Fleabag 2, la recensione: da Phoebe Waller-Bridge un racconto emozionante sull'amore e il lutto

La recensione di Fleabag 2, seconda stagione della serie creata e interpretata da Phoebe Waller-Bridge.

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Fleabag: Phoebe Waller-Bridge in una sequenza della seconda stagione

Una recensione di Fleabag 2 non può iniziare senza sottolineare che la serie tv con protagonista Phoebe Waller-Bridge, arrivata sulla piattaforma di Amazon Prime, è uno dei progetti più originali e riusciti delle recenti annate televisive.
Nonostante la breve durata delle due stagioni, composte entrambe da sei episodi della durata di 20-30 minuti, la storia conquista per la sua capacità di trasportare gli spettatori nella mente e nelle emozioni della sua protagonista, e l'adattamento dello spettacolo teatrale della creatrice e attrice lascia il segno e un po' di dispiacere all'idea che lo show non ritornerà con nuove puntate.
La qualità della comedy dall'umorismo tagliente si mantiene però a livelli molto alti in questa seconda stagione in cui si assiste a un'interessante riflessione sulle difficoltà vissute nel momento in cui si trova il coraggio di innamorarsi di nuovo e aprirsi a un'altra persona dopo aver sofferto a lungo.

Nuovi amori e problemi per Fleabag

La trama di Fleabag 2 riprende dalla cena organizzata per celebrare il fidanzamento tra suo padre e la madrina della donna (Bill Paterson e Olivia Colman), evento che prende una svolta imbarazzante e inaspettata nel momento in cui la protagonista scopre un segreto della sorella Claire (Sian Clifford), alle prese con un difficile periodo nel suo matrimonio con l'alcolizzato Martin (Brett Gelman), e inaspettato grazie all'incontro con il prete che si occuperà delle nozze (Andrew Scott). Fleabag (Phoebe Waller-Bridge), dopo quella serata, inizia un percorso che la obbliga a confrontarsi con il proprio passato, con i ricordi dolorosi e con i propri sentimenti, difficili da razionalizzare e affrontare.
Il suo rapporto con Claire trova nuova linfa, mentre un flashback ci riporta alle ore del funerale della madre, situazione che regala una nuova prospettiva sulla vita dei personaggi e sulle loro motivazioni. Il matrimonio dei genitori di Fleabag, infine, obbligherà più di un personaggio a compiere delle scelte importanti per la propria esistenza.

Un racconto sorprendente ed emozionante

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Fleabag: Phoebe Waller-Bridge in un momento della seconda stagione

Rivelare troppi dettagli della seconda stagione della serie, la cui visione può senza alcun problema svolgersi nel corso di un paio d'ore, rovinerebbe l'esperienza creata da Phoebe Waller-Bridge, autrice della sceneggiatura di tutti gli episodi, che si assume il compito di portare in scena un personaggio complesso, divertente, tagliente, cinico e profondamente vulnerabile. Fleabag coinvolge gli spettatori, si rivolge direttamente a loro, li prende per mano per accompagnarli nella vita di una donna per cui è impossibile non provare simpatia e affetto, decidendo inoltre, con un gesto sorprendente e inaspettato, quando le persone devono rispettare la privacy della protagonista, letteralmente spostando la telecamera.
La creatrice della serie non esita a proporre situazioni al limite del surreale e folli che riescono tuttavia ad apparire plausibili e realistici, tra risse al ristorante e amori frenati dai propri limiti morali, senza dimenticare disastri che potrebbero mettere a rischio il lavoro di Claire e rapporti in famiglia davvero complicati.

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Fleabag: Phoebe Waller-Bridge durante una scena della seconda stagione

Le puntate inedite approfondiscono con bravura la tematica dei traumi causati dalla perdita di una persona amata e i sensi di colpa vissuti da chi è in vita: l'incontro con una terapista interpretata dalla brillante Fiona Shaw obbliga la protagonista ad ammettere i propri problemi, pur riuscendo solo in un secondo momento ad affrontarli e parlarne con una sincerità spiazzante ed emotivamente di forte impatto. La sofferenza che nella prima stagione restava celata sotto la superficie si fa strada verso l'esterno in modo naturale e realistico, suscitando un'empatia difficile da costruire con un tempo così breve come quello che caratterizza la serie arrivata su Amazon. La bravura di Phoebe Waller-Bridge è però evidente nella sua capacità di portare in scena dei personaggi immediatamente comprensibili nonostante la loro complessità, svelandone in modo progressivo i vari lati senza mai rischiare di renderli stereotipati o unidimensionali.

