C'è un grandissimo e ingombrante malinteso dietro Flight Risk - Trappola ad alta quota diretto da Mel Gibson. Un'incongruenza stridente tra la narrazione promossa attraverso il marketing e la vera essenza del film: al contrario di quanto mostra il materiale promozionale (dal trailer alla locandina), il vero protagonista non è Mark Wahlberg, bensì una convincente Michelle Dockery. Ora, una dimostrazione palese di quanto certi volti - soprattutto maschili, avallando una forte disparità di genere - siano teoricamente più influenti in chiave comunicativa. Magari sarebbe ora di cambiare una certa narrazione, accompagnando il pubblico in sala nel modo più onesto possibile.

Spostare in modo così netto il focus dal vero protagonista, oscurandolo nei materiali di presentazione, rappresenta una scelta quantomeno discutibile sotto il profilo della trasparenza e del rispetto per la platea. Accade raramente, certo, ed è una scelta che non toglie né aggiunge nulla al film scritto dall'esordiente Jared Rosenberg, meritevole di essere stato nell'annuale black list dei migliori script non ancora prodotti (era il 2020). Solo questo accenderebbe la curiosità.
Flight Risk - Trappola ad alta quota: il fattore Michelle Dockery

Ricordando nel look certe produzioni dei 90s - ma solo alla lontana, con una strizzatina d'occhio a quel tripudio che fu Con Air con Nicolas Cage - Flight Risk ha per protagonista, appunto, la U.S. Marshal Madelyn Harris di Michelle Dockery. L'agente federale è incaricata di scortare un testimone dalla parlantina facile (Topher Grace, sempre una sorpresa), atteso come prova in un processo di mafia che potrebbe rivelare scottanti legami con il governo. A bordo dello scalcinato volo, però, i due si rendono conto che il pilota Daryl (Mark Wahlberg) non ha intenzione di portare il testimone a destinazione. Anzi.
Un film votato all'intrattenimento
Non c'è granché altro da aggiungere rispetto al polot, e potremmo aver già detto tutto rispetto a Flight Risk: Mel Gibson, che traccia comunque un film d'ufficio (ma è pur sempre il regista di Braveheart, e si vede), ha la giusta scaltrezza nel portare avanti l'azione concentrata in novanta minuti (il minutaggio perfetto per modulare la tensione). Il ritmo c'è, è sostenuto, al netto di uno schema centrale abbastanza ripetitivo: forza e debolezza di un titolo ambientato quasi per interno all'interno di un piccolo aeroplano. Il filo, tuttavia, è tenuto ben teso dai personaggi, dalle svolte - pur telefonate, ma fanno parte del gioco - e da un finale che non rinuncia ad una certa spettacolarità. Al centro di tutto, come già evidenziato, brilla la performance di Michelle Dockery.

L'indimenticabile Lady Mary Talbot di Downton Abbey si dimostra una scelta azzeccatissima per il ruolo (scelta di casting interessante, se vogliamo anche coraggiosa), incarnando con credibilità un personaggio di forte impatto, non scontato, capace di ritagliarsi uno spazio all'interno dello stesso film. Crescendo di scena in scena. Ribadiamo quanto appaia singolare la scelta di relegare in secondo piano una protagonista così carismatica a favore di una campagna promozionale incentrata su Mark Wahlberg.
Quest'ultimo, dal canto suo, offre un'interpretazione di uno spregevole cattivo sopra le righe, quasi caricaturale, da fumetto, nonché farsesco (con tanto di accentuata e reale rasatura), ma che si adatta sorprendentemente al tono generale del film. Il risultato finale? A dispetto di quanto suggerito dalla critica americana, quello di Gibson - che mancava alla regia dal 2016 con La battaglia di Hacksaw Ridge - è un godibile action votato all'intrattenimento.
Conclusioni
L'abbiamo detto, e ci siamo soffermati su un fattore abbastanza discutibile: Flight Risk ingannevolmente promuove Mark Wahlberg come protagonista, mentre il vero fulcro è Michelle Dockery. Al netto di questa trovata decisamente opinabile, il film di Mel Gibson è un action teso e ritmato, e mantiene alta la tensione fino ad un finale che punta allo spettacolo. Un godibile intrattenimento che fa il suo.
Perché ci piace
- La bravura di Michelle Dockery.
- La regia di Gibson, tiene bene il ritmo.
- Il finale divertente.
- Alcune trovate funzionali.
Cosa non va
- Perché spacciare Wahlberg per protagonista?
- La parte centrale abbastanza ripetitiva.