Franco Battiato - La voce del padrone, il documentario di Marco Spagnoli, è al cinema dal 28 novembre al 4 dicembre, una formula diversa da quella dell'uscita evento, per sfruttare anche il week-end, un momento in cui i giovani vanno al cinema, e per poter far vedere anche a loro la storia di un artista straordinario e di un album storico. Eravamo ragazzini anche noi, nel 1982, quando sono arrivate quella fantastiche canzoni, facili eppure complicatissime, contenute ne La voce del padrone. Era un ragazzo anche Marco Spagnoli, che firma la regia del film. "Sono uno di quei ragazzini che nel 1982 ha contribuito a far raggiungere a 'La voce del padrone' il milione di copie, comprando la cassetta - e non l'lp - dell'album di Franco Battiato che abbiamo tutti continuato ad ascoltare" ci ha spiegato. "L'idea era di raccontare i 40 anni de 'La voce del padrone'. È un documentario su un album. Credo sia difficile fare un documentario tout court su Battiato. Parlando con la produzione, e conoscendo il lavoro di Stefano Senardi, con la sua trasmissione '33 giri', ci siamo detti: perché non proviamo a fare un viaggio dentro quest'album, incontrando tante persone che di questo album sono state protagoniste e testimoni?"
"Il progetto ha avuto un'evoluzione" continua Marco Spagnoli. "Ed è diventato un viaggio fisico da Milano a Milo, con un racconto che fosse celebrativo ma anche intimo. Abbiamo fatto tanti incontri. Io sono rimasto conquistato da quello che ha fatto Morgan. È stato generosissimo. Ha suonato per molto più tempo di quello che si vede nel documentario. E spero che questi materiali si vedano: la grande intelligenza, la grande passione con cui ci racconta Battiato hanno un alter ego nella musica e nell'incontro che abbiamo fatto. Facendo questo documentario mi sono sentito molto privilegiato. Ho preso qualcosa che ho sempre creduto di conoscere, l'ho vista declinarsi in tante forme grazie a loro".
Morgan: "Battiato è così, fa piangere e fa ridere"
Morgan è una delle presenze più piacevoli tra i tanti personaggi intervistati da Spagnoli e Senardi (tra gli altri Eugenio Finardi, Carmen Consoli, Pino Pischetola, Alice). Il modo in cui suona Battiato, in cui ci introduce nella sua musica, e nei suoi testi, è impagabile. "La mia relazione con Battiato è iniziata nel 1995, sono stati 10 anni di collaborazione e amicizia molto intensi" ci racconta. "'La voce del padrone' continuo a comprarlo. Mio padre me lo prese per la prima volta a 8 anni, ma non era l'originale, lo aveva preso da una bancarella. Poi abbiamo preso l'originale. Poi lo abbiamo preso in cassetta, poi il vinile, poi il cd. E ogni volta che veniva rimasterizzato lo ricompravo. Quel disco lì mi ha nutrito fin da bambino. Era un disco che si ascoltava dall'inizio alla fine. I pezzi erano tutti belli, 7 pezzi, tutti singoli". "È un disco che nella musica italiana rappresenta uno dei punti più alti in assoluto, come musica contemporanea, non solo come musica leggera" continua Morgan. "Battiato arriva nel 1980 a fare quel disco, dopo aver fatto esperimenti di vario genere e li concentra tutti. E la cosa paradossale è che sono canzoni pop, cortissime, facili, che tutti possono suonare. È un capolavoro come 'Sgt Pepper' dei Beatles". "Sul disco sono stati fatti dei libri" racconta Morgan. "Io ho delle esegesi comiche su queste canzoni. Perché Battiato ha anche un aspetto surreale, comico. Anche Lars Von Trier mi fa questo effetto. Battiato è così, fa piangere e fa ridere. Mi ricordo che Mauro Pagani non capiva Battiato. Per lui Battiato era il verso 'mio zio è uno Gnu e dorme su un piede solo'. I pezzi di De André iniziano e finiscono, e parlano di un argomento. Quelli di Battiato spaziano. È frammentario, è la modernità assoluta. Nessuno fa cose così frammentarie. Battiato è Panella Battisti ante litteram e Panella Battisti è il compimento di Battiato".
Franco Battiato - La voce del padrone, la recensione: Le vie che portano all'essenza di Battiato
Stefano Senardi: "Sono andato dove mi spingeva il cuore"
A portarci lungo quelle strade che portano all'essenza di Franco Battiato è Stefano Senardi, storico produttore e grande amico dell'artista. "'La voce del padrone' è l'album spartiacque della storia della musica italiana" riflette. "L'album di un uomo, questo essere speciale che ci seduce con il pop e ci porta verso mondi lontanissimi. Era un esploratore, sia dentro se stesso sia nei suggerimenti che dava attraverso il pop e un patchwork di citazioni". "Io e Franco abbiamo lavorato insieme, fatto viaggi in giro per il mondo, divertendoci, con una diversità di caratteri, di modi di intendere la vita" continua Senardi. "La bellezza di un uomo come Franco era proprio questa, il suo modo di porsi rispetto al resto del mondo. Quando voleva fare una cosa la faceva, aveva orari precisi e ti costringeva ad essere concentrato e preciso quando eri con lui". "Per me è stato un sogno questo viaggio" ci spiega Stefano Senardi. "Sono andato dove mi spingeva il cuore. Avevo paura la sera prima di arrivare alla sua casa. Ma man mano che mi sono avvicinato a Milo, a Villa Grazia, ho trovato un senso di normalità, di serenità: da come ero agitato la sera prima, mi sono sentito come quando torni a casa quando sei in giro a sbatterti per il mondo. Ho trovato il coraggio di farmi indicare la stanza dove Franco se n'è andato. Ho avuto una sensazione di grande normalità".
Morgan: "Battiato è il più grande musicista del Novecento in Italia"
Così come è stato normale che a raccontare Battiato sia stato anche Morgan, uno che con Battiato ha suonato, ha scritto, ha composto. Quella del sodalizio tra i due artisti è una storia bellissima e ve la racconteremo presto. "Io Battiato ci siamo sempre trovati connessi sul piano culturale" commenta Morgan. "Non abbiamo mai fatto altro che parlare di musica. La passione che io sento e che lui aveva, oggi molti altri non ce l'hanno più o non riescono a mantenerla uguale. Battiato io l'ho conosciuto a 50 anni, era già un mito, era già Battiato, faceva i dischi con una freschezza ed un entusiasmo coraggiosi, era come un ragazzino. Era molto organizzato, era la disciplina in persona. Non perché era uno schematico, freddo, burocratico. Tutt'altro: sapeva che dentro un paradigma poteva esserci la creatività assoluta. Un'esplosione di creatività dentro un recinto che si era imposto e la conteneva. Quello che posso fare nel post-Battiato è conservare la sua indicazione musicale. Ecco perché suono nel film e perché rappresenta il più grande musicista del Novecento in Italia".
Marco Spagnoli: "Il documentario è un perimetro del viaggio e di incontri in tutta Italia"
Franco Battiato è proprio così. Come dice Stefano Senardi, ci seduce con il pop e ci porta verso mondi lontanissimi. Ed è proprio quello che fa il film Franco Battiato - La Voce del Padrone. Abbiamo chiesto allora a Marco Spagnoli se il film è stato pensato così dall'inizio o si è evoluto girandolo. "Con Stefano sapevamo che avremmo messo dentro tutte le canzoni de 'La voce del padrone'" ci risponde il regista. "E poi 'E ti vengo a cercare', perché è proprio il senso del racconto di un viaggio che qualcuno fa per cercare un amico. Sapevamo che ci doveva essere 'La cura'. In un montaggio c'erano anche altre canzoni che poi abbiamo preferito togliere, perché portavano il documentario in un'altra direzione. Il documentario è sempre stato pensato così: era un contenitore, un perimetro del viaggio e di incontri in tutta Italia. Il momento in cui Pino Pischetola, Pinaxa, che ci fa ascoltare 'Centro di gravità permanente', al montaggio ci sembrava stesse bene all'inizio. E così quando Morgan spiega 'Centro di gravità permanente' - illuminando tutti noi con l'esegesi di quella canzone, spiegandoci chi cerca questo centro di gravità - è al posto giusto". A proposito di Centro di gravità permanente, Marco Spagnoli ci racconta un aneddoto divertente. "Ricordo, in Bretagna, di aver avuto a che fare con una vecchia bretone, che guidava la macchina in maniera pericolosa" ricorda con un sorriso. "Io ho suonato il clacson. E mia moglie, che è francese, mi ha detto: è la prima volta che qualcuno suona il clacson in Bretagna. Per me la canzone è associata a un frontale che avremmo fatto con una vecchia bretone, a venti all'ora...".
Ma è proprio così. Certe canzoni che scrivono i grandi artisti le ritroviamo tra noi, in tante piccole cose della nostra vita. E Franco Battiato è uno di questi grandi artisti. Forse, il più grande.