dettagli proprio quando la squadra arriva in ospedale per le indagini: alle 12:17 la donna è stata lasciata fuori l'ospedale ed alle 12:24 è diventata madre, due minuti dopo la sua morte; il bambino è sopravvissuto per altri trenta minuti dopo la nascita, per poi morire di cause naturali... vecchiaia. Come può un essere vivente passare dal concepimento alla nascita e la successiva morte per vecchiaia in poche ore?
E' questo il quesito a cui il gruppo dovrà rispondere e Broyles li informa che casi inspiegabili di questo tipo si verificano di continuo ed il compito del suo gruppo è di trovare il disegno alla base di questi fenomeni.
Il cadavere del neonato anziano viene portato nel laboratorio del dottor Bishop, rimesso in piedi ad Harvard per permettergli di dare il suo contributo alle indagini della squadra, ed intanto Peter ed Olivia seguono la pista che conduce all'hotel da dove la telefonata al pronto soccorso era arrivata. Là i due trovano indizi sufficienti perchè Olivia riesca a collegare l'uomo ad un pericoloso serial killer su cui ha indagato in passato, mai catturato perchè uccide cinque vittime per volta nel giro di pochi giorni, per poi sparire nuovamente, ma il cui modus operandi è inconfondibile perchè prevede una iniezione paralizzante alla vittima e la successiva operazione per rimuovere la ghiandola pituitaria.
Intanto gli esami sulla vittima del dottor Bishop gli consentono di comprendere l'accaduto e ricondurlo a degli esperimenti di cui era stato incaricato lui stesso in passato, e cioè un progetto a sfondo militare con lo scopo di creare un esercito in breve tempo, usando la crescita accelerata per tirar su un soldato di 21 anni di età in soli tre anni; un progetto accantonato perchè non si era stati in grado di fermare la crescita una volta ottenuta l'età desiderata. Si tratta chiaramente di quello che è accaduto anche al neonato della sera prima ed il ragionamento conduce alla spiegazione più semplice: l'assassino ha lo stesso problema e la rimozione delle ghiandole pituitarie, che regolano proprio il ritmo biologico e l'invecchiamento cellulare, è dovuta al suo bisogno di ingerirle per controllare il processo in atto nel suo organismo. Si sa, il preservativo non è sicuro al 100% ed il suo rapporto sessuale con la donna ha condotto ad una gravidanza veloce quanto inaspettata che ha portato la donna dal letto dell'hotel a quello del laboratorio del dottor Bishop in brevissimo tempo.
Ma se l'assassino ha un ritmo di crescita accelerato, ha senso cercarlo presso l'unico in grado di ripetere l'esperimento, cioè il dottor Penrose, che ha lavorato in passato con Bishop per questo progetto. L'uomo è ora un docente del Boston College e, interrogato da Olivia, sembra non avere molto da dire al riguardo: nessuna idea, nessuna ipotesi, nessun indizio da fornire. Sarà vero?
Evidentemente no, perchè poco dopo lo ritroviamo a parlare proprio con il nostro assassino, che ha appena operato un'altra vittima. I due si conoscono ed il dottore lo sta proteggendo perchè conosce il suo problema, o meglio ne è la causa visto il dialogo tra i due ci rivela che Christopher, il nome del killer, è una sua creatura per cui prova un profondo affetto, al punto da chiamarlo "figlio". Penrose gli chiede di essere più attento, perchè ha ricevuto una visita dall'FBI, ma lo esorta a procedere perchè gli manca ancora una ghiandola per poter completare questo ciclo.
Intanto la nuova vittima viene rinvenuta ed è oggetto di studi al laboratorio, dove è chiaro a tutti che l'assassino ucciderà ancora una volta. Come fermarlo?
Se Fringe tratta proprio della scienza di confine, non dovrà stupirci se la soluzione proposta dal dottor Bishop sia molto al limite e vada scomodare Jules Verne: in uno dei suoi romanzi, l'autore suggerisce che l'ultima cosa vista prima di morire rimane impressa sulla retina di un cadavere, quindi basterebbe riuscire a riprodurre questa immagine per poter avere un'indizio sull'identità dell'assassino. Peter e Walter si scambiano veloci battute sulla follia o meno dell'idea ed in definitiva concludono che non è del tutto folle. Serve solo un apparecchio capace di tradurre gli impulsi elettrici del nervo ottimo e visualizzarli su un monitor, un apparecchio in via di sviluppo dalla Massive Dynamic.
E' Olivia a chiederne l'uso a Nina Sharp, che acconsente ma non prima di averci fatto intuire che ci troviamo davanti a qualcosa di molto più complesso di quello che potremmo pensare, ma non ci stupisce, considerando che siamo solo al secondo episodio e che sicuramente gli autori hanno in cantiere molte idee per arricchire la mitologia della serie. In più, offre ad Olivia un lavoro presso di loro.
Il dispositivo che la Sharp fornisce ad Olivia sembra funzionare, ma sappiamo che non c'è molto tempo da perdere perchè nel frattempo abbiamo visto il killer già al lavoro per procurarsi l'ultima ghiandola che gli manca. Purtroppo l'immagine fornita dal macchinario è criptica e non è altro che un ponte, quello che la donna aveva potuto osservare dalla finestra del magazzino in cui è morta, subito prima di ricevere l'iniezione paralizzante. Come usare questa informazione? L'assistente del dottore riesce a collegare l'immagine al ponte giusto ed usando una sapiente commistione di immagini satellitari e software di ricostruzione tridimensionale, la squadra riesce a restringere la zona in cui si trova il luogo del delitto ed arrivare sul posto appena in tempo per bloccare l'intervento al cervello sulla nuova vittima e quindi impedire a Christopher di assumere la dose necessaria alla sopravvivenza. Peccato solo che il dottor Penrose resti a piede libero e sia introvabile, ma qualcosa ci dice che lo rivedremo prima o poi.
Nel finale ci vengono suggeriti un paio di temi di cui aspettarci ulteriori approfondimenti: da una parte il dottor Bishop chiede ad Olivia di mantenere il riserbo sulle informazioni mediche di Peter presenti nella sua scheda, informazioni che in realtà non erano inserite e quindi non sono note ad Olivia; infine l'ultima, brevissima sequenza dell'episodio ci mostra una sala illuminata da lampade fluorescenti con tre uomini che giacciono in tre letti sotto il controllo di apparecchiature mediche.
Due indizi che, aggiunti a molte frasi presenti nei dialoghi dell'episodio, ci fanno capire che si stanno già gettando le basi per la costruzione di una mitologia della serie forte ed ampia. La speranza è che si riesca a mantenere una solidità ed una coerenza narrativa che mantenga la serie interessante e coinvolgente, ma per saperlo non dobbiamo far altro che seguire i successivi episodi, a cominciare dal prossimo The Ghost Network.

Movieplayer.it

3.0/5