Era il 1980. E allora poteva capitare che tu fossi un bambino di sette anni, e che papà ti portasse a vedere al cinema un film di fantascienza, Flash Gordon. E che quel film, bello o brutto, ti rimanesse impresso come pochi. E, a distanza di anni, ti potrebbe capitare di capire di essere in buona compagnia. Ma di questo parleremo dopo. Stiamo parlando di Flash Gordon, il film tratto da un famoso fumetto nato nel 1934 dalla fantasia di Alex Raymond e oggetto di numerose riletture, fino a quella più ambiziosa, prodotta da Dino De Laurentiis e diretta da Mike Hodges, che arrivava nei cinema il 5 dicembre del 1980. Entrare da bambino nel buio del cinema e assistere all'inizio del film è una di quelle esperienze che non si dimenticano. Le prime sequenze del film sono quelle dell'attacco di Ming, un folle tiranno che domina un pianeta lontano alla Terra: un montaggio veloce, incalzante, scandito dalle note martellanti di Flash's Theme (Flash nella versione a 45 giri), la canzone scritta per il film, come tutta la colonna sonora, appositamente dai Queen. Un basso pulsante, note basse di piano, una batteria ossessive: le note cupe dei Queen sono perfette per stordire lo spettatore e trascinarlo dentro il mondo di Flash Gordon. Oggi si direbbe un'esperienza immersiva. Flash Gordon è uno di quei film che oggi non si fanno più, ingenui e kitsch, ma nel corso del tempo si è ritagliato un suo ruolo di "cult movie" per tutta una serie di aspetti. È un'opera eccessiva, sgargiante, dalla fantasia sfrenata. È allo stesso tempo cinecomic, space-opera e fantasy. All'epoca il punto di riferimento per i cinecomic era il Superman di Richard Donner, per la space-opera il Guerre stellari di George Lucas, e il fantasy, come lo conosciamo oggi, non era ancora esploso. Certo, Flash Gordon è davvero molto lontano dai livelli di questi film. Eppure, su qualcuno, ha lasciato il segno. Se volete vederlo, è su Prime Video e Infinity.
Flash Gordon è la storia di un giocatore di football, dei New York Jets, che sta viaggiando su un aereo con la giornalista Dale Arden. La tempesta di meteoriti che Ming ha scatenato sulla Terra fa precipitare il loro aereo. E i due entrano in contatto con Hans Zarkov, un ex consulente della NASA che ha costruito un razzo per raggiungere il pianeta Mongo, dominato da Ming, per scoprire cosa sta succedendo. Con l'inganno riesce a far salire su quel razzo e così i tre si ritrovano su Mongo. Vengono catturati dai soldati di Ming, che si invaghisce di Dale. Mentre la figlia del tiranno, la Principessa Aura, si innamora di Flash...
I Queen, tra chitarre e sintetizzatori
La prima cosa bella è questa, quel suono martellante che ci ha accolto in sala e ci ha tolto subito il respiro. La colonna sonora di Flash Gordon è dei Queen, e Flash's Theme (Flash nella versione singolo) è il brano dei titoli di testa. Basso, batteria e pianoforte duri e secchi danno il ritmo alla colonna sonora. È un suono scarno, che d'improvviso lascia spazio alle aperture melodiche della chitarra di Brian May e un momento in cui la voce di Freddie Mercury può uscire in tutta la sua armonia. La colonna sonora dei Queen è suggestiva, sperimentale, con un largo uso di sintetizzatori. È un suono che traghetta la band negli anni Ottanta, dove avrebbero flirtato speso con l'elettronica. Nella colonna sonora, oltre al singolo Flash, c'è un'altra canzone, The Hero, e poi molta musica strumentale. Tra cui spicca Football Fight, un pezzo ritmatissimo, tra rock ed elettronica, con un ritmo velocissimo, quasi musica techno-punk, dove si rincorrono un sintetizzatore e la chitarra di Brian May, che ripetono lo stesso tema. È la sintesi perfetta tra i primi Queen, quelli rock degli anni Settanta e quelli elettronici degli anni Ottanta. per una scena di lotta tra Flash Gordon e i tirapiedi del tiranno Ming.
Ornella Muti: La Principessa Aura, sensualità a corte
The Kiss (Aura Resurrects Flash) è una delle tracce della colonna sonora dei Queen. Aura, la principessa figlia del perfido tiranno Ming, è la nostra Ornella Muti. E qui è al massimo della bellezza e della sensualità. Tanto che anche un bambino di sette anni, credetemi, poteva rimanerne incantato e turbato. I suoi occhi da gatta, verde intenso, sono enfatizzati dal trucco pesante, futuristico, che li allunga verso l'alto. I costumi fanno il resto: copricapi dal gusto orientale, abiti dorati composti solo da un pantalone e un corpetto succinto, tute attillate con scollature sulla schiena. La Principessa Aura di Ornella Muti è nata per sedurre: i suoi sguardi taglienti, affilati, la sua voce calda e sensuale fanno il resto. La Principessa Aura avrebbe potuto lanciare Ornella Muti nel firmamento del cinema internazionale: avrebbe dovuto girare Agente 007, solo per i tuoi occhi, il film con Roger Moore, nel ruolo che poi andò a Carole Bouquet, ma rifiutò perché la produzione non aveva ingaggiato il suo costumista...
Timothy Dalton: prima di diventare 007
Sarebbe entrato nel firmamento del grande cinema, proprio con i film di 007, un allora giovane Timothy Dalton, con baffi che lo rendevano una sorta di Errol Flynn del futuro, un Robin Hood fantascientifico. Dalton è il principe Barin, promesso sposo della Principessa Aura e sovrano di Arborea, mondo forestale dove gli uomini vivono in simbiosi con gli alberi. È il primo film dove in molti abbiamo scoperto l'attore inglese che sarebbe diventato 007 in due film (Agente 007, zona pericolo e Agente 007, Vendetta privata) verso la fine degli anni Ottanta. E che avrebbe vissuto una seconda vita da attore ormai maturo nel mondo della serialità televisiva (le sue prove in Penny Dreadful e Doom Patrol sono notevoli). Tutta la parte ambientata ad Arborea, tra l'altro, anticipa molto del cinema fantasy che sarebbe venuto.
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Da Max Von Sydov a Mariangela Melato
Nel cast c'è anche un grandissimo attore, Max von Sydow, quasi irriconoscibile nei panni del villain, Ming: il suo look, il cranio rasato e la barba nera, unito al nome, quello della famosa dinastia, vuole evocare quello di un imperatore cinese. Accanto a lui c'è un'altra attrice italiana, Mariangela Melato, nei panni di Kala, fidato generale di Ming. Accanto a questi grandi attori, a sfigurare sono proprio i due protagonisti: Flash Gordon è Sam J. Jones, attore biondissimo e aitante, ex marine, quasi esordiente, che all'epoca era reduce da una parte in 10con Bo Derek e che fu preferito, udite udite, ad Arnold Schwarzenegger e Kurt Russel. Se il look è coerente con l'immagine di Flash Gordon, l'espressività non è il suo forte. E la sua carriera non sarebbe mai decollata: alcune serie tv, tra cui Codice rosso fuoco e Il giustiziere della strada, e alcuni film di serie B. Non è che sia andata meglio a Melody Anderson, che nel film è Dale Arden, l'amore di Flash: oggi fa l'assistente sociale e tiene conferenze sul problema delle dipendenze sulle famiglie. Prima di ritirarsi, negli anni Ottanta ha partecipato a varie serie: era nel cast di Manimal ed è apparsa in alcune puntate di A-Team, T.J. Hooker, Dallas e CHiPs.
Un sequel che non c'è mai stato
Non vogliamo fare spoiler, nel caso non abbiate mai visto Flash Gordon e vogliate vederlo. Ma il film si conclude con il classico finale aperto, misterioso. Flash Gordon avrebbe dovuto avere un sequel e probabilmente diventare una trilogia. Ma quel sequel non fu mai realizzato: il risultato non eccezionale del film (27 milioni di dollari sui 35 milioni dei costi di produzione, negli Stati Uniti, ma 13 milioni di sterline nel Regno Unito) fece desistere i produttori. Neanche la critica accolse bene il film, che fu lodato soprattutto per l'interpretazione di Max Von Sydow, mentre non fu apprezzato Sam J. Jones, il protagonista, che fu anche candidato ai Razzie Awards. Oggi il film è considerato un cult movie. Rivisto oggi fa tenerezza per certi effetti speciali e certi set fantasiosi. Eppure è vitale, sensuale, potente. Flash Gordon è rock. Non a caso, dicevamo, suonano i Queen.
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E alla fine arriva Seth MacFarlane...
Magari pensi che eri solo tu, da bambino, a sette anni, a impazzire per quel film. Ma poi capisci che non eri il solo. Che in America magari c'erano altri ragazzini come te che lo avevano visto. Uno di questi, che ha proprio la tua età, si chiama Seth MacFarlane, è il creatore de I Griffin e American Dad!, e ha girato un film, Ted, in cui omaggia proprio Flash Gordon. MacFarlane, a un certo punto di Ted, mette proprio Football Fight dei Queen, fa scorrere le immagini di Flash Gordon. E poi,. a un party, fa incontrare al protagonista (Mark Wahlberg) proprio lui, Sam J. Jones. E allora capisci che, dall'altra parte dell'oceano, c'è un bambino come te che ama Flash Gordon che è diventato grande. E chissà quanti altri ce ne sono...