Fedeltà, Michele Riondino sulla serie Netflix: “I tempi sono cambiati: oggi un tradimento si può discutere”

La video intervista a Michele Riondino e Lucrezia Guidone, protagonisti di Fedeltà, serie Netflix ispirata all'omonimo romanzo di Marco Missiroli.

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Fedeltà: una foto di scena

È su Netflix dal 14 febbraio Fedeltà, serie in sei puntate (dirette da Andrea Molaioli e Stefano Cipani, la sceneggiatura è invece di Alessandro Fabbri, Elisa Amoruso e Laura Colella) ispirata all'omonimo romanzo di Marco Missiroli. Protagonisti Michele Riondino e Lucrezia Guidone, interpreti di Carlo, scrittore che ora insegna, e Margherita, architetto che vorrebbe fare l'interior designer ma ha momentaneamente messo da parte questo sogno e fa l'agente immobiliare.

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Fedeltà: un'immagine della serie

Proprio una casa, bellissima, metterà alla prova la loro relazione: Margherita si comporta anche in modo scorretto pur di averla, ma la coppia non ha i soldi necessari per comprarla. Questa insoddisfazione scatena una serie di eventi che mette i due alla prova. Anche perché entrambi hanno diverse tentazioni: per Margherita la principale si chiama Andrea (Leonardo Pazzagli), fisioterapista, per Carlo è invece Sofia (Carolina Sala), una sua studentessa.

La frase di lancio della serie Netflix Fedeltà è "chi si ama si tradisce". È davvero così? Abbiamo provato a capirlo parlando proprio con gli attori protagonisti Michele Riondino e Lucrezia Guidone, incontrati via Zoom.

La video intervista a Michele Riondino e Lucrezia Guidone

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Fedeltà e il crollo di una relazione

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Fedeltà: Michele Riondino e Lucrezia Guidone nella prima foto

Possiamo dire che avere la doccia che funziona male è dannoso per le relazioni?

Michele Riondino: Fosse stata riparata quella doccia... Diciamo che oltre a saper scrivere e fare il proprio lavoro bisognerebbe anche essere un ottimo tuttofare.

Lucrezia Guidone: L'hai riparata un po' tardi. È il simbolo di una rottura di qualcos'altro.

Fedeltà: rinunciare ai proprio sogni è letale?

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Fedeltà: Michele Riondino in una scena

Questa è una coppia in cui entrambi i componenti hanno momentaneamente messo da parte i propri sogni: lui quello di fare lo scrittore e lei l'interior designer. Quando si rinuncia alle proprie ambizioni è anche più difficile stare insieme?

Michele Riondino: Stare in coppia deve significare ambire a un completamento. Non può significare andare a sottrarre qualcosa all'individuo. Decidere di crearsi un futuro insieme, oltre a creare una sorta di patto e di compromessi, deve portare un completamento dell'altro. Quindi sicuramente rinunciare a un sogno per poter stare con una persona non è un ottimo presupposto per iniziare una storia.

Fedeltà: oggi è più difficile o più facile stare insieme?

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Fedeltà: l'installazione a Milano

La madre di Margherita dice alla figlia che lei ha fatto finta di niente davanti al tradimento perché erano altri tempi e aveva meno libertà. Quindi oggi che, per fortuna, si è più liberi e le relazioni possono finire con più facilità, due persone per stare insieme devono volerlo davvero in modo deciso?

Lucrezia Guidone: Il commitment verso l'altra persona dovrebbe essere autentico per mandare avanti una relazione. Altrimenti chi ce lo fa fare? Stare insieme non è una cosa che si può fare così, all'acqua di rose. Quindi sì: penso che sia importante volerlo davvero.

Michele Riondino: I tempi son cambiati anche rispetto a certe dinamiche come il tradimento. Se la mamma di Margherita era costretta a restare in un rapporto perché in quell'epoca storica magari era difficile scoperchiare il problema e affrontarlo, oggi i tempi sono cambiati: siamo tutti adulti, abbondantemente vaccinati e un tradimento può anche essere discusso. Si può anche non mettere in discussione tutto.

Fedeltà: gli originali auguri di Buon San Valentino dell'installazione ispirata alla serie Netflix

Fedeltà: Milano è un vero e proprio personaggio

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Fedeltà: una scena

L'altra protagonista della serie è Milano: come è stato girare lì e c'è davvero un "fight club" sotterraneo?

Lucrezia Guidone: Questa cosa del fight club è una parentesi misteriosa che Margherita vive attraverso Andrea. Spero che non ci sia davvero una cosa del genere. Milano ha fatto da sfondo in maniera molto bella alla nostra storia. Abbiamo girato in zona rossa: è stato emozionante girare in questa città vuota. L'ho vissuta molto appieno.

Michele Riondino: È stato particolare anche perché abbiamo costruito una Milano normale, senza mascherine, in una Milano straordinaria come quella del lockdown.