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Un cast di talento

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Fleabag: Andrew Scott in una scena della seconda stagione

Il mix di umorismo e sensibilità getta le basi per un intreccio che sfrutta nel migliore dei modi un cast di altissimo livello: Olivia Colman è fantastica nel ruolo della madrina dalla personalità esuberante ed eccessiva, in contrasto quasi netto con il riservato padre interpretato da Bill Paterson, mentre Sian Clifford, alle prese con look improbabili e un matrimonio sull'orlo di una rottura definitiva, completa per molti aspetti la figura di Fleabag, svelando una nuova prospettiva sulla perdita prematura della propria madre.

La seconda stagione regala poi una performance impeccabile da parte di Andrew Scott che delinea la figura di un prete distante dall'idea di santità che si potrebbe associare a un religioso: impreca, è pieno di dubbi, prova interesse romantico e sessuale senza sapere in che modo gestirlo, dovrebbe rappresentare una guida per i suoi fedeli ed è invece a sua volta in difficoltà, invita ad avere fede e sperare e al tempo stesso è consapevole della tragicità dell'esistenza umana. L'attore irlandese si ritaglia uno spazio da primario protagonista contribuendo a raccontare una storia d'amore che potrebbe sembrare impossibile e al tempo stesso perfetta nella sua capacità di rappresentare due solitudini che si incontrano e due opposti che si completano in modo inaspettato e totale, rendendo il continuo avvicinarsi e allontanarsi non un semplice espediente narrativo ma, al contrario, un ritratto accurato delle preoccupazioni e ansie che possono minare la nascita di un amore.

Una donna alla ricerca del proprio equilibrio

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Fleabag: Phoebe Waller-Bridge e Brett Gelman in una scena della seconda stagione

La storia di Fleabag, sospesa tra love story e tragedia a sfumature comiche, dà spazio a un mondo intero fatto di famiglie, amici e sconosciuti che assumono un ruolo chiave con incontri brevi e significativi, rimanendo però intelligentemente concentrata sulla protagonista e sui suoi tentativi, a volte goffi e disastrosi, di trovare un proprio modo per essere felice nonostante tutti gli ostacoli, compresa se stessa.
Scene come quelle ambientate nel confessionale, con un monologo di una brutale e totale onestà, o il discorso compiuto dal prete nel parlare d'amore diventano immediatamente memorabili e significativi, arricchendo la serie di una profondità a volte rara nelle comedy.
Fleabag lascia il proprio pubblico senza rivelare tutto del passato e lasciando aperta ogni possibilità per quanto riguarda il futuro della protagonista, situazione che aumenta un po' la malinconia causata dal sapere che non ci sarà, almeno per ora, un terzo capitolo della storia, così malinconica, esilarante e assolutamente irresistibile.

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Conclusioni

La recensione di Fleabag 2, l'ultima che verrà prodotta, non può dimenticare l'ottimo lavoro compiuto alla regia da Harry Bradbeer, in grado di valorizzare il talento del cast e la messa in scena quasi teatrale che caratterizza lo show. La chiave vincente del progetto è però Phoebe Waller-Bridge e la sua bravura nella fase di scrittura e davanti alla macchina da presa. L'attrice sostiene la struttura dello show anche nei momenti che potrebbero scivolare nell'assurdità e forma con gli altri membri del cast un feeling che permette di ottenere i giusti tempi comici e drammatici. I monologhi onesti e spiazzanti e il suo coraggio nel mostrare una donna piena di difetti e fragilità rendono lo show una piccola perla che potrebbe rischiare di passare inosservata in un contesto così ricco di proposte e titoli. Fleabag dà addio con un capitolo a tratti spiazzante e sorprendente, trovando il modo di portare sullo schermo delle emozioni che si evolvono e modificano seguendo un percorso personale costellato da ostacoli e dolori, anche fisici, impossibile da non apprezzare per la sua sensibilità e onestà.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • Il talento di Phoebe Waller-Bridge le permette di creare una storia ricca di umorismo ed emozioni realistiche.
  • Andrew Scott è una new entry che regala alla serie ancora più profondità.
  • Ogni membro del cast regala un'interpretazione convincente, nonostante la limitata presenza sullo schermo.
  • I monologhi sono memorabili senza risultare stucchevoli.
  • La complessità della protagonista è gestita nel migliore dei modi.

Cosa non va

  • L'annuncio che non verrà prodotta una terza stagione suscita molto dispiacere.
  • Alcuni dei personaggi secondari avrebbero meritato maggiore spazio.
  • I flashback lasciano in sospeso alcuni elementi della storia.