La Piazza Grande di Locarno sembra la migliore location per il decollo di Amori che non sanno stare al mondo, nuova opera di Francesca Comencini. Il film, che racconta la crisi di una donna dopo la separazione dall'amore della vita, è una commedia che rompe gli schemi della tradizione. Un film femminile e femminista come la sua autrice, che rivendica l'importanza di dare una centralità alle figure femminili messe in secondo piano da tanto cinema al maschile. Lei stessa, da donna che fa un mestiere in maggioranza maschile, ha scelto di raccontare l'ossessione di Claudia per l'ex compagno Flavio in un'ottica personale, assemblando materiali di vario tipo per descrivere il cortocircuito che si crea nella testa della protagonista dopo la perdita del compagno.
Francesca Comencini sottolinea la contemporaneità del suo ultimo lavoro che "non racconta una storia d'amore, ma descrive l'ossessione di una donna che non vive più questo amore e cerca di elaborare la perdita. Claudia sa cosa richiederebbe la pacificazione, sarebbe la devozione, ma lei non è pronta ad accettarlo. Fino a poco tempo fa il codice comportamentale delle donne era la sottomissione, oggi tutto questo sta faticosamente cambiando, è un terreno di guerra e di sofferenza. Uomini e donne cercano di sfuggire a codici comportamentali noti, e ogni giorno al telegiornale vediamo l'orrore di uomini giovani che uccidono le compagne perché incapaci di accettare l'idea di un rifiuto".
Femminile v maschile
Quello di Claudia è un ruolo complesso, scomodo, irritante. Per dare il giusto spessore al personaggio, Francesca Comencini aveva bisogno di un'interprete di talento e lei ha deciso di scommettere su Lucia Mascino, attrice di teatro esplosa con la webseries Una mamma imperfetta e con I delitti del BarLume. Parlando di Claudia, la Mascino mette le mani avanti specificando: "Io sono arrivata all'ultima tappa del percorso, sono stata chiamata al provino e ho ricevuto lo script di una sola scena, quella a più alta temperatura del film. Ho amato subito Claudia perché butta fuori tutto ciò che sente, è un personaggio privo di filtri. Claudia riflette la natura di un film in cui si ride e si piange nella stessa scena, questo non accade molto spesso". Francesca Comencini puntualizza: "Quando scrivevamo il film era importante che il personaggio di Claudia fosse autoironico, a volte irritante a volte tenero. Non deve essere un personaggio che cerca di piacere, ha dei lati anticipatici ed è proprio ciò che ci premeva. Là dove un personaggio femminile incarna un prototipo che siamo abituati a vedere al maschile ci diventa antipatico e questo è un segno della nostra epoca".
A far da contraltare alla scatenata Claudia c'è il pacato Flavio, turbato dalle follie della propria donna tanto da decidere di separarsene. A interpretarlo è Thomas Trabacchi, che prova a fornire una chiave di lettura per il suo personaggio: "Flavio è più impaurito che diffidente, forse è entrambe le cose. E' una grande opportunità per un attore. Abbiamo lavorato allo script in maniera molto libera trovando spazi aggiuntivi. Questa contrapposizione tra il femminile e il maschile è un tema classico del film. Flavio è incapace di riconoscere l'anima gemella, è distrutto da centinaia di anni di patriarcato così rinuncia all'amore, guidato da una bussola razionale e vanitosa. Rinuncia all'elemento non razionale. Claudia è una portatrice sana di disordine, in amore il disordine deve comandare. Forse è il mondo che oggi non è più in grado di accogliere l'amore? Io ho sperato che la coppia potesse rimanere insieme, alla fine Flavio prende una decisione che non gli appartiene, ci si ritrova coinvolto suo malgrado. Trovo che sia un personaggio moltro triste, portatore di un maschile squilibrato".
Un film nel segno dei tempi
Amori che non sanno stare al mondo è un film che non consola, non assolve e non condanna. Ma è anche un film che punta il dito contro certi perbenismi e contro una mentalità retrograda sfidando il pubblico con la presenza di scene di sesso esplicite, anche e soprattutto omosessuali visto che dopo l'abbandono di Flavio Claudia intreccia una breve relazione con una sua studentessa. "La relazione omosex di Claudia non è un accontentarsi" ribatte Lucia Mascino. "In questo periodo anche nei film compare un'autorizzazione reciproca a vivere una maggiore fluidità sessuale. Per me tutto questo è positivo, appartiene all'umano, non è un accontentarsi, è un riconoscimento del fatto che possiamo innamorarci delle persone indipendentemente dal genere".
Riguardo alle possibili critiche insite nella rappresentazione dell'ambiente universitario, Francesca Comencini conferma che "la scelta dell'ambientazione all'università è una provocazione, ma non contro l'università, istituzione verso cui ho il massimo rispetto. E' una scelta venuta naturalmente. Se penso alla scena in cui Claudia racconta le sue pene d'amore all'amica in biblioteca, rivedo loro che sussurrano tra i libri e in quei libri il discorso dell'amore non è raccontato. Non ci sono filosofe donne, poche sono le autrici del passato da studiare e questo silenzio stride col presente in cui le donne rivendicano il proprio ruolo". A chiarire la scelta di non far partecipare il film al concorso, riservandogli la vetrina più neutra della Piazza Grande, è il produttore Domenico Procacci: "Avevo già lavorato con Francesca per Lo spazio bianco e sono soddisfatto dell'esito del film. Sono molto felice di essere in Piazza Grande, in passato ho avuto film in concorso e mi dispiaceva un po' che non venissero proiettati in questa piazza incredibile".