Franco Maresco ha parlato di cinema e mafia nell'incontro virtuale intitolato 'Ridere è cosa nostra. La mafia secondo Franco Maresco', ospitato dalla piattaforma streaming Miocinema nel giorno dell'anniversario della Strage di Via D'Amelio, dove persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. La riflessione sullo sguardo ironico e deforme di Maresco sulla sua Sicilia nasce in occasione dell'approdo su Miocinema di La mafia non è più quella di una volta, vincitore del Premio Speciale della Giuria alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nel 2019, e di altre due opere del regista.
La mafia non è più quella di una volta vede il ritorno sul grande schermo di Ciccio Mira, chitarrista e cantante popolarissimo a Palermo con un procedimento in corso per associazione mafiosa già comparso in Belluscone. Una storia siciliana, altro documentario grottesco di Maresco del 2014. "Le riprese di Belluscone durarono a lungo, come mio solito" ricorda Franco Maresco. "Il film fu presentato a Venezia e vinse il David di Donatello. Non lo dico per questione di vanità, ma perché sono rimasto stupito del premio, soprattutto in virtù dei contendenti. Quando abbiamo iniziato il film, Berlusconi era ancora Presidente del Consiglio. In un primo tempo avevo costruito un documentario in stile inchiesta giornalistica alla Santoro, con sprazzi grotteschi ogni tanto, ma non ero convinto. La vera rivelazione è arrivata quando ho incontrato Ciccio Mira, che ho avevo conosciuto molto anni prima sul set de Lo Zio di Brooklyn, ho deciso di concentrarmi su di lui e sulla storia siciliana raccontando Berlusconi attraverso il filtro dei neomelodici e delle periferie siciliane".
Il ritorno di Ciccio Mira
Come sottolinea la recensione di La mafia non è più quella di una volta, a controbilanciare la presenza di Ciccio Mira, stavolta, troviamo Letizia Battaglia, figura simbolica che ha salvato il film. Come spiega Maresco: "In questi anni Ciccio Mira è cambiato. In Belluscone si rifiutava di organizzare una commemorazione di Falcone e Borsellino fornendo scuse esilaranti. Anni dopo lo ritroviamo impegnato a organizzare questa festa per i 25 anni delle stragi di Capaci e Via D'Amelio allo Zen. In questi ultimi anni dentro Cosa Nostra sono cambiate delle cose che il film prova a spiegare e a far da contrappeso a un nostalgico Ciccio Mira c'è la fotografa Letizia Battaglia".
Nell'analizzare la deriva di senso e il cambiamento avvenuto negli ultimi anni in Sicilia e in Italia, Franco Maresco affronta la questione sottolineando come oggi "chi denuncia certi fatti corre molti meno rischi perché la mafia è cambiata. La mafia odierna non è più quella militarizzata dei quartieri che garantiva l'ordine a Palermo. Ai tempi del maxiprocesso ci furono le proteste dei lavoratori dell'edilizia che chiedevano a gran voce il ritorno della mafia, c'erano anche gli striscioni allo stadio. Come spiega anche Ciccio Mira, la mafia garantiva il lavoro. Oggi non si muore di piombo, ma si muore di indifferenza e di apatia. I migranti muoiono e il giorno dopo nei tg si ridacchia perché la società è esplosa e la mafia è entrata nell'antimafia. Questo è quello che cerco di dire coi miei film".
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La società dell'apparire
Negli anni '90, con Cinico TV Franco Maresco e il collega Daniele Ciprì avevano già immaginato che nella lotta alla mafia ci sarebbe stata molta confusione. Anni dopo si è scoperto che alcuni di coloro che combattevano Cosa Nostra, in realtà, erano al servizio dell'organizzazione e i film di Maresco sono le sole pellicole che parlano di mafia al presente. "La nostra realtà è un Helzapoppin' miserabile. La mafia non è più quella di una volta conteneva una parte sulle fiction di mafia che si girano a Palermo che poi abbiamo deciso di eliminare. Questi film hanno come modello Mediaset e la Rai, Il capo dei capi, Squadra Antimafia, una banalizzazione della mafia che ha contribuito ad abbassare e spettacolarizzare la vera funzione dell'Antimafia. Oggi l'unico interesse dei giovani è apparire come comparse, nelle numerose interviste che ho fatto nei quartieri di periferia i giovani mi dicono 'Preferirei interpretare un killer, ma va bene anche un poliziotto'. Un tempo non lo avrebbero mai fatto".
Prima di congedarsi c'è un ultimo quesito che Franco Maresco è chiamato a chiarire, quesito che riguarda la natura dei fatti assurdi mostrati ne La mafia non è più quella di una volta. Verità documentaristica o finzione? Per il regista "la risposta non è determinante perché la sostanza è vera. Quello che è dentro è tragicomicamente vero".