Friendzone, la recensione: la nuova commedia romantica francese targata Netflix

La recensione di Friendzone: da eterno amico delle donne a tombeur de femmes, il passo è (anche troppo) breve in questa nuova commedia romantica francese targata Netflix.

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Friendzone: Mickael Lumière in una scena del film

Debutto alla regia di un lungometraggio per Charles Van Tieghem, Friendzone è la nuova produzione francese targata Netflix che va a inserirsi nel già vastissimo catalogo di commedie romantiche presenti sulla piattaforma. Il film, disponibile per lo streaming dal 29 settembre, segue le vicissitudini amorose dell'inguaribile romantico Thibault (interpretato da Mickaël Lumière), venticinquenne parigino disposto a tutto pur di conquistare il cuore di Rose. Anche a cambiare completamente se stesso. Riuscirà il ragazzo a uscire dallo status di eterno migliore amico e diventare un fidanzato a tutti gli effetti? La risposta potrebbe sembrare scontata. E, infatti, come vedremo nella nostra recensione di Frienzone, lo è. Perché la pellicola non nasconde grandi sorprese, anzi, ricalca pedissequamente le orme della maggior parte delle commedie romantiche che l'hanno preceduta. Questo però non significa che Friendzone non possa rappresentare un modo piacevole e leggero di trascorrere un'ora e mezza del proprio tempo, soprattutto grazie alla presenza di alcuni momenti goliardici e di personaggi nei quali è facile riconoscersi.

Eterno migliore amico

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Friendzone: Mickael Lumière in un'immagine

Thibault detto Titi (Mickaël Lumière) è un ragazzo parigino di 25 anni che lavora come infermiere nella capitale francese e condivide le proprie giornate con tre amiche che lo trattano come un fratello. Durante l'addio al nubilato di una di queste, Titi fa la conoscenza di Rose (Eva Danino), una giovane donna in vacanza sulla costa che cerca di lasciarsi alle spalle la rottura col fidanzato. Il loro incontro promette bene ma, proprio quando sembra che stia per scattare la scintilla, il ragazzo si defila per l'imbarazzo, non accorgendosi dei messaggi positivi lanciati da Rose. Una volta tornati a Parigi, però, Titi capisce di aver commesso un errore, e decide di recuperare la situazione che si è stupidamente lasciato sfuggire dalle mani; ma ormai la soglia della friendzone è stata irrimediabilmente varcata e Titi si ritrova a diventare il confidente, compagno di shopping e di lunghe sessioni di Netflix di Rose. Come fare per invertire la rotta e trasformarsi da eterno amico delle donne a fidanzato? A correre in aiuto di Thibault saranno le sue tre amiche che metteranno in atto un vero e proprio processo di trasformazione: da ragazzo gentile, timido e accomodante a tombeur de femmes.

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I soliti cliché

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Friendzone: Mickael Lumière in una scena

Come abbiamo già detto, il primo lungometraggio firmato da Charles Van Tieghem non può certo essere considerato una fucina di novità. Friendzone, infatti, non risparmia molti dei cliché che siamo abituati a vedere nelle commedie romantiche; come, ad esempio, il personaggio principale che subisce un rapido processo di trasformazione, diventando improvvisamente sicuro di sé grazie a qualche dritta sulla postura, a un abbigliamento alla moda e a un diverso taglio di capelli (se fosse stata una ragazza, si sarebbe tolta gli occhiali). O come l'immancabile siparietto della prova dei vestiti, quando parte la musica e inizia la rassegna di tutti gli abiti presenti in negozio, e più questi sono bizzarri e colorati più il nostro protagonista esce dal camerino ridendo e mettendosi in posa. Tutti elementi che riescono sempre a strappare un sorriso, è vero, ma lo stesso sorriso che ormai facciamo da 30 anni a questa parte. C'è da chiedersi se, magari, per la propria opera prima il regista francese non avrebbe potuto mettere da parte qualche cliché da rom-com e regalarci non una ventata di novità ma almeno un venticello.

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Siamo tutti un po' Thibault

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Friendzone: Fadily Camara, Constance Arnould, Manon Azem in una scena del film

Fortunatamente i personaggi ci vengono in aiuto per risollevare le sorti delle pellicola. Nonostante anche qui si faccia un massiccio uso di stereotipi (la femme fatale, la ragazza acqua e sapone, l'influencer con il telefono sempre in mano...), le emozioni messe in campo sembrano reali e ci aiutano a empatizzare con le disavventure vissute dal protagonista. A chi non è mai capitato di provare dei sentimenti per una persona amica, vivendo nel timore che anche solo un passo in avanti potesse trasformarsi nella fine definitiva dell'intero rapporto? La paura di essere irrimediabilmente precipitati nella friendzoned spesso genera insicurezza, gelosie, atteggiamenti troppo accomodanti o, peggio, porta a compiere una serie di scelte sbagliate dalle quali è poi difficile tornare indietro. Ed è proprio quello che succede a Thibault, nel quale finiamo un po' tutti per trovare delle parti di noi o dei comportamenti che ci somigliano. Anche i tre personaggi di supporto, le inseparabili amiche del ragazzo, apportano un contributo positivo alle pellicola, rendendosi protagoniste di alcune delle scene più goliardiche (fortunatamente non mancano) di Friendzone che, come abbiamo già detto, va preso esclusivamente per quello che è: un'ora e mezza di intrattenimento condito da qualche risata.

Conclusioni

Come abbiamo visto nella nostra recensione di Friendzone, il primo lungometraggio del regista francese Charles Van Tieghem non brilla certamente per originalità, attingendo a piene mani da tutti quei cliché che siamo abituati a vedere nelle commedie romantiche. A risollevare le sorti della pellicola, però, vengono in aiuto i suoi protagonisti, con i quali è facile entrare in empatia, e alcuni momenti goliardici che non mancano di strappare qualche sana risata.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Personaggi nei quali è facile riconoscersi.
  • Momenti di sano divertimento.

Cosa non va

  • I soliti cliché delle commedie romantiche